Un'impresa da Dio

Un film che in realtà non ha molto da dire. Si cerca di non scandalizzare nessun teocon, con possibili battute inrispettose, si cerca una morale che faccia contenti tutti, si crea un senatore cattivo, ma immaginario (e non si accenna a nessuna guerra) per non infastidire nessun americano, neanche il più patriottico. Ma il risultato è un film decisamente troppo timido, che sembra non volere scontentare nessuno, di non voler graffiare nessuno con una satira pesante (e in questo film la satira è inesistente) col risultato che le battute sono un po' vecchie e prevedibili, come fossero cose già viste. certo, sarebbe stato anche sbagliato fare un film volgare, pieno di battutaccie orride su di un argomento (la religione) che va trattato, fedeli o no, con rispetto. Però così... Il secondo problema è il povero S. Carrel, che si impegna visibilmente, diventa anche simpatico al pubblico, ma non riesce a non far rimpiangere Jim Carrey, che nonostante i suoi sforzi rimane un gradino più su di lui in tutto. Dire che Morgan Freeman è bravo è un po' tanto, visto quanto poco fa, ma si riconosce il mestiere con cui sbriga la parte. Intelligente la riflessione, che fa Dio con la moglie di Baxter dentro il caffè