matt 87
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sabato 14 luglio 2007
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bowling for columbine:l'altra faccia dell'america
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Bowling for Columbine è un film attraverso il quale Michael Moore accompagna lo spettatore ad interrogarsi sulle cause che fanno degli Stati Uniti un Paese nel quale violenza,povertà e paura sono presenti in dose ben maggiore di qualsiasi altra nazione al mondo.Il titolo deriva dalla strage del 20 aprile 1999 alla Columbine high school,quando due ragazzi,non molto diversi dai loro coetanei hanno dato vita ad uno dei più tragici massacri di sempre in una scuola,giungendo ad uccidere 12 ragazzi,un insegnante e a togliersi a loro volta la vita.Ma questo drammatico evento è solo il punto di partenza di una più approfondita analisi delle problematiche del Paese,una nazione nella quale ogni anno avvengono mediamente 11000 morti a causa delle armi da fuoco.
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Bowling for Columbine è un film attraverso il quale Michael Moore accompagna lo spettatore ad interrogarsi sulle cause che fanno degli Stati Uniti un Paese nel quale violenza,povertà e paura sono presenti in dose ben maggiore di qualsiasi altra nazione al mondo.Il titolo deriva dalla strage del 20 aprile 1999 alla Columbine high school,quando due ragazzi,non molto diversi dai loro coetanei hanno dato vita ad uno dei più tragici massacri di sempre in una scuola,giungendo ad uccidere 12 ragazzi,un insegnante e a togliersi a loro volta la vita.Ma questo drammatico evento è solo il punto di partenza di una più approfondita analisi delle problematiche del Paese,una nazione nella quale ogni anno avvengono mediamente 11000 morti a causa delle armi da fuoco.Ed è proprio la facilità con la quale si entra in contatto con pistole(addirittura donate dalla banca alla semplice apertura di un conto!tra l'altro vantare reati penali non costituisce una limitazione a ciò!)e con proiettili(acquistabili a basso prezzo in ogni supermercato e anche presso il parrucchiere)a costituire secondo il regista una delle cause dei continui episodi di violenza.Tuttavia Moore dovrà ricredersi quando,in seguito ad un viaggio nel pacifico Canada scoprirà,con gran sorpresa anche dello spettatore che nel Paese più settentrionale dell'America il numero di armi è in proporzione maggiore che non negli States, sebbene il numero di omicidi sia praticamente pari a zero.Così a divenire bersaglio saranno soprattutto i media,colpevoli di diffondere paura facendo il gioco delle lobby in modo da spingere i cittadini a comperare e ad armarsi olte ogni limite. A questo proposito il colpevole viene individuato nella figura di Charton Heston,presidente della National Rifle Associaton(NRA),che non solo sembra insensibile ai diversi omicidi ma che tenta di approfittare del clima di paura presenziando poco dopo la strage di Columbine nella stessa città in modo da sfruttare il clima di insicurezza per persuadere un numero crescente di persone della necessità di armarsi.Pare però esagerato concentrarsi solo su Heston come possibile responsabile,mentre sono preziose le parole di Marylin Manson e di un autore di Southpark,i quali,accusati in diversi momenti da esponenti della società e della politica,esprimono invece pensieri largamente condivisibili riguardo la condizione degli adolescenti.Nonostante la dichiarata adesione di Moore alle idee del partito democratico non si può accusare il documentario di essere eccessivamente di parte,tanto è vero che viene sottolineato come lo stesso 20 aprile 1999 sia stato il giorno che ha visto gli Stati Uniti sganciare il maggior numero di bombe su una regione straniera,il Kosovo(durante il mandato del democratico Bill Clinton).Inoltre il regista è abilissimo nel far riflettere senza adottare però un tono saccente,ma riccorrendo con successo all'ironia,trattando tematiche così delicate in modo assolutamente inimitable.
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paride86
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venerdì 20 febbraio 2009
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interessante e inquietante
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Michael Moore si interroga (e interroga) sul significato di avere un'arma negli Stati Uniti, sulle ragioni della violenza e sul perché nel suo paese sia radicata una certa cultura delle armi che invece è assente nel resto del mondo occidentale. La tesi a cui arriva, dopo molti argomenti e storie trattati, è che la violenza e il crimine dipendono dalla quantità di armi a disposizione dei cittadini e dal loro stato d'animo condizionato dai media.
Il documentario è piuttosto interessante e ne consiglio la visione; credo, comunque, che sia stato girato per un pubblico americano e quindi il regista dia per scontato che si abbia una certa mentalità pronta a giustificare certe opinioni che lui prontamente demolisce con argomentazioni corrette.
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Michael Moore si interroga (e interroga) sul significato di avere un'arma negli Stati Uniti, sulle ragioni della violenza e sul perché nel suo paese sia radicata una certa cultura delle armi che invece è assente nel resto del mondo occidentale. La tesi a cui arriva, dopo molti argomenti e storie trattati, è che la violenza e il crimine dipendono dalla quantità di armi a disposizione dei cittadini e dal loro stato d'animo condizionato dai media.
Il documentario è piuttosto interessante e ne consiglio la visione; credo, comunque, che sia stato girato per un pubblico americano e quindi il regista dia per scontato che si abbia una certa mentalità pronta a giustificare certe opinioni che lui prontamente demolisce con argomentazioni corrette.
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nick castle
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giovedì 2 luglio 2009
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il miglior documentario di tutti i tempi!
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Michael Moore dopo vari programmi televisivi riapproda al cinema con solo un documentario cinematografico alle spalle(Roger & me). Oggi si può tranquillamente dire che per il tema trattato è il documentario meglio realizzato e formalmente perfetto che sia mai stato girato. Probabilmente è il migliore della sua carriera fino ad oggi(e probabilmente di sempre, nonostante anche gli altri suoi documentari siano davvero ottimamente realizzati). Da come parlano gli intervistati sembra che il popolo statunitense sia schiavo di un qualcosa(appunto le armi) che l'ha stregato dai tempi del generale Washington e della costituzione americana(che dice appunto che ogni cittadino può difendersi in tutti i modi, quindi non escluse le armi, ma questa sezione della costituzione è un residuo degli anni della guerra d'indipendeza e questo gli statunitensi lo sanno benissimo).
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Michael Moore dopo vari programmi televisivi riapproda al cinema con solo un documentario cinematografico alle spalle(Roger & me). Oggi si può tranquillamente dire che per il tema trattato è il documentario meglio realizzato e formalmente perfetto che sia mai stato girato. Probabilmente è il migliore della sua carriera fino ad oggi(e probabilmente di sempre, nonostante anche gli altri suoi documentari siano davvero ottimamente realizzati). Da come parlano gli intervistati sembra che il popolo statunitense sia schiavo di un qualcosa(appunto le armi) che l'ha stregato dai tempi del generale Washington e della costituzione americana(che dice appunto che ogni cittadino può difendersi in tutti i modi, quindi non escluse le armi, ma questa sezione della costituzione è un residuo degli anni della guerra d'indipendeza e questo gli statunitensi lo sanno benissimo). Gli stessi statunitensi dichiarano nel documentario che quando nel fine settimana vanno in Canada(almeno quelli nelle vicinanze del confine), l'ambiente è più sereno, meno teso, mentre da loro è quasi impossibile rilassarsi! Ma va?
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filippo catani
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sabato 31 agosto 2013
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il dramma delle armi per tutti negli usa
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Prendendo spunto dalla terribile tragedia che sconvolse la Columbine School, Micheal Moore indaga sul dilagare delle armi da fuoco negli USA e sulla spirale di violenza che li attraversa.
Da noi aprendo un conto in banca possono regalarti una bicicletta o un ipad; negli USA si può ottenere un "meraviglioso" fucile di precisione che non sbaglia un colpo come ribadisce euforico l'addetto. Ecco basterebbero già quei primi due minuti per mostrare l'abisso che separa le due sponde dell'atlantico. Armi libere, munizioni a volontà sono all'ordine del giorno. Sono oltre undicimila in un anno i morti che fanno le armi da fuoco negli USA; un numero stratosferico specie se paragonato a quello degli altri paesi occidentali.
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Prendendo spunto dalla terribile tragedia che sconvolse la Columbine School, Micheal Moore indaga sul dilagare delle armi da fuoco negli USA e sulla spirale di violenza che li attraversa.
Da noi aprendo un conto in banca possono regalarti una bicicletta o un ipad; negli USA si può ottenere un "meraviglioso" fucile di precisione che non sbaglia un colpo come ribadisce euforico l'addetto. Ecco basterebbero già quei primi due minuti per mostrare l'abisso che separa le due sponde dell'atlantico. Armi libere, munizioni a volontà sono all'ordine del giorno. Sono oltre undicimila in un anno i morti che fanno le armi da fuoco negli USA; un numero stratosferico specie se paragonato a quello degli altri paesi occidentali. Il secondo problema è però rappresentato da chi soffia sul fuoco: mass media e non solo che non perdono occasione per instillare paura nella gente che quindi si barrica in casa armata fino ai denti. Su questo aspetto Moore mostra la clamorosa differenza con il vicino Canada dove quasi ogni famiglia ha un fucile da caccia ma le cose vanno molto meglio. Ultima ma non certo per importanza è la questione sociale. Tanti giovani crescono in città fantasma senza attività da svolgere siano lavorative o di svago. Così l'unico diversivo è la violenza. Per non parlare delle scuole (specialmente se pubbliche) dove il bullismo è all'ordine del giorno insieme all'emarginazione che ne scaturisce e che sono i detonatori troppo spesso delle stragi a cui siamo ahimè abituati. Inoltre se i genitori devono stare via ore e ore per lavorare e potersi permettere l'assistenza sanitaria e non solo la frittata è tragicamente servita. Purtroppo duole vedere che a oltre 10 anni di distanza dalla realizzazione di questo documentario e nonostante le terribili stragi che hanno insanguinato ancora questo periodo, nemmeno l'amministrazione Obama sembra in grado di porre freno alla potentissima lobby delle armi che aveva in Charlton Heston la sua bandiera. Insomma quello che Moore suggerisce per i suoi connazionali è un profondo cambiamento di mentalità che si sposi ovviamente con la limitazione alla distribuzione delle armi specie se d'assalto. Purtroppo troppo sangue è stato versato senza che ci sia stato un minimo di cambiamento.
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alex41
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mercoledì 24 ottobre 2012
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l'america secondo michael moore
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Uno dei documentari più intelligenti, inquietanti, reali e interessanti mai realizzati. Michael Moore realizza un'impresa molto rischiosa, ovvero attaccare l'America sul lato della violenza, delle armi, fino al massacro alla Columbine High School, raccontato con grande delicatezza ma estremo realismo. Una sceneggiatura geniale, ironica e spietata nello stesso tempo, Michael Moore realizza il suo miglior documentario, assolutamente un capolavoro che mostra soprattutto la stupidità dell'essere umano e dei suoi vizi. Tra gli ospiti di questa indimenticabile pellicola vi sono nomi come Charlton Heston, Marilyn Manson e Matt Stone, creatore della serie South Park (citata più volte nel film).
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Uno dei documentari più intelligenti, inquietanti, reali e interessanti mai realizzati. Michael Moore realizza un'impresa molto rischiosa, ovvero attaccare l'America sul lato della violenza, delle armi, fino al massacro alla Columbine High School, raccontato con grande delicatezza ma estremo realismo. Una sceneggiatura geniale, ironica e spietata nello stesso tempo, Michael Moore realizza il suo miglior documentario, assolutamente un capolavoro che mostra soprattutto la stupidità dell'essere umano e dei suoi vizi. Tra gli ospiti di questa indimenticabile pellicola vi sono nomi come Charlton Heston, Marilyn Manson e Matt Stone, creatore della serie South Park (citata più volte nel film). Senza parole, da vedere per sapere cose che nessun altro documentario ha mai mostrato prima, e poi in modo così geniale.
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cineman94
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giovedì 17 luglio 2014
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un documentario provocatorio e irriverente!
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Non sono mai stato un grande fan dei documentari, non avendo mai suscitato realmente il mio interesse. Avendo però sentito parlar bene di questo ho deciso di recuperarlo non rimanendone deluso. Quello in questione utilizza l'incipit della strage del 1999 alla Columbine High School per portare avanti un discorso tanto legato alla sopracitata vicenda quanto un tema, negli USA soprattutto, controverso e centrale nella vita di quella società: le armi; e Michael Moore, prolifico documentarista, lo fa a modo suo: satirico, intelligente e provocatorio. In questo senso rileviamo che il regista ha eseguito un attento studio della materia, cercando quindi di scavare più a fondo per cercare la realtà che si nasconde sotto questo fenomeno nazionale, non dando quindi la colpa ad un solo fenomeno bensì scandagliando ogni elemento socio-politico che abbia portato alla situazione attuale negli USA, cercando anche di confrontarsi con il resto del mondo.
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Non sono mai stato un grande fan dei documentari, non avendo mai suscitato realmente il mio interesse. Avendo però sentito parlar bene di questo ho deciso di recuperarlo non rimanendone deluso. Quello in questione utilizza l'incipit della strage del 1999 alla Columbine High School per portare avanti un discorso tanto legato alla sopracitata vicenda quanto un tema, negli USA soprattutto, controverso e centrale nella vita di quella società: le armi; e Michael Moore, prolifico documentarista, lo fa a modo suo: satirico, intelligente e provocatorio. In questo senso rileviamo che il regista ha eseguito un attento studio della materia, cercando quindi di scavare più a fondo per cercare la realtà che si nasconde sotto questo fenomeno nazionale, non dando quindi la colpa ad un solo fenomeno bensì scandagliando ogni elemento socio-politico che abbia portato alla situazione attuale negli USA, cercando anche di confrontarsi con il resto del mondo. Scopriamo quindi come la manipolazione mediatica e la politica abbiano portato ai cittadini un senso di paura reciproco e come gli stessi notiziari nascondano e trapelino solo ciò che ritengono opportuno e diano le colpe a fenomeni o persone diverse dalla realtà, creando quindi una visuale distorta dell'insieme utilizzata dai potenti a scopo di lucro. Uno studio approfondito sulle incoerenze e le gravi avversità consequenziali all'uso smodato delle armi in un Paese con questo sistema ma anche una critica che va oltre, abbracciando quindi una visione più grande delle cose, riuscendo a fornire argomentazioni fondate e usate con criterio riuscendo a far riflettere e colpire nel profondo, grazie anche ad una narrazione, quella di Moore, che con la sua irriverenza e satira riesce ad essere ancor più tagliente e lascia però un senso di delucidazione e di consapevolezza maggiore, quindi il meglio che si possa pretendere da un documentario degno di questo nome.
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