È uscito nelle sale il 19 settembre e continua ad essere in cima alle classifiche! Non potevamo aspettarci nient’altro dal regista premio Oscar Ron Howard che porta sul grande schermo il mondo della vecchia Formula 1, quella seguita ancora da un vasto pubblico, quella fatta di campioni che emozionavano la gente con la loro grinta e la loro passione. Abbiamo Rush nelle sale cinematografiche e si aggiunge alla lista dei capolavori del regista ormai non più famoso solo per essere Richie Cunningham.
Compito del film è di riportare alla luce non solo il ricordo di due campioni dello sport, James Hunt e Niki Lauda, ma anche, e soprattutto, cosa c’è dietro a due personalità così opposte: rivali nello sport, diversi nella concezione della vita, ma uniti nella passione della corsa e nella determinazione a vincere.
Il film si struttura come un racconto di Lauda. Parte con quella data fatidica del primo agosto del 1976, in cui Niki L. rimase coinvolto in un incidente; sono pronti a partire, mentre si scambiano sguardi di fuoco. Ma ancora non è il momento di raccontare quella giornata, meglio ritornare indietro e raccontare la storia dal principio.
Si ritorna indietro di sei anni con il loro primo incontro/scontro in una gara di Formula 3 e da qui parte il racconto di due uomini che hanno fatto la storia della Formula 1, con mille difficoltà ma grandi soddisfazioni.
Due modi di vivere lo sport e la vita completamente diversi: Hunt, interpretato da Chris Hemsworth ( attore australiano che ha lavorato con J. J. Abrams in Star Trek nel 2009 e famoso soprattutto per il film Thor di Kenneth Branagh nel 2011), è un donnaiolo, scapestrato, vive alla giornata, senza regole, pronto a rischiare la vita pur di vincere; Lauda, che ha il volto di Daniel Brühl ( attore tedesco che raggiunge la fama con il film Good Bye, Lenin! del 2003 di Wolfgang Becker, vincendo lo European Film Award come miglior attore) è più serio, freddo tanto da risultare antipatico, “il computer” lo chiamavano, capace di trovare i difetti dell’auto e di migliorarla per la vittoria.
Howard in questo film si avvale della collaborazione dello sceneggiatore Peter Morgan, con cui lavorò già nel 2008 nel film Frost/Nixon, e dell’aiuto, per la fotografia, di Anthony Dod Mantle, dando alla pellicola un’impronta vintage.
Le riprese si sono svolte tra Regno Unito, Germania e Austria e per le corse si sono utilizzati i circuiti di Donington Park e Cadwell Park, oltre a quello dell’incidente, il circuito di Nürburgring.
Il film riporta fedelmente quegli anni e lo si evince anche da un cast scelto con cura tanto da notare una notevole somiglianza con i personaggi veri: non solo i due attori protagonisti, ma anche le loro “mogli” con Olive Wilde nei panni della modella moglie di Hunt Suzy Miller e Alexandra Maria Lara nel ruolo di Marlene Knaus accanto a Lauda. E un riconoscimento va anche al nostro Pierfrancesco Favino nei panni di Clay Regazzoni, collega di Niki, che ritrova Ron Howard dopo Angeli e Demoni.
E si sente nel film l’impronta italiana, il ricordo, ovvio, con una breve comparsa, di Enzo Ferrari proprietario della scuderia dove entrò Lauda a cui lo stesso disse “Questa macchina è una merda!” sempre rimanendo in tema di ricostruzione fedele della storia. Ma non solo: una scenetta tanto simpatica quanto, forse, segno di un luogo comune del nostro Bel Paese, la comparsa di due napoletani che lodano nel loro dialetto “il computer” Lauda.
Ma una battuta che prendiamo con spirito, con un sorriso, coinvolti più dall’abilità di raccontare personaggi importanti con i loro pregi e i loro difetti, di riportarci su quelle piste che tanto sono state amate e seguite, che hanno regalato tante emozioni agli spettatori dell’epoca. E in un certo senso al regista dobbiamo dare il merito di riportare anche quei brividi nello spettatore di oggi, che sia un uomo che ha vissuto quegli anni e li ricorda bene oppure un giovane che non era presente ma che si lascia emozionare dai primi momenti fino alla fine del film.
Un successo per Howard per un film che nelle scene delle corse, nella velocità delle riprese, nei dettagli sul motore e nel rumore di quelle macchine che sfrecciano pilotate da uomini che combattono per una passione e per un titolo, sembra appassionare anche chi di Formula 1 non si era mai interessato.
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