robiblu
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sabato 8 agosto 2015
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una novità nel panorama dei film italiani
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non è facile rinnovarsi e fare film che non ripetano sempre lo stesso copione, gli stessi attori, le stesse attrici che fanno sempre i medesimi ruoli.
ma questo film mi è piaciuto perché traccia la vita vera degli anziani, vere sono le storie che si raccontano
e che possono capitare a molti che come me hanno conosciuto tutti i nonni.
certo ci sono delle falle nella sceneggiatura, ma è un lavoro piu' che discreto, con momenti divertenti e momenti riflessivi
immagino che non sia facile farsi spazio nel mondo della celluloide, ma Marco Pollini ci ha provato ed ha superato la prova.
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no_data
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sabato 27 giugno 2015
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tra incredulità e sgomento
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Mai visto in vita mia un film più "sgarrupato" di questo, imbarazzante nel suo buonismo all'amatriciana, nei dialoghi e nelle interpretazioni a metà strada tra la filodrammatica, l'ammiccante pruderie di un film con Bommbolo e una produzione televisiva di serie C. Non ci si può capacitare di come sia stato possibile confezionare e poi produrre un film di questo livello. Devo confessare che però ho resistito e, seppure rimasto solo nel cinema già a metà del film, sono uscito dalla sala di buon umore, per le risate che l'involontaria demenzialità del film è riuscita a suscitarmi! Sono quindi rimasto basito quando sono andato a vedere i punteggi assegnati al fi
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Mai visto in vita mia un film più "sgarrupato" di questo, imbarazzante nel suo buonismo all'amatriciana, nei dialoghi e nelle interpretazioni a metà strada tra la filodrammatica, l'ammiccante pruderie di un film con Bommbolo e una produzione televisiva di serie C. Non ci si può capacitare di come sia stato possibile confezionare e poi produrre un film di questo livello. Devo confessare che però ho resistito e, seppure rimasto solo nel cinema già a metà del film, sono uscito dalla sala di buon umore, per le risate che l'involontaria demenzialità del film è riuscita a suscitarmi! Sono quindi rimasto basito quando sono andato a vedere i punteggi assegnati al film nei maggiori siti, tutti (tranne uno) sopra la media! Come è possibile che siano così smaccatamente fuori luogo e (volutamente?) fuorvianti?
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gabriella
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mercoledì 5 agosto 2015
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kitsch
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Esordio di Marco Pollini alla regia, con risultati piu che mediocri, a voler essere generosi.
L’ambientazione nel veronese, provenienza del regista, mi ha spinto ad andare a vedere il film, ma era meglio se non l’avessi fatto. Ho visto recite alla scuola materna di gran lunga superiore a questo pasticcio, sceneggiatura debole e recitazione forzata, battute penose , dialoghi di bassa lega e una noia mortale. L’unico motivo per cui non mi sono alzata è stata la vana speranza che ci fosse una via d’uscita da quell’impasse , cosa che non è avvenuta. Convince poco anche l’esile e confusa trama, raffazzonata in qualche modo senza la minima cura, stralci iniziati e lasciati in sospeso senza un filo logico.
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Esordio di Marco Pollini alla regia, con risultati piu che mediocri, a voler essere generosi.
L’ambientazione nel veronese, provenienza del regista, mi ha spinto ad andare a vedere il film, ma era meglio se non l’avessi fatto. Ho visto recite alla scuola materna di gran lunga superiore a questo pasticcio, sceneggiatura debole e recitazione forzata, battute penose , dialoghi di bassa lega e una noia mortale. L’unico motivo per cui non mi sono alzata è stata la vana speranza che ci fosse una via d’uscita da quell’impasse , cosa che non è avvenuta. Convince poco anche l’esile e confusa trama, raffazzonata in qualche modo senza la minima cura, stralci iniziati e lasciati in sospeso senza un filo logico. >Tre donne extracomunitarie trovano lavoro in una struttura per anziani la cui direzione è in mano a un truffatore, donne con un passato difficile e il desiderio di riscatto. Fanno conoscenza con gli anziani del luogo e dopo un inizio poco brillante si instaura tra di loro un clima di complicità e solidarietà, il tutto condito da un continuo rimestare di gag stantie e inquadrature alquanto incerte. Se il regista voleva evidenziare la difficoltà e la solitudine della terza età forse faceva meglio a guardarsi “ Pranzo di ferragosto” di Gianni De Gregorio che ha saputo fare un ritratto delicato e dolce della sua opera prima e cogliere aspetti ben più profondi. Anche la tenacia e la combattività delle protagoniste è assai discutibile, sinceramente non riesco a vedere questa determinazione, solo una sbiadita e grossolana brutta copia de “ Le donne del sesto piano “, non c’è nessuna introspezione delle protagoniste, solo la voce narrante all’inizio cerca di spiegare a grandi linee la loro storia, ma si ferma li, senza indagare o lasciar indagare lo spettatore che pensa di essere rimastoi a casa a guardare una soap opera per tv. Da evitare.
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