In memoria di me |
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Un film di Saverio Costanzo.
Con Christo Jivkov, Filippo Timi, Marco Baliani, André Hennicke, Fausto Russo Alesi.
continua»
Drammatico,
durata 115 min.
- Italia 2006.
- Medusa
uscita venerdì 9 marzo 2007.
MYMONETRO
In memoria di me ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Lo "specchio" dell'anima
di ElisaFeedback: |
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sabato 7 aprile 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
In memoria di me è un film complesso dai toni forti, di sguardi e grandi silenzi. Film che fa riflettere e costringe a guardarsi dentro. Come dice Saverio Costanzo: “ i personaggi sono degli specchi, ognuno di noi può riflettersi in uno di loro”, forse per questo non hanno passato e non sappiamo nulla di ciò che hanno fatto prima di entrare in convento, un’effetto voluto per immedesimarci con Andrea, Zanna o Panella. Andrea è un freddo osservatore, giudica tutto passa sotto il suo sguardo curioso è incapace di amare se stesso e gli altri. Andrea mi ricorda alcuni membri dell’alto clero o alcuni sacerdoti che riducono la religione a semplici gesti rituali privi di significato e il vangelo a dogma e calcolo c’è ne ricordano i versetti, lo commentano con parole enfatiche i passi ma il vero significato quello profondo di parole così esplosive lo hanno dimenticato o non lo hanno mai compreso. Ma non solo loro potrebbe essere anche un professore universitario o qualunque altra “guida”, persone che non hanno capito o perso il senso del loro insegnamento. Il vangelo va vissuto non spiegato, se ne perdessimo le copie dovremmo spiegarlo con i gesti e con le opere come dice Zanna. La religione è una cosa tutta interiore imporre come la si deve spiegare, come pregare e dove questo è annullare il senso critico. Andrea vacilla sta per cedere al dubbio, la sua è vocazione vera o semplice paura di vivere? Non trova il coraggio di lasciare, Andrea si chiude nel sicuro della chiesa, muore la sua coscienza, muore come il malato nell’infermeria. Sorride ambiguamente nel finale, ci vuole dire che per il momento rimane sull’isola e poi chissà…..forse ci ripenserà o diverrà il “Gesuita perfetto? Zanna sigilla le labbra del superiore piene di vuote parole con un bacio d’amore, amore per Dio, e decide di vivere il vangelo nel mondo, lo vediamo trovare la sua strada finalmente sorridente libero da qualunque costrizione. Andrea e Zanna come un’unica persona quindi ma che vanno per strade diverse, due scelte opposte. Io sto con Zanna. La chiesa si sta allontanando troppo dalle persone, bisogna tornare alla purezza originaria a testimoniare il Vangelo con i fatti. Il film non va letto in chiave solo religiosa non è infatti un film sul cristianesimo o basato su luoghi o un ordine religioso reale , ma in generale il senso forte di smarrimento che c’è nel mondo, ci si affida sempre di più a religioni orientali o ad ipotetici maestri, ci si rinchiude e non per forza in un monastero, ma anche la mente o la realtà virtuale sono dei luoghi in cui cerchiamo di fuggire il mondo, la vita e la realtà.
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