Una spia e mezzo

Una spia e mezzo: un buddy movie con un messaggio positivo contro il problema del bullismo
Rawson Marshall Thurber, regista di “Palle al balzo – Dodgeball” e “Come ti spaccio la famiglia”, con "Una spia e mezzo" porta sul grande schermo un prodotto che funziona nel suo mix di action e commedia, soprattutto grazie alla buona performance dei protagonisti. I due sono agli antipodi sia dal punto di vista fisico che psicologico e questo fa sì che facciano l’effetto della nitroglicerina. Per due ore di proiezione, assistiamo al coinvolgimento del povero Calvin nella vita complicata di Bob, agente della CIA nei guai. Non c’è nessun realismo nel plot, ma è così che deve essere in un film dove nessuno si prende sul serio. Eppure il messaggio arriva forte e chiaro: i traumi del passato ritornano se non metabolizzati e l’amicizia è una cosa veramente importante. Bob/The Rock, nonostante la sua montagna di muscoli e la sua potenza letale, è ancora un adolescente fragile; dall’altra parte l’ex ‘Freccia d’Oro’ ha perso il suo tocco magico nella routine della vita quotidiana.
"Una spia e mezzo" è un buon film d’intrattenimento con qualcosa in più, ovvero l’ironia e una scrittura che scorre fluida accanto a scene d’azione ben girate. Completa l’opera il buon cast che ruota accanto alla coppia Dwayne Johnson e Kevin Hart.