atarp
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sabato 19 marzo 2005
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tra vergogna e coscienza
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Hotel Rwanda comincia con lo schermo nero - forse buio, forse o-scuro. Una voce radiofonica emette slogan di guerra e rivoluzione; di razzismo .Una voce che lentamente riuscirà a trascinare nella rabbia e nella barbarie un popolo contro un'altro. L'africa, o "certa" Africa, non interessa a nessuno, nemmeno alla stampa e alla televisione del mondo moderno, quello più avanzato e benestante. Quando la tragedia è alle porte, tutti scappano - caschi blu e giornalisti -, tornano a casa, ai loro paesi. Nessuno potrà restare a documentare una guerra che non deve esistere, quasi che non può essere resa nota. E in effetti del Ruanda abbiamo sentito parlare ben poco in quel periodo, mentre quasi un milione di persone veniva trucidato e massacrato.
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Hotel Rwanda comincia con lo schermo nero - forse buio, forse o-scuro. Una voce radiofonica emette slogan di guerra e rivoluzione; di razzismo .Una voce che lentamente riuscirà a trascinare nella rabbia e nella barbarie un popolo contro un'altro. L'africa, o "certa" Africa, non interessa a nessuno, nemmeno alla stampa e alla televisione del mondo moderno, quello più avanzato e benestante. Quando la tragedia è alle porte, tutti scappano - caschi blu e giornalisti -, tornano a casa, ai loro paesi. Nessuno potrà restare a documentare una guerra che non deve esistere, quasi che non può essere resa nota. E in effetti del Ruanda abbiamo sentito parlare ben poco in quel periodo, mentre quasi un milione di persone veniva trucidato e massacrato. Fa male sentirsi occidentali dopo aver visto questo bel film di denuncia; nonostante sia passato già troppo tempo dal periodo di quel folle genocidio, Hotel Rwanda scava nelle coscienze di ognuno di noi e ci fa pensare a ciò che è stato e, soprattutto a ciò che sarà dei nostri comportamenti politico-economici. L'occidente è colpevole di aver lasciato che accadessero quei misfatti ma soprattutto, non potrà mai essere perdonato per avere sùbito dimenticato, di proposito, un così grave disastro in virtù del quale aiuto non avrebbe fruttato alcun beneficio a nessuno di noi .
Hotel Rwanda dimostra che anche la stampa e l'informazione diventano schiavi (o padroni??) di una manipolazione dittatoriale politica, pilotata da signori s-conosciuti che condannano ogni singola coscienza di miliardi di persone in una sola, sporca e falsa coscienza umana.
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laurence316
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venerdì 10 febbraio 2017
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la storia di un genocidio volutamente ignorato
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Scritto (con K. Pearson) e diretto da George, Hotel Rwanda è un film convincente e sinceramente emozionante, che narra di una delle pagine più buie della storia recente dell'Africa.
A partire dall'inizio di aprile fino a metà luglio 1994, tra l'indifferenza delle nazioni occidentali, un numero imprecisato, tra le 800.000 e il milione di persone appartenenti alla minoranza Tutsi, vennero sistematicamente massacrate principalmente a colpi di machete, da parte di diversi membri della maggioranza Hutu. Si è trattato di un genocidio pianificato dai più alti vertici del governo del paese.
Milizie paramilitari come la Interahamwe e la Impuzamugambi, con il supporto dell'esercito governativo, diedero inizio al massacro su incitazione, tra gli altri, del presentatore radiofonico Kantano, il 6 aprile, a seguito dell'uccisione del presidente Juvenal Habyarimana (l'aereo su cui viaggiava fu fatto schiantare), atto di cui furono accusati i Tutsi.
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Scritto (con K. Pearson) e diretto da George, Hotel Rwanda è un film convincente e sinceramente emozionante, che narra di una delle pagine più buie della storia recente dell'Africa.
A partire dall'inizio di aprile fino a metà luglio 1994, tra l'indifferenza delle nazioni occidentali, un numero imprecisato, tra le 800.000 e il milione di persone appartenenti alla minoranza Tutsi, vennero sistematicamente massacrate principalmente a colpi di machete, da parte di diversi membri della maggioranza Hutu. Si è trattato di un genocidio pianificato dai più alti vertici del governo del paese.
Milizie paramilitari come la Interahamwe e la Impuzamugambi, con il supporto dell'esercito governativo, diedero inizio al massacro su incitazione, tra gli altri, del presentatore radiofonico Kantano, il 6 aprile, a seguito dell'uccisione del presidente Juvenal Habyarimana (l'aereo su cui viaggiava fu fatto schiantare), atto di cui furono accusati i Tutsi. Terribili atti di violenza furono perpetrati nei 100 giorni seguenti, e, tra le altre cose, almeno 500.000 donne Tutsi furono ripetutamente stuprate da membri dell'Interahamwe e della Forza di Difesa del Ruanda, come parte di un piano diabolico per diffondere il contagio da HIV e portarle così, in modo diverso, più lento e doloroso, alla morte. Anche questo è stato di conseguenza visto come un atto di genocidio, in quanto volto all'annientamento di un intero gruppo etnico, ed è stato denominato "stupro genocidiale".
E il tutto, come il film non manca di ricordare, è avvenuto mentre molti volsero lo sguardo e finsero di non vedere: dalla Francia che non solo non fermò in alcun modo i massacri ma che anzi ebbe un ruolo fondamentale, negli anni precedenti, nell'armare ed addestrare le FDR, al Belgio e a diversi altre nazioni che inviarono contingenti all'unico scopo di salvare i propri concittadini, lasciando i ruandesi tutsi e hutu moderati perseguitati in balia degli eventi, agli Stati Uniti, che posero il veto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e impedirono di riconoscere il genocidio, preoccupandosi, come si evince anche da una scena del film, più che altro di fare assurde distinzioni lessicali tra "atti di genocidio" e "genocidio".
E' un film che colpisce ancora di più per il fatto che ciò che narra è realmente accaduto, e per la sua capacità di fondere storia individuale (di una sorta di novello Schindler, di cui Cheadle offre una memorabile interpretazione) e contesto sociale generale del periodo. Un'opera impegnata, importante e da vedere, che non mancherà di far riflettere. Evita i moralismi e le melensaggini, e bilancia perfettamente denuncia e suspense. Una cronaca appassionata e illuminante, un film di grande impatto e pieno di momenti toccanti e indimenticabili (fra tutti, la scena della strada lastricata di cadaveri avvolta nella nebbia). Hotel Rwanda è un film necessario, duro, difficile da digerire come è giusto che sia, realistico, e avrebbe meritato maggior diffusione. Perché, infatti, un po’ come nel caso degli eventi narrati, è passato un po’ troppo inosservato.
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ale9191
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martedì 22 febbraio 2011
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il coraggio di un uomo normale
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Raccontare una battaglia, una guerra o un evento storico di qualsiasi genere non è mai facile, figurarsi il genocidio del 1994 in Ruanda! Nonostante conoscessi a grandi linee i fatti storici non sapevo nulla di questo uomo e del suo enorme gesto di coraggio, più unico che raro e che ricorda molto la lista di Schindler. Già dalle prime scene si capisce subito a quale modello di vità ci riferiamo, passando dai quartieri agiati in cui vive Paul fino alle zone più povere della città, come è forte il richiamo alla forte corruzione fin dalle prime battute. La rappresentazione degli scontri tra rivoltosi e gente comune ha un realismo allarmante conferendo al tutto drammaticità e suspance fino al termine.
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Raccontare una battaglia, una guerra o un evento storico di qualsiasi genere non è mai facile, figurarsi il genocidio del 1994 in Ruanda! Nonostante conoscessi a grandi linee i fatti storici non sapevo nulla di questo uomo e del suo enorme gesto di coraggio, più unico che raro e che ricorda molto la lista di Schindler. Già dalle prime scene si capisce subito a quale modello di vità ci riferiamo, passando dai quartieri agiati in cui vive Paul fino alle zone più povere della città, come è forte il richiamo alla forte corruzione fin dalle prime battute. La rappresentazione degli scontri tra rivoltosi e gente comune ha un realismo allarmante conferendo al tutto drammaticità e suspance fino al termine. Il cerchio quadra con l'ottima interpretazione di Chedle giustificando in pieno la sua candidatura al premio Oscar. Si meritava sicuramente molta più pubblicità e qualche incasso in più nelle sale cinematografiche.
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molenga
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lunedì 21 gennaio 2013
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magistrale don cheadle
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"hotel Rwanda" racconta la storia vera di un direttore d'albergo, Paul, che lavora per conto della belga sabena in un 4 stelle con clienti super ricchi e che, al degenerare della ribellione tutsi e ella repressione( un genocidio) di questa minoranza da parte degli hutu, si rende conto di esser stato trattato come una scimmietta ammaestrata da tutti coloro che l'hanno elevato socialmente, di aver comprato tuti i suoi privilegi e trova una nuova umanità aiutando a salvarsi piùdi 1 200 persone tra tutsi e hutu(egli stesso è huto, ma sua moglie è tutsi). in una disperata corsa contro i propri limiti, guidato dall'evidenza di essere l'unico in grado di aiutare se stesso e gli innocenti che lo circondano, crea un'enclave di salvezza nell' hotel che dirige, aiutato, per quanto possibile, da un ufficiale dell'onu(nolte) e da una volontaria della croce rossa( la barkin).
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"hotel Rwanda" racconta la storia vera di un direttore d'albergo, Paul, che lavora per conto della belga sabena in un 4 stelle con clienti super ricchi e che, al degenerare della ribellione tutsi e ella repressione( un genocidio) di questa minoranza da parte degli hutu, si rende conto di esser stato trattato come una scimmietta ammaestrata da tutti coloro che l'hanno elevato socialmente, di aver comprato tuti i suoi privilegi e trova una nuova umanità aiutando a salvarsi piùdi 1 200 persone tra tutsi e hutu(egli stesso è huto, ma sua moglie è tutsi). in una disperata corsa contro i propri limiti, guidato dall'evidenza di essere l'unico in grado di aiutare se stesso e gli innocenti che lo circondano, crea un'enclave di salvezza nell' hotel che dirige, aiutato, per quanto possibile, da un ufficiale dell'onu(nolte) e da una volontaria della croce rossa( la barkin).
Un film Bellissimo, duro da digerire ma necessario, con un attore incredibilmente non premiato con l'oscar.
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samanta
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mercoledì 3 settembre 2025
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un uomo solo di fronte a una strage
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Uscito nel 2004 basato su fatti reali avvenuti in Ruanda nel 1994, ha la regia di Terry George regista irlandese naturalizzato USA (Una scelta d'amore, La guerra dei bugiardi) e anche sceneggiatore (Corte marziale, questo film).
L'ambiente è il Ruanda paese confinante con il Congo, la Tanzania e l'Uganda, filno al 1918 colonia tedesca passò sotto il controllo del Belgio che applicarono una pesante distinzione razziale, già prevista dai tedeschi, tra gli Hutu (Bantù) grande maggioranza e i Tutsi (detti anche Watussi) circa un 15/20% e la piccola minoranza di pigmei. I tutsi considerati razzialmente più evoluti vennero collocati nei posti di comando, gli Hutu erano la forza lavoro,quanto ai pigmei erano neanche considerati.
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Uscito nel 2004 basato su fatti reali avvenuti in Ruanda nel 1994, ha la regia di Terry George regista irlandese naturalizzato USA (Una scelta d'amore, La guerra dei bugiardi) e anche sceneggiatore (Corte marziale, questo film).
L'ambiente è il Ruanda paese confinante con il Congo, la Tanzania e l'Uganda, filno al 1918 colonia tedesca passò sotto il controllo del Belgio che applicarono una pesante distinzione razziale, già prevista dai tedeschi, tra gli Hutu (Bantù) grande maggioranza e i Tutsi (detti anche Watussi) circa un 15/20% e la piccola minoranza di pigmei. I tutsi considerati razzialmente più evoluti vennero collocati nei posti di comando, gli Hutu erano la forza lavoro,quanto ai pigmei erano neanche considerati. Tale distinzioni vennero inserite nei documenti d'identità e ufficali e costituirono un mezzo successivamente per individuare i tutsi anche perchè le differenze fisiche spesso non erano rilevanti, i Tutsi probabilmente era una popolazione nilotica da vari secoli lì stanziata, i Tutsi spesso erano più alti e con la pelle più chiara ma la lingua era la stessa come gran parte dei costumi e delle usanze, oltretutto esistevano Hutu agiati e Tutsi poveri. Raggiunta l'indipendenza gli hutu essendo grande maggioranza conquistarono il potere instaurando una dittatura mono partitica che resistette fino al 1992, ci fu un'opposizione armata del RPF in prevalenza tutsi che perseguitati si erano rifugiati in Uganda, nel 1993 ci fu un accordo di pace che ammise più partiti, ma i disordini continuarono, nel 1994 l'aereo del presidente (donato dai francesi che per anni avevano finanziato ed armato la dittatura) venne abbattuto da un missile mentre atterrava a Kigali. Fu l'inzio di una spaventosa carneficina scatenate dalle milizie hutu contri i tutsi in cento giorni vennero uccisi un milione di persone (la popolazione era di 7) in gran parte tutsi ma anche molti hutu considerati traditori.
Il protagonista è Paul Rusesabagina (Don Cheadle) hutu, direttore di un elegante albergo: l'Hotel des mille collines appartenente ad una catena di proprietà della Sabena, è un uomo tranquillo, sposato con una tutsi Tatiana (Sophie Okonedo) 3 figli, lavora coscienziosamente, facendo rigare dritti i dipendenti (circa 100) ossessionato dalla pulizia, cordiale con gli ospiti, furbo tratta bene con le persone che contano è amico di un grossista Rutaganda che rifornisce l'albergo che è fanaticamente contro gli hutu, e del generaIe Bizimungo che lui corrompe regalandogli bottiglie di wisky. Scoppia la caccia ai tutsi, Paul salva i suoi vicini che la moglie ha nascosto in casa, portandoli all'albergo dove i soldati ONU comandanti dal colonnello Peter Oliver (Nick Nolte), hanno posto un presidio di soli 4 uomini , inizia così un'odissea per Paul che fuggiti gli ospiti bianchi grazie ai paracadutisti belgi e francesi, ospita prima 80 orfani portati dalle suore per evitare il loro massacro, così in poco tempo si rifugiano fino a 1200 persone, con attacchi dei miliziani hutu, con la polizia che di fatto li appoggia, Paul riesce a fermarli una volta per l'intervento del corrotto generale, poi grazie al Presidente della Sabena (Jean Reno) che fa intervenire il governo francese (che riforniva di armi il governo hutu) e così nuovamente l'esercito impedisce un massacro. Dopo molte peripezie un convoglio ONU riesce con difficoltà riesce a portare 800 profughi con Paul nelle zone controllate dalle forze del PDF che riescono a impedire un nuovo massacro.
Il film si rivela avvincente giratto in modo asciutto è quasi un film d'azione, che si colloca però in un avvenimento tragico con il massacro in soli 100 giorni di un milione di persone in gran parte tutsi e anche molti hutu "traditori", ma si presenta in modo intelligente e corretto non riducendo tutto ad una rappresentazione di sangue e corpi smenbrati, con dei poveri disgraziati (specie i bambini presi di mira) uccisi con i machete (importati dalla Cina), coltelli, bastoni e vanghe, in esecuzione della parola d'ordine lanciata dala radio "tagliate gli alberi alti". Il regista intelligemente affronta i massacri, allucinante la scena dell'auto che nella nebbia di notte non riesce a percorrere una strada e Pual scopre che la strada è coperta di cadaveri, però non usa scene truculente o da "grand guignol", ad esempio le donne prima di essere uccise erano stuprate, c'è una scena girata delicatamente si vedono un gruppo di donne malmenate e stuprate in attesa rassegnate della morte. Però nello stesso tempo il regista conosce i tempi e i ritmi dell'azione, ad esempionel finale è emozionante e piena di suspense la fuga dei rifugiati su i camion della Croce Rossa e la bandiera dell'ONU inseguiti da una torma di miliziani armati di bastoni e coltelli che sta per raggiungerli quasi in prossimità del confine ma viene salvata in extremis dai soldi del PDF, che poi storicamente successivamente riuscirono a occupare la capitale Kingali, in conclusione Paul riusci a salvare complessivamente 1268 persone. Don Cheadle versatile e ottimo attore con un buon curriculum (Boogie Nights, Traffic, Codice Swordfish) è un eccellente Paul che nel corso della storia da uomo frivolo, anche se attaccato alla famiglia e al lavoro, simpatico ruffiano nei confronti dei potenti, diventa un uomo consapevole della tragedia assumendosi tutti i rischi di una situazione drammatica, giustamente Don ricevette l'Oscar come migliore attore protagonista. Un film ottimo che fa pensare: il declino dell'Occidente, l'inefficienza dell'ONU e l'odio che serpeggia un pò ovunque.
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