timoteo_zamperoni
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domenica 21 giugno 2020
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germania anno zero
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Insieme a "Ladri di biciclette" di De Sica, questo è il film neorealista che mette meglio in scena la tragica realtà di quegli anni in modo più unito. Dopo aver guardato questo film, ho capito tante cose di cui avevamo parlato nelle lezioni di storia. Mi è piaciuta subito questa pellicola. Vale la pena guardarla!
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fedeleto
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domenica 5 marzo 2017
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germania e dolore
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Nella Germania post guerra,Il giovane Edmund è un bambino di soli 12 anni, vive con suo fratello,sua sorella e suo padre malato.La fame purtroppo è un problema grave, e nonostante il giovane voglia lavorare si riduce a qualche furto e a prevalicazioni continue. Un suo vecchio professore gli apre gli occhi sula forza e sulla morte dei deboli, e così Edmund ucciderà suo padre avvelenandolo, e l' incapacita' di uscire da una vita ormai distrutta come le macerie della Germania sembra impossibile. Roberto Rossellini ( Roma città aperta, paisa') dirige un film post guerra in Germania, scrivendo il soggetto è la sceneggiatura insieme a Lizzani e Colpe.
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Nella Germania post guerra,Il giovane Edmund è un bambino di soli 12 anni, vive con suo fratello,sua sorella e suo padre malato.La fame purtroppo è un problema grave, e nonostante il giovane voglia lavorare si riduce a qualche furto e a prevalicazioni continue. Un suo vecchio professore gli apre gli occhi sula forza e sulla morte dei deboli, e così Edmund ucciderà suo padre avvelenandolo, e l' incapacita' di uscire da una vita ormai distrutta come le macerie della Germania sembra impossibile. Roberto Rossellini ( Roma città aperta, paisa') dirige un film post guerra in Germania, scrivendo il soggetto è la sceneggiatura insieme a Lizzani e Colpe. La storia è nichilista e tragica quanto basta per mostrare un dolore grande di una Germania che ha perso gli ideali, il professore che parla ad Edmund citando una legge della natura spietata, e la metafora finale con il bambino nella casa devastata esprime l'anima logorata, una casa diventata macerie proprio come l'anima, la salita la discesa finale come se in alto il ragazzo volesse vedere chiaro per poi cadere nel basso e finire l'incubo.La guerra dunque è finita, ma la sopravvivenza scarseggia, ma a pagarne non sono solo gli adulti ma i giovani, infatti anche l'adolescenza ora diventa debolezza assoluta e la spensieratezza non esiste, ma solo la fuga, una possibile soluzione, e le idee sbagliate di una Germania che tenta di uscire dall'orrore ma che allo stesso tempo è in un altro orrore come quello della fame e dell'egoismo. Forse uno dei migliori film in assoluto del regista romano, che esprime come pochi il dolore e lo sbaglio degli ideali che sembrano essere gli stessi della guerra appena finita. Da vedere.
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dandy
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domenica 2 ottobre 2011
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vivere nela tragedia come in un elemento naturale.
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Ultimo film della trilogia incominciata con "Roma città aperta".Dei tre,è indubbiamente il più disperato,scarno e straziante,e nonostante affronti tematiche simili,si distacca nal precedente neorealismo.Senza per questo essere da meno in quanto a grandezza.Alla larga da qualsiasi retorica o sociologia spicciola,è anzi il film che esprime al meglio la poetica di Rossellini.Azzeccata l'idea di ambientare la vicenda a Berlino(dove in parte si sono svolte le riprese),e pregnante la scelta di fare del giovane Edmund,il prototipo dell'ariano(fisicamente parlando).Alla sceneggiatura stavolta,collaborò Carlo Lizzani.Nonostante il primo premio al festival di Locarno,in Italia ebbe i soliti incassi magri.
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Ultimo film della trilogia incominciata con "Roma città aperta".Dei tre,è indubbiamente il più disperato,scarno e straziante,e nonostante affronti tematiche simili,si distacca nal precedente neorealismo.Senza per questo essere da meno in quanto a grandezza.Alla larga da qualsiasi retorica o sociologia spicciola,è anzi il film che esprime al meglio la poetica di Rossellini.Azzeccata l'idea di ambientare la vicenda a Berlino(dove in parte si sono svolte le riprese),e pregnante la scelta di fare del giovane Edmund,il prototipo dell'ariano(fisicamente parlando).Alla sceneggiatura stavolta,collaborò Carlo Lizzani.Nonostante il primo premio al festival di Locarno,in Italia ebbe i soliti incassi magri.Ai provini per il cast pare si presentò Klaus Kinski,allora poco più che ventenne.Quando Rossellini lo fece attendere un pò troppo perchè al telefono con la Magnani,questi,come suo solito,ebbe una delle sue sfuriate.Questo convinse il regista a fargli fare il provino,ma a quanto pare non se ne fece niente in seguito.Peccato.Dedicato al figlio del regista,Romano,morto a soli 9 anni.
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luca scialò
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giovedì 1 settembre 2011
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la germania post-nazismo
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Nella Berlino rasa al suolo dalla seconda guerra mondiale vive Edmund Koeler, dodicenne che come tanti vaga per le vie semideserte e disperate della città senza punti di riferimento, con una famiglia disagiata e la delinquenza sempre pronta ad adottarlo.
Film neorealista che va ad aggiungersi ai tanti prodotti per raccontare i drammi vissuti dalla gente comune all'indomani della seconda guerra mondiale. Rossellini si dedica alla Germania, anch'essa come l'Italia e altri Paesi d'Europa provata pesantemente dal conflitto. E lo fa attraverso un film crudo, disperato, privo di momenti consolatori. Il suicidio del piccolo protagonista, accolto solo da morto da una donna che rappresenta quella mamma che non ha mai avuto e che forse lo avrebbe salvato, è un finale amaro e profondamente pessimista.
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Nella Berlino rasa al suolo dalla seconda guerra mondiale vive Edmund Koeler, dodicenne che come tanti vaga per le vie semideserte e disperate della città senza punti di riferimento, con una famiglia disagiata e la delinquenza sempre pronta ad adottarlo.
Film neorealista che va ad aggiungersi ai tanti prodotti per raccontare i drammi vissuti dalla gente comune all'indomani della seconda guerra mondiale. Rossellini si dedica alla Germania, anch'essa come l'Italia e altri Paesi d'Europa provata pesantemente dal conflitto. E lo fa attraverso un film crudo, disperato, privo di momenti consolatori. Il suicidio del piccolo protagonista, accolto solo da morto da una donna che rappresenta quella mamma che non ha mai avuto e che forse lo avrebbe salvato, è un finale amaro e profondamente pessimista. La Germania si riprese, ma tanti patirono pene cruenti.
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eugenio
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venerdì 22 ottobre 2010
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neorealismo simbolico
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Cinema con la C maiuscola. Cosi'si puo'definire "Germania anno Zero", l’ultimo film appartenente alla trilogia della guerra che il regista Roberto Rossellini aveva inaugurato con “Roma città aperta”.Attori semi-professionisti si muovono in una Berlino ridotta allo stremo, in seguito ai bombardamenti che ridussero la città tedesca a un cumulo di desolanti macerie; tra essi spicca la figura di un giovane adolescente,caro alle tradizioni neorealiste,Edmund, che,appena dodicenne, è costretto, per la sua sopravvivenza e quella dei suoi cari ad arrangiarsi nella misera realtà del dopoguerra.Gia’ De Sica in Sciuscia’,aveva analizzato il difficile rapporto del mondo pre-adolescenziale, contestualizzandolo a una realtà cruda,fatta di miseria,sopraffazione,quale quella successiva ala seconda guerra mondiale,concentrandosi sulla complessa capacità del popolo di guadagnarsi il pane per non morire di stenti;Rossellini,va oltre.
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Cinema con la C maiuscola. Cosi'si puo'definire "Germania anno Zero", l’ultimo film appartenente alla trilogia della guerra che il regista Roberto Rossellini aveva inaugurato con “Roma città aperta”.Attori semi-professionisti si muovono in una Berlino ridotta allo stremo, in seguito ai bombardamenti che ridussero la città tedesca a un cumulo di desolanti macerie; tra essi spicca la figura di un giovane adolescente,caro alle tradizioni neorealiste,Edmund, che,appena dodicenne, è costretto, per la sua sopravvivenza e quella dei suoi cari ad arrangiarsi nella misera realtà del dopoguerra.Gia’ De Sica in Sciuscia’,aveva analizzato il difficile rapporto del mondo pre-adolescenziale, contestualizzandolo a una realtà cruda,fatta di miseria,sopraffazione,quale quella successiva ala seconda guerra mondiale,concentrandosi sulla complessa capacità del popolo di guadagnarsi il pane per non morire di stenti;Rossellini,va oltre. In Germania Anno Zero abbiamo un microcosmo di giovinezza perduta, drammaticamente esistenziale. Edmund non lotta per se’ stesso,cerca di guadagnare per la famiglia,per il padre malato, per il fratello disertore.Per far questo,è disposto a partecipare con i compagni piu’ adulti a piccole ruberie, a diffondere miseramente il credo nazista,sotto la spinta di un suo vecchio professore,ridotto a una macchia umana dal sapore nietschiano. L’ex docente instaurera’ con Edmund un rapporto di implicito intendimento, instillando nella mente del ragazzo gia’ provata dalle sofferenze,il credo "Homo homini lupus” : se sei forte vincerai, se sei debole sei destinato a soccombere. Come una bestia affamata di verità e col cuore colmo di incertezza, Edmund partorirà la difficile scelta di uccidere il padre avvelenandolo. Le conseguenze di tale gesto saranno irreparabili: dopo aver confessato al cinico tutore l’empio gesto e dopo aver subito i rimproveri da parte di questi (che temeva di essere accusato e coinvolto nel parricidio) al giovane ragazzo non resta che ricercare nei suoi compagni la complicità amichevole; ma, il legame con essi è oramai incrinato per sempre.Rifiutato da tutti e in preda al rimorso, inizia il suo lungo vagabondare per la periferia berlinese; tra sassi,macerie, si inoltra in una chiesa bombardata. Salendo fin sul campanile, alla vista del carro funebre che trasporta il feretro del padre,totalmente incapace di affrontare la realtà, si uccide, buttandosi nel vuoto. E’ un neorealismo particolare quello che si respira in questa pellicola; alle macerie e ai bombardamenti fisici della città, corrispondono,quasi in un gioco di specchi, i tumulti interiori che, metaforicamente, vive il giovane Edmund.L’intento del regista è dunque quello di fondere il dramma umano con la realtà sociale, coniugare i turbamenti d’animo con la presa di coscienza di una realtà meschina e misera. Numerose son le scene memorabili variabili da un registro terreno ad uno piu'intimista: il continuo girovagare del ragazzo senza meta tra palazzi e chiese diroccate, i dialoghi con il mellifluo professore, il suono d’organo proveniente da una chiesa, simbolo della promessa di vita e di Dio,la tragica realtà del sub-affitto,le lunghe scene mostranti la corse del giovane,quasi in fuga dalla realtà.Un neorealismo "simbolico"che consacrerà Rossellini in Francia e negli Stati Uniti,ispirando,i registi della Nouvelle Vague,Godard e Truffault, i quali riconosceranno l’influenza che ebbe il maestro Rossellini nella produzione dei loro capolavori successivi.
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il cinefilo
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domenica 3 ottobre 2010
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spaventoso affresco della germania del dopoguerra
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TRAMA:La storia è ambientata tra le macerie della città di Berlino distrutta dai bombardamenti dove la gente deve vivere in condizioni terribili per continuare a vivere e tra questi viene raccontata la storia del piccolo Edmund(interpretato da Edmund Moeschke)che deve sostenere l'intera famiglia...COMMENTO:Il regista Roberto Rossellini realizzò questo film tra il 1947 e il 1948 e,in parte,le riprese vennerò girate realmente a Berlino(distrutta dalla guerra)e,in parte,(per le riprese interne)a Roma.
Si tratta di un terribile resoconto cinematografico sulla sofferenza e la miseria(materiale e,a volte,anche morale)che attanagliavano il popolo tedesco dopo l'immane disfatta.
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TRAMA:La storia è ambientata tra le macerie della città di Berlino distrutta dai bombardamenti dove la gente deve vivere in condizioni terribili per continuare a vivere e tra questi viene raccontata la storia del piccolo Edmund(interpretato da Edmund Moeschke)che deve sostenere l'intera famiglia...COMMENTO:Il regista Roberto Rossellini realizzò questo film tra il 1947 e il 1948 e,in parte,le riprese vennerò girate realmente a Berlino(distrutta dalla guerra)e,in parte,(per le riprese interne)a Roma.
Si tratta di un terribile resoconto cinematografico sulla sofferenza e la miseria(materiale e,a volte,anche morale)che attanagliavano il popolo tedesco dopo l'immane disfatta.
Il film racconta anche,contemporaneamente,come i"germi"del nazismo riescano a infettare gli esseri umani attraverso la povertà e la disperazione(la sequenza in cui Edmund uccide il padre perchè ormai è considerato un peso inutile sulla famiglia è esemplare a proposito del orrore che si vuole descrivere)e di come anche la gioventù rischia di perdere completamente la sua innocenza di fronte a una realtà in cui l'unica cosa che importa è la sopravvivenza(come afferma chiaramente,in una sequenza,il professore del giovane protagonista).
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dami
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martedì 22 aprile 2008
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perfetto
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Direi che hai colto perfettamente il senso del film. Io aggiungerei anche che Rosselini ha voluto focalizzare l'attenzione anche su un'infanzia rubata. Ovvero che sono sopratutto i giovani, i bambini che devono pagare per gli errori degli adulti;i quali alla fine si dimostrano incapaci di fronteggiare gli ostacoli e le difficoltà
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il conformista
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martedì 18 marzo 2008
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berlino tra le macerie
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La cosa che mi ha più colpito di questo film sono le macerie di Berlino, come tutto sia stato distrutto. Sono immagini evocative che non hanno bisogno di essere commentate per suscitare un senso di atroce dramma. E siccome sai che le immagini sono state riprese DAL VERO puoi accettare qualsiasi storia di soppravvivenza. Tutto è lecito in quelle condizioni.
L'immagine che ho trovato più straziante è quando aD Edmund viene presa con la forza la bilancia che doveva vendere per 300 marchi al mercato nero per due barattoli. Anche il discorso del fùrer che si diffonde attrverso le macerie e il silenzio è puro cinema.
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(di luigi)
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franco
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venerdì 18 gennaio 2008
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cosini
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venerdì 18 gennaio 2008
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infanzia anno zero
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Il centro del film deve cercarsi nel seguente ragionamento: il fratello maggiore viene liberato e quindi la famiglia ha finalmente la possibilità del suo riscatto, subito dopo che il padre è stato ammazzato. Questo significa che il parricidio è un atto inutile. Le sorti della famiglia sarebbero cambiate lo stesso; come dire che al destino non si può che opporre la virtù.
Il riscatto della famiglia sarà invece negato perché il Edmund compie il parricidio perché educato secondo principi inumani, mostruosi. Come una macchina - i bambini spesso agiscono in maniera molto razionale benché del tutto irragionevole.
Il film, a mio avviso, raggiunge il suo acme poetico in seguito all'einsicht con il maestro, quando Edmund attraversa la città desolata, ridotta a tristi macerie, diventa improvvisamente bambino diseducato nei comportamenti.
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Il centro del film deve cercarsi nel seguente ragionamento: il fratello maggiore viene liberato e quindi la famiglia ha finalmente la possibilità del suo riscatto, subito dopo che il padre è stato ammazzato. Questo significa che il parricidio è un atto inutile. Le sorti della famiglia sarebbero cambiate lo stesso; come dire che al destino non si può che opporre la virtù.
Il riscatto della famiglia sarà invece negato perché il Edmund compie il parricidio perché educato secondo principi inumani, mostruosi. Come una macchina - i bambini spesso agiscono in maniera molto razionale benché del tutto irragionevole.
Il film, a mio avviso, raggiunge il suo acme poetico in seguito all'einsicht con il maestro, quando Edmund attraversa la città desolata, ridotta a tristi macerie, diventa improvvisamente bambino diseducato nei comportamenti. Vede la salma del padre, sente le grida della sorella, e decide di suicidarsi. Il suicidio è dunque l'atto di un bambino. Non perché il bambino è in grado di condannarsi a morte per una sopraggiunta consapevolezza morale, ma perché riconosce, guardando dentro la cornice di una finestra diroccata, l'estraneità con se stesso.
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(di matteo)
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(di franco)
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(di cosini)
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