Morto Stalin, se ne fa un altro |
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Un film di Armando Iannucci.
Con Olga Kurylenko, Andrea Riseborough, Rupert Friend, Steve Buscemi.
continua»
Titolo originale The Death of Stalin.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 106 min.
- Gran Bretagna, Francia 2017.
- I Wonder Pictures
uscita giovedì 4 gennaio 2018.
MYMONETRO
Morto Stalin, se ne fa un altro
valutazione media:
3,21
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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TRAGICOMMEDIA da vederedi MicheleCameroFeedback: 5559 | altri commenti e recensioni di MicheleCamero |
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sabato 6 gennaio 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Questo film sembra veramente la dimostrazione del teorema per il quale “una risata vi sotterrerà”. Perché è quello che fa con una generazione di burocrati sovietici che hanno terrorizzato il mondo fino alla caduta del muro di Berlino. Racconta con i toni della commedia gli ultimi giorni di Stalin e le caotiche ore successive alla sua morte in cui i componenti del comitato centrale (ci sono tutti dal famigerato Beria fino al furbo Krusciov) si sono dati battaglia per la successione. Lo fa con riuscito sarcasmo nell’intento di banalizzarli rendendoli umani nel loro ridicolo, raccogliendo intorno al letto di morte del tragico dittatore sovietico, trascorso oltre mezzo secolo dagli avvenimenti narrati, i sorrisi degli uomini di oggi. La storia più o meno è quella anche se non ci ha ancora svelato del tutto i misteri di quella morte e di quello che è realmente accaduto nelle ore precedenti e successive. Però tratta veramente con ironia e sarcasmo quei tempi e quei momenti, invitando lo spettatore a riflettere con leggerezza, sulle malefatte seriali di quei personaggi macabri, forse addirittura mediocri e privi di autentico talento che però seppero tenere soggiogato nel terrore e col terrore un popolo e minacciare il resto del mondo. Significativa la trovata per la quale al momento di tentare di salvare Stalin colpito probabilmente da un ictus non erano rinvenibili i migliori medici perché tutti internati in Siberia. Esilarante per rendere l’idea del clima che dominava l’URSS negli anni ’50, la trovata del concerto di musica classica trasmesso dalla radio ma non registrato del quale però il segretario generale del partito chiede la registrazione. Il timore di tutti, funzionari e musicisti, di terminare anzi tempo la loro esistenza se non riesce loro di esaudire in qualche modo quella richiesta è tale che il concerto viene subito ripetuto per poterlo registrare e consegnare al dittatore copia della registrazione. Tutti tranne uno: la pianista la cui famiglia è stata distrutta dal regime che odia Stalin e si rifiuta alla ripetizione. Viene convinta però con una bella somma di rubli: metafora di quello che sarebbe successo dopo alla caduta del regime ad un popolo reso libero anche nella capacità e nella volontà di vendere l’anima al diavolo pur di accedere alle sirene del benessere occidentale.
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