Un uomo tranquillo

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Un insolito connubio Valutazione 3 stelle su cinque

di samanta


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domenica 24 febbraio 2019

Il film è un pò strano, nel senso che comincia con un evento drammatico e continua con eventi drammatici, peraltro svolti in un'atmosfera di sarcasmo, di ironia con toni insomma beffardi, diventando quindi un misto di contrasti non amalgamati, per intenderci non assomiglia se non da lontano a La stangata. La regia è del norvegese Hans Petter Moland che pur non essendo giovane (è del 1955) ha un ridotto curriculum di regia cinematografica, il film odierno è un remake dello stesso regista del 2014 "In ordine di sparizione" che ebbe successo in Norvegia .
La trama [elementi di spoiler]: Nelson Coxman (Liam Neeson) è l'autista dello spazzaneve di un centro turistico sciistico in Colorado vicino a Denver, ha un figlio che viene, per causa di un collega che lavora con lui e spaccia cocaina, coinvolto da una vendetta dei trafficanti che lo uccidono con una overdose di eroina. La polizia chiude il caso credendolo un drogato, ma il padre che sa che il figlio non si drogava scopre tramite il collega cosa ha causato la morte del figlio e uccide i tre killer che hanno ucciso il ragazzo estorcendo da loro chi sia il mandante: è Trevor Colcate detto il Vichingo (Tom Baterman) un paranoico che sotto la maschera di grande finanziere traffica la droga succedendo al padre. Nelson decide di uccidere il boss tramite un killer professionista assai improbabile, ma la situazione precipa, viene coinvolta anche un altra banda di trafficanti costituita da indiani Sioux della riserva capeggiata da Toro Bianco (Tom Jackson), e i morti si contano a dozzine, il finale vedrà la morte dei cattivi e il figlio di Nelson sarà vendicato. 
Come si è detto il film è un misto, la vicenda drammatica è oltretutto intercalata da siparietti in cui viene scritto la morte dell'uomo appena ucciso ovvero collettivi con più morti, ciascun nome è sormontato da un croce (un ebreo dalla stella di David), solo per il Vichingo il nome è sormontato dalla croce spezzata simbolo satanico non so se per derisione dell'ucciso, ma che non ho trovato di buon gusto. L'interpetazione di Liam Neeson è intelligente e ottima come al solito, ma quella degli altri salvo la moglie Laura Derm, è un pò macchiettistica ad esempio la recitazione di Tom Baterman costruisce un capo mafioso un pò ridicolo e maldestro.  Gli indiani della banda di Toro Bianco sono dipinti in modo parodistico e con luoghi comuni, anche il momento gay è ridicolo e si tramuta in una presa in giro, insomma la politically correct è stata violata.
In conclusione pur essendo il film abbastanza gradevole e certamente non annoia lo spettatore, lascia in bocca un gusto di incompiuto, tante buone intenzioni ma non la capacità di creare uno spettacolo ben amalgamato nei toni drammatici e quelli ironici. Salvo la scena in cui il capo indiano ospitato in un lussuoso hotel passeggiando tra le "boutique", guarda incuriosito i prodotti artigianali ma leggendo l'etichetta vede la scritta "Made in China"!

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