La prima linea

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Un film di Renato De Maria. Con Fabrizio Rongione, Duccio Camerini, Lino Guanciale, Dario Aita, Michele Alhaique.
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Azione, durata 96 min. - Italia 2009. - Lucky Red uscita venerdì 20 novembre 2009. MYMONETRO La prima linea * * 1/2 - - valutazione media: 2,69 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Rappresentazione con le mani avanti. Valutazione 2 stelle su cinque

di oggiero


Feedback: 15 | altri commenti e recensioni di oggiero
domenica 6 dicembre 2009

Il film inizia con un mea culpa stucchevole e mal recitato che inficia tutto il resto della narrazione. Si intuisce l'intenzione del regista di evitare accuse e grattacapi, una volontà di conformismo, insomma, all'unanime giudizio negativo sul fenomemo terrorismo. Guasta codesto attegiamento poichè, veramente convinto di ciò che estrinseca nel mea culpa per bocca del protagonista, il regista avrebbe potuto lasciare il giudizio al pubblico. I personaggi sono immersi in una disperata atmfera plumbea priva di qualdiasi luce, avvolti da una pietà che li accarezza per tutto il lungometraggio. E' la pietà dell'italia borghese verso il suo figlio degenere, il militante di sinistra passato alla prassi rivoluzionaria, giudicato un immaturo sognatore infarcito di ideologia e totalmente scollato dal sostrato sociale. Il che è vero, ma giova giustificare, compatire, compiangere, esprimere rammarico per il nobile idealista che macchiasi di assassinio dell'indifeso? Dovevamo aspettare anni di silenzio da parte del cinemna italiano per sorbirci ore della solita solfa dei compagni che sbagliano? Assodato che ogni rivale è uomo, padre, marito, figlio ed assodato che l'italia in coro rifiuta l'assassinio politico e di conseguenza la lotta armata come strumento per sovvertire l'ordine costituito, vincolando così a se stessa una società che non ammette l'esistenza di un antagonista. Assodato, dunque che ammazzare è sbagliato, il pubblico di questo lavoro riceve questo messaggio: alla fine degli anni settanta alcuni giovani sognatori si inventarono motivazioni per guerreggiare contro lo status quo. Erano comunisti, ma in italia non esisteva un proletariato rivoluzionario, da ciò si evince che non essendoci il sostrato rivoluzionario l'ordine sociale era giustificato. Spero che questo film apra la strada a rappresentazioni più acute e coraggiose di un Italia infame al punto da suscitare la voglia di uccidere in una grossa parte di una generazione politicamente molto impegnata. Che la maggioranza dei cittadini italiani disagiati a cominciare da gran parte dei meridionali per finire con le innumerevoli fasce sociali prive di identita' non aspirino ad altro che ad una promozione sociale che garantisca un minimo di progettualita' e stabilita' e' un fatto noto e ripetuto fino alla nausea. Che costoro siano privi della volonta' di cambiamento e che non generino senso di identita' e consapevolezza, che siano in attesa di elemosina, insomma, e' altrettanto noto. Compito dell'artista sarebbe rappresentare l'abominevole consorzio di individui e di interessi che noi chiamiamo stato e le conseguenze del suo giogo . Fino ad ora ho visto soltanto un' infantile voglia di assoluzione. L'Italia rimane ignobile anche se il marxismo si rivela dottrina fallimentare ed anacronistica, e la ribellione di quei giovani potrebbe costituire per noi tesoro se solo venisse rappresentata nella sua completezza e senza paura.

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luc66 giovedì 10 dicembre 2009
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ma la ribellione dei giovani (il tesoro di cui giustamente parli) che allora sfociò nel terrorismo adesso in quale modo si dovrebbe concretizzare?

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oggiero martedì 22 dicembre 2009
risposta a luc66
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Salve Luc, grazie per aver letto la mia recensione e grazie per aver manifestato voglia di discutereI giovani hanno oggi il compito di gettare le basi ed eventualmente costruire nuovi edifici culturali che facciano loro da dimora propria ed originale, poichè fra le mura delle costruzioni democratiche ogni tentativo di rivoluzione è risultato essere poco più di un'imbiancata. Rifiutare un' organizzazione sociale significa considerarsi parte di un'altra di cui si conosce il nome e la natura. I giovani, privati dei gusci marxisti e libertari, sono poco più che invertebrati privi di esoscheletri, al contrario rivestiti delle logore carcasse somigliano a vecchie tartarughe che cercano di sfilarsi il guscio. [+]

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