Il potere del cane |
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Un film di Jane Campion.
Con Benedict Cumberbatch, Genevieve Lemon, Jesse Plemons, Kodi Smit-McPhee.
continua»
Titolo originale The Power of the Dog.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 125 min.
- Nuova Zelanda, Australia 2021.
- Lucky Red
uscita mercoledì 17 novembre 2021.
MYMONETRO
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Wandervogel nel Montana
di carlosantoniFeedback: 5973 | altri commenti e recensioni di carlosantoni |
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venerdì 10 dicembre 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film ha un titolo inutilmente criptico, avrebbe potuto intitolarsi semplicemente “Diversi ma uguali”, come in “Palombella rossa” di Moretti, salvo che qui “diversi ma uguali” andrebbe inteso in altra accezione. Ci sono due fratelli che non si somigliano in niente, il protagonista Phil, e Jesse. La loro polarità è messa in chiaro fin da subito da Phil, che per descriverla dice: “Siamo Romolo e Remo”. Questa polarità lascia poi spazio, nello sdipanarsi della trama, al rapporto apparentemente polare, ma che pian piano risulta essere collaterale, fra Phil stesso e il giovane efebico Peter. Al fondo della storia c’è l’omosessualità: abbastanza esplicita nel giovane Peter, mimetica e probabilmente negata in Phil. Il fatto è che Phil, crocevia delle molteplici relazioni interpersonali della storia, la sua sostanziale omosessualità la vive alla maniera dei Greci, in particolare direi degli Spartani, ossia come affermazione omosessuale del primato del maschio sulla femmina: e così come nella Grecia antica la donna contava poco o niente, se non era l’Aspasia di Pericle, ed era relegata alla funzione di serva e mero strumento riproduttivo, ecco che nel Montana del 1920 la donna o è serva di casa, o puttana da saloon, o ubriacona. E come gli antichi Spartani, anche Phil unisce alla marcata misoginia un’ottima dose di razzismo e di violenza. La Campion fa (almeno credo) evidente riferimento alla contemporanea vicenda tedesca dei Wandervogel, alla loro ideologia esaltante il primato della natura, il rapporto (soprattutto fra maschi) con l’ambiente naturale, il ripudio di tutto ciò che è “Bildung”, ancor più “Civilisation”. Come i giovani maschi tedeschi suoi contemporanei, anche Phil rifugge dalle costrizioni culturali e sociali: è colto e intelligente, ma vuol esserlo in modo rozzo e spontaneo. Di facoltosa famiglia di allevatori, potrebbe vivere da perfetto borghese come il fratello George, solo che lui non lo vuole: ci sono riviste, che tiene nascoste, che parlano e mostrano corpi nudi maschili, muscolosi, allenati, ginnici, lui se ne sente attratto. Porta i suoi vaqueros, o cowboys, a pranzare e a divertirsi con le donne di un saloon, ma non si concede a tali sollazzi, l’eterosessualità non lo stimola, disprezza le donne: fa sua un’idea “maschia” dell’omosessualità, ed è seguendo questa traccia che cerca di fare da anfitrione al giovane Peter, il quale è sì’ omosessuale come lui, ma non ci pensa affatto a essere “maschio”, cioè a vivere in un mondo ripulito dalle femmine: a lui, così intimamente femmineo, le femmine non danno per niente noia.
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