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Il regista inglese, anche padre della giovane attrice Rebecca, sceglie di tornare al cinema con un "J'accuse" sulla borghesia inglese.
Per farlo, si avvale anche dei primi piani: credo che proprio una scena di questo tipo apra il film, e risulta molto funzionale lo sguardo duro della James, che nella sua asciuttezza impedisce di indulgere a patetismi, come anche ad una
santificazione della moglie. La Ascroft, dal canto suo, fornisce il volto a quel soggetto vittima delle convenzioni, il cui "Sfogo" -una canzone di quand' era giovane non viene, naturalmente, minimamente compreso dall'ottuso marito.
Proprio lui, però, risulta uno degli anelli deboli della narrazione: ed è come se il film non superasse una certa -BUONA- soglia nell'approfondire i rapporti tra i protagonisti. Pochino sappiamo del rapporto tra marito e moglie. a parte la
sua decisione di non confessargli ciò che darà origine alla fuga, o il vizio di lei di lasciare per casa mozziconi di sigaretta, che lui non tollera assolutamente. E anche l'amicizia tra le due donne è riassunta più dall'ultima scena -
Eccellente- che non dal resto.
Ed allora, resta il sospetto che "E' stata via" sia una grande occasione mancata.
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