L'impero dei Lupi

Roberto Nepoti

Jean Reno, poliziotto veterano, viene richiamato in servizio per portare aiuto a un giovane collega in difficoltà, che indaga su un presunto serial-killer di immigrati clandestini turchi. L’affare si complica ulteriormente quando vi si aggiungono una setta criminale, gli occhiuti servizi segreti francesi e una giovane donna sofferente di amnesia. Se le premesse ricordano fin troppo da vicino I fiumi dì porpora (stesso attore; stesso autore del romanzo, Jean-Christophe Grangé; innesco molto simile), il seguito non fa altro che moltiplicare e confondere le piste, costringendoli a seguire una trama incanalata su due binari paralleli. Con il paradossale esito dì riuscire quasi a “seminare” lo spettatore - e insieme la sua attenzione.
Solo alcune scene lasciano una traccia nella memoria, e sono quelle che riguardano la comunItà degli immigrati turchi di Parigi, decrepita, claustrofobica e fantasmatica come in un racconto dell’orrore. A conti fatti, però, L’impero dei lupi è un altro esempio del tipico prodotto francese ad alto budget, destinato all’esportazione non meno che al mercato interno: abbondanza di mezzi produttivi, una star conosciuta anche dall’altra parte dell’Oceano (Reno), regista allevato a dosi industriali dì film americani, molte scene d’azione e musica sparata a mille. Però Chris Nahon si deve essere nutrito, con abbondanza anche dei po1iziotteschi italiani anni 70 e 80.
da La Repubblica, 30 settembre 2005


di Roberto Nepoti, 30 settembre 2005