Non c'è più niente da fare |
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Un film di Emanuele Barresi.
Con Rocco Papaleo, Alba Rohrwacher, Paolo Ruffini, Valeria Valeri, Raffaele Pisu.
continua»
Commedia,
durata 95 min.
- Italia 2008.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 8 febbraio 2008.
MYMONETRO
Non c'è più niente da fare ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Senza alcun clamore promozionale ed effetti specia
di Aldo ReinaFeedback: |
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sabato 16 febbraio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Presentato da Federica e Alessandro Cirilli per Teatro Luce, l’8 febbraio è uscito nelle sale di tutta Italia, quasi sottovoce, il film di Emanuele Barresi “Non c’è più niente da fare”. Il sottotitolo “La vita è una commedia” riassume il paradigma che meglio esprime il centro pulsante del film. Una commedia brillante, con notevole caratterizzazione contestuale del soggetto e resa complessiva estemporanea con rilievi emotivi non di poco conto. Una storia abbastanza realistica che narra delle vicende quotidiane di un gruppo di attori dilettanti, che trovano conforto e appagamento alle frustrazioni e alla pochezza della loro vita, ritrovandosi la sera nell’unico spazio teatrale della propria città di provincia. La compagnia teatrale amatoriale “I perseveranti”, prepara la messa in scena della “Cavalleria Rusticana”. Il proprietario del teatro, senza dare alcun preavviso, avvia lo sfratto per cedere i locali ad una più ben redditizia attività bancaria. La compagnia, alla prospettiva di dover rinunciare all’unica attività che soddisfa le propria esigenze espressive ed esistenziali, rinsalda il gruppo e combatte con tutti i mezzi per scongiurare la realizzazione del progetto. Fin qui tutto normale, una trama come tante, senonché la novella di Giovanni Verga si trasferisce dai normali canoni della recitazione teatrale alla vita di ogni singolo personaggio, creando sviluppi paralleli ed un intrecciarsi di azioni e reazioni che stimolano le nervature della storia. Man mano che le scene si alternano e si sviluppano, il film guadagna in interesse, i personaggi acquisiscono personalità e gli attori sostengono i ruoli con disarmante semplicità e coerenza. L’ottimo Stefano Filippi (nella parte del regista), diventa il punto focale della storia, la sua performance risulta naturale, senza picchi di protagonismo eccessivo e per questo convincente. Cristina Cirilli (Chiara), la donna amata dal regista, si disimpegna con molto carisma, il suo ruolo è accattivante e difficile, l’attrice segue una linea di recitazione consona al personaggio. Rocco Papaleo (l’avvocato), notevole la sua recitazione nel ruolo del marito che tradisce e che viene tradito. Significativa la scena in cui la moglie gli confessa il proprio tradimento, in questa sequenza e in quelle che seguono il Papaleo dà il meglio di sé con risultati sorprendenti. Affascinante ed eterea Alba Rowrwacher nel ruolo di Letizia, ragazza delicata alla ricerca dell’amore, che tenta il suicidio per un eccesso di sensibilità e che alla fine trova il rifugio ai propri slanci sentimentali in Ivan, ben rappresentato da Paolo Ruffini. Una panoramica di personaggi ben contraddistinti: che dire del “cattivo”, della simpatica “costumista” con la mania della superstizione, del “falegname” artista. Ogni attore trova una collocazione importante finalizzata alla storia, ognuno compone una propria nicchia interpretativa. Tutto il cast s’impegna al meglio delle proprie possibilità artistiche, sia individualmente che nell’amalgama di gruppo, il risultato evidenzia la qualità di un film girato con indubbia passione e con simbiosi d’intenti. Da sottolineare la partecipazione di Raffaele Pisu e Valeria Valeri, grandi protagonisti delle platee teatrali e televisive, che hanno regalato un tocco di classe con la semplicità e l’immediatezza dei grandi attori. La regia di Emanuele Barresi è sicura, di grande professionalità e di rimarchevole attenzione e sensibilità nelle scelte registiche e nel montaggio Il film risulta ricco colpi di scena, con un’alternanza di situazioni comiche e prominenze emotive, con una conduzione lineare e scevra da ogni qualsivoglia esasperazione commerciale. Aldo Reina
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