Premessa paradossale e buona commistione di temi: Leon Prudovsky nella Colombia anni '60, ipotizzando che il Führer non si fosse mai suicidato. Con David Hayman e Udo Kier
di Miriam Raccosta La Rivista del Cinematografo
È risaputo: le probabilità di avere come vicino di casa un uomo affabile, ben educato e senza scheletri nell'armadio, non sono mai così numerose come si spera. Tanto più se questo dirimpettaio potrebbe essere Hitler! Questa è la paradossale premessa di Il mio vicino Adolf di Leon Prudovsky, coproduzione polacco israeliana, presentata in piazza Grande all'ultimo Locarno Film Festival.
Nel 1934 l'ebraica famiglia Polsky vive in armonia, trascorrendo il tempo tra partite a scacchi, badare a decine di rose nere, concimate con gusci di uova finemente sminuzzati, e immortalando lo spensierato momento con una fotografia. [...]
di Miriam Raccosta, articolo completo (3160 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 26 ottobre 2022
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