nerofelix
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mercoledì 25 ottobre 2006
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meglio di tanti altri
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Non è che io sia espressamente un fan del genere fantascientifico ma mi è parso che questo film meritasse una menzione. Magari non è un capolavoro, gli attori (tutti comunque professionali) non si producono in virtuosismi di alta scuola, gli effetti speciali sono discreti ma non travolgenti, la storia è gradevole ma non originalissima. Insomma, un prodotto (secondo me) che non entra nel "cult" ma che è mediamente superiore agli standard attuali. Il messaggio che il film offre alla nostra riflessione è condivisibile, con qualche piccola concessione ad un buonismo che, però, non infastidisce e rende la vicenda a tratti fantaromantica. Magari se il regista si fosse fatto prendere un po' meno la mano dai funambolismi degli scontri tra buoni (sempre vittoriosi) e cattivi (che neanche in 50 riescono a fermare l'eroina di turno), sarebbe stato meglio.
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Non è che io sia espressamente un fan del genere fantascientifico ma mi è parso che questo film meritasse una menzione. Magari non è un capolavoro, gli attori (tutti comunque professionali) non si producono in virtuosismi di alta scuola, gli effetti speciali sono discreti ma non travolgenti, la storia è gradevole ma non originalissima. Insomma, un prodotto (secondo me) che non entra nel "cult" ma che è mediamente superiore agli standard attuali. Il messaggio che il film offre alla nostra riflessione è condivisibile, con qualche piccola concessione ad un buonismo che, però, non infastidisce e rende la vicenda a tratti fantaromantica. Magari se il regista si fosse fatto prendere un po' meno la mano dai funambolismi degli scontri tra buoni (sempre vittoriosi) e cattivi (che neanche in 50 riescono a fermare l'eroina di turno), sarebbe stato meglio. Ma nel complesso, per amanti della fantascienza, resta un film da vedere piacevolmente... e dimostra che anche produzioni non miliardarie e attori non pluridecorati possono far trascorrere un paio d'ore di "serenity" davanti ad uno schermo. Tre stelle.
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dave san
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sabato 5 gennaio 2013
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un gioiellino sci-fi, coinvolgente e ironico
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Questo film è reduce da una serie televisiva che non ha ottenuto grande seguito di pubblico. La serie TV d'origine è stata cancellata dopo la prima stagione. Whedon ha pensato bene di riscattarsi creando un seguito filmico del progetto Firefly. Ottima idea. Diversamente dagli episodi, il film ha una fotografia più satura. Il limite (?) della serie poteva forse essere un impatto visivo leggermente “retrò”. Azzeccato (se vogliamo), per uno space western come Firefly, piuttosto che per un thriller metropolitano.
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Questo film è reduce da una serie televisiva che non ha ottenuto grande seguito di pubblico. La serie TV d'origine è stata cancellata dopo la prima stagione. Whedon ha pensato bene di riscattarsi creando un seguito filmico del progetto Firefly. Ottima idea. Diversamente dagli episodi, il film ha una fotografia più satura. Il limite (?) della serie poteva forse essere un impatto visivo leggermente “retrò”. Azzeccato (se vogliamo), per uno space western come Firefly, piuttosto che per un thriller metropolitano. Si evidenziava anche una certa moderazione nel rappresentare situazioni più nervose o sanguigne. Il film non è imbavagliato in questo senso. I personaggi restano sempre alla mano, rinnovati per un uso cinematografico. Tutto gravita attorno a eroi umani ed esilaranti. River, la ragazza in fuga, acquista un fascino oscuro, oltre che tangibile. L'azione è più rapida, le atmosfere più cupe. La luce interviene di prepotenza con sequenze mirate. Il cattivo di turno invece sembra una sorta di transfert visivo. L'interpretazione di Chiwetel Ejiofor, assume una valenza scenica: niente uniformi o elmi neri, alla Darth Vader, ma una divisa blu e un’aria da mietitore gelido e implacabile. Bene e male (Reivers compresi), si bilanciano in spessore. L’incontro-scontro tra i due poli è giostrato con abilità narrativa, umorismo e qualche inserto horror. I personaggi di corredo restano al loro posto. La storia si apre, si sviluppa e si chiude, simply. Consigliato a chi vuole vedere comuni mortali entrare in azione a bordo di un’astronave, perforando l’esosfera. Per tutto il resto, nel bene o nel male, c’è il rampollo The Avengers.
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alexander 1986
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venerdì 21 febbraio 2014
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esempio di umanesimo fantascientifico.
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In un futuro lontano di 500 anni l'umanità si è ormai diffusa nello spazio, ma la civilizzazione no: anzi, a fronte di uno sviluppo tecnologico immenso e di una tecnocrazia imperante, è diventato persino più facile incappare in brutti incontri, magari in colonie isolate e pericolose come un Far West d'antica memoria. Mal Reynolds (Nathan Fillion) è un ex-soldato riciclatosi a comandante di una piccola nave trasporto (la 'Serenity' del titolo), dimesticandosi con attività poco lecite e con le bizze di un equipaggio piccolo ma litigioso - che però è l'unica famiglia che ha. Fra i suoi compagni di viaggio c'è una ragazza speciale, River Tam (Summer Glau), che nasconde poteri straordinari e soprattutto un terribile segreto che costringerà a Mal e ai suoi amici a fare i conti con pericoli ben maggiori di quelli ai quali sono preparati.
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In un futuro lontano di 500 anni l'umanità si è ormai diffusa nello spazio, ma la civilizzazione no: anzi, a fronte di uno sviluppo tecnologico immenso e di una tecnocrazia imperante, è diventato persino più facile incappare in brutti incontri, magari in colonie isolate e pericolose come un Far West d'antica memoria. Mal Reynolds (Nathan Fillion) è un ex-soldato riciclatosi a comandante di una piccola nave trasporto (la 'Serenity' del titolo), dimesticandosi con attività poco lecite e con le bizze di un equipaggio piccolo ma litigioso - che però è l'unica famiglia che ha. Fra i suoi compagni di viaggio c'è una ragazza speciale, River Tam (Summer Glau), che nasconde poteri straordinari e soprattutto un terribile segreto che costringerà a Mal e ai suoi amici a fare i conti con pericoli ben maggiori di quelli ai quali sono preparati.
Serenity è nato come conclusione della serie tv sci-fi 'Firefly' (2002-03), un flop che ha chiuso i battenti dopo una sola stagione. Pare - non lo sapevo - che sia arrivata anche in Italia, e che sia stata trasmessa nel 2006.
Io sono stato di quei tanti che da adolescenti seguivano la serie-principe di Whedon ''Buffy the Vampire Slayer'', di quei pochi che l'hanno seguita fino alla fine (stagione VII, 2003) senza annoiarsi, e soprattutto uno dei pochissimi a non averlo fatto per sbavare su S. M. Gellar bensì perché innamorati del talento di Whedon.
Sì, perché il buon Joss (sceneggiatore, oltre che regista dei suoi film) è uno dei pochi registi che sappiano prendere un manipolo di attori senz'arte né parte, ritagliare loro personaggi come abiti su misura, metterli insieme in alchimie frizzanti e infine farceli conoscere in mezz'ora come se fossero vecchi amici. Ed è inoltre il migliore - dico sul serio - fra i registi che io conosca nel saper giocare tra registri narrativi diversi; anche in Serenity, come in Buffy, Whedon si diverte a mescolare il serio e il faceto, l'ironia e il melodramma, senza mai una sbavatura. Complice una sceneggiatura sempre brillante e ispirata, con battute che non scadono mai nel banale e anzi rivelano una cultura, non solo pop, piuttosto evoluta.
Il vero difetto di Serenity consiste secondo alcuni nell'assenza di vere e proprie 'scene madri', o comunque di quelle scene ad alta spettacolarità che sono diventate un must per ogni pellicola odierna. Premesso che Whedon ha dimostrato di saperci fare anche in tal senso con il recente 'The Avengers' (2012), occorre dire che questo film non ha goduto di un budget ricchissimo. E comunque il fatto di avere un'aria da film anni '70 mi è sembrato un pregio, più che un difetto. In un tempo in cui una nullità come 'Gravity' (2013) rischia di vincere l'Oscar, ben venga un salutare pauperismo fantascientifico.
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fede slevin
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giovedì 4 giugno 2015
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un mix di "gia visto" che non stona
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Malcolm e il suo equipaggio di mercenari solcano lo spazio in cerca di lauti guadagni a bordo dell'amata "Serenity", nave, casa e inseparabile compagna di vecchia data. La loro vita, però, viene sconvolta quando si fanno carico di due fuggitivi, il dottor Simon Tam e sua sorella River, medium dal potenziale spropositato. Ella, grazie alle sue visioni, viene a conoscenza di segreti che l'Alleanza (sorta di governo interplanetario) vuole che rimangano tali. Inizierà cosi una dura lotta per la sopravvivenza che metterà contro, libertà e dispotismo, verità e ordine, amore e fede.
Fin dalle prime sequenze, si viene catapultati dentro a un inedito Guerre Stellari, coi suoi paesaggi desertici, il Ian Solo di turno innamorato della propria nave, mercenario e ribelle, dal look western e lo stile nello sparare che ricorda il buon vecchio Clint in versione spaziale.
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Malcolm e il suo equipaggio di mercenari solcano lo spazio in cerca di lauti guadagni a bordo dell'amata "Serenity", nave, casa e inseparabile compagna di vecchia data. La loro vita, però, viene sconvolta quando si fanno carico di due fuggitivi, il dottor Simon Tam e sua sorella River, medium dal potenziale spropositato. Ella, grazie alle sue visioni, viene a conoscenza di segreti che l'Alleanza (sorta di governo interplanetario) vuole che rimangano tali. Inizierà cosi una dura lotta per la sopravvivenza che metterà contro, libertà e dispotismo, verità e ordine, amore e fede.
Fin dalle prime sequenze, si viene catapultati dentro a un inedito Guerre Stellari, coi suoi paesaggi desertici, il Ian Solo di turno innamorato della propria nave, mercenario e ribelle, dal look western e lo stile nello sparare che ricorda il buon vecchio Clint in versione spaziale. Ma gli spunti non finiscono qui. Che dire dell'agilissima ma spaventata River, capace di diventare una macchina da guerra se stimolata nel modo giusto? Pillola rossa o Pillola blu? Il tutto, per gli amanti dei videogiochi, condito da quella irresistibile impronta Final Fantasyana capace di incollare lo spettatore allo schermo ed essere rapito dal fascino dei personaggi che, diciamolo, sono il vero motore della pellicola. Sì, perchè a ben guardare, la trama non presenta nulla di speciale, se non il mistero finale che serve a dare un pizzico di pepe a una narrazione che, di fatto, scivolerebbe semplicemente tra una missione e l'altra del carismatissimo equipaggio di Mal. A dare uno spessore culturale alla storia contribuisce il tema, quanto mai moderno, della colonizzazione, col pretesto di portare la civiltà a scapito delle libertà locali (Occidente con Medio oriente ora, Americhe e Africa nel passato) e lo scontro Amore-Fede (Fede come credere ciecamente in qualcosa non puramente spirituale) nel senso che entrambi danno quella marcia in più capace di far superare tutto e tutti, ma che alla fine vedrà vincere il primo, l'amore fraterno o nei confronti di una nave, la propria casa. Ma si tratta comunque di tematiche appena citate e volutamente non approfondite, perchè Serenity si lascia guardare a prescindere, con il potere magnetico dello spettacolo (mai fine a se stesso) e coi suoi effetti speciali decisamente mediocri che, considerato il balzo tecnologico compiuto negli ultimi dieci anni, non stonano ugualmente. Un film, dunque, che coinvolge dall'inizio alla fine nonostante una trama banalissima e capace di raggiungere il climax nell'emozionante, spettacolare, adrenalinico scontro finale in cui River scambia i nemici per copie dell'agente Smith, danzando sulle loro facce con la suola delle scarpe. Da menzionare la colonna sonora, azzeccatissima in ogni sequenza.
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angela cinicolo
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venerdì 18 aprile 2008
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provaci ancora joss
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Prova a sfoderare per il grande schermo le sue accattivanti doti di cinesta, già apprezzate nel mondo dei serial, con l'effetto d'un temuto e abile samurai al quale s'inceppa la katana nel saya il millantato creatore di Buffy e del suo spin-off, Angel. Dietro la macchina da presa come un teenager col suo fiero joystick in dotazione con l'ultima consolle sul mercato, fa aggirare un manipolo di esseri umani, che osanna all'equipaggio di Star Trek e il cui capitano fa il verso al lontano Indiana, tra navicelle che si schiantano l'una contro l'altra, come in Star Wars, sul background di ambientazioni cosmiche simili a certe realtà parallele di Matrix, nei cieli e nei mondi in cui si sta diffondendo a macchia d'olio lo spettro del peccato.
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Prova a sfoderare per il grande schermo le sue accattivanti doti di cinesta, già apprezzate nel mondo dei serial, con l'effetto d'un temuto e abile samurai al quale s'inceppa la katana nel saya il millantato creatore di Buffy e del suo spin-off, Angel. Dietro la macchina da presa come un teenager col suo fiero joystick in dotazione con l'ultima consolle sul mercato, fa aggirare un manipolo di esseri umani, che osanna all'equipaggio di Star Trek e il cui capitano fa il verso al lontano Indiana, tra navicelle che si schiantano l'una contro l'altra, come in Star Wars, sul background di ambientazioni cosmiche simili a certe realtà parallele di Matrix, nei cieli e nei mondi in cui si sta diffondendo a macchia d'olio lo spettro del peccato. L'impresa, coadiuvata da un pastore-oracolo e da personaggi sterili, è salvare una medium epilettica dalle forze del male e, per i più esigenti, "tanti mondi" in cui hanno preso ad aggirarsi manichini paragonabili solo agli ultimi morti viventi. E, tra le inquadrature sballottolate tra i volti di attori fiacchi e innocui, non mancano dialoghi vuoti ed ammiccanti diluiti -sic- con citazioni scomodate dalla filosofia orientale e coagulati in Godzilla e, perfino, in Baudelaire.
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