Cannibal Holocaust |
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Un film di Ruggero Deodato.
Con Robert Kerman, Francesca Ciardi, Luca Barbareschi, Salvatore Basile.
continua»
Drammatico,
durata 95 min.
- Italia 1980.
- Cat People
uscita lunedì 21 agosto 2023.
- VM 18 -
MYMONETRO
Cannibal Holocaust
valutazione media:
2,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Anti-estetico, immorale, aberrantedi Dante CrucianiFeedback: 35 | altri commenti e recensioni di Dante Cruciani |
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venerdì 14 giugno 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Le esigenze cinematografiche non giustificano né le efferatezze gratuite, né la morbosità. Deodato è morboso, non radicale, come invece si converrebbe ad un regista mirato a svelare e analizzare il tema del male e della crudeltà. Stento a credere che attori, regista e troupe si siano cibati di scimmie e tartarughe; e il fatto che cose simili accadano nel mondo "civile" non giustifica queste bestialità (con tutto il rispetto per le bestie); un'azione sbagliata lo è , punto e basta, inutile giustificarsi puntando il dito contro chi altri lo fa alla maniera dei bambini dell'asilo.
Ma andiamo, la crudeltà e la follia omicida insite nell'umanità ce le hanno raccontate in maniera molto migliore e convincente grandi registi come Scorsese, Coppola, Kubrick e Kurosawa, (solo per citarne alcuni)senza indulgere in sadici e anti-estetici compiacimenti. Un vero artista ha l'abilità di comunicare ciò che vuole senza fare ricorso ad una banale descrizione e al palesamento , ma sa padroneggiare la capacità di allusione; la ferocia insensata dell'uomo la possiamo capire anche solo in un semplice sguardo spiritato del principe Hidetora in "Ran", o di Alberto Sordi in "Un borghese piccolo piccolo" (se vogliamo restare in ambito italiano) e questo è abbastanza, a mio avviso, per farci vergognare e riflettere su quanto malvagio sia l'uomo. Se si necessitano immagini così dirette è perché la propria capacitò di riflessione è alquanto limitata. Deodato (che, superfluo dirlo, non è né Kurosawa, né Monicelli) sta al livello più basso della via espressiva perché confonde la morbosità con la radicalità, mostra banalmente invece che alludere ed infine si macchia della stessa perversione che vorrebbe denunciare. Mostrare una discreta e dovuta dose di violenza è accettabile, ma chiunque abbia un minimo senso di estetica cinematografia saprebbe distinguerne l'uso forte ma calibrato e mai compiaciuto in un film come "Arancia Meccanica" e quello morboso e compiaciuto che ne viene fatto in questa schifezza.
Il male ce lo ha addirittura raccontato così bene gente come Shakespeare, Dostoevskij, Poe, Melville, Conrad o McCarthy facendo leva unicamente sulla parola scritta. Non è patetico che Deodato debba ricorrere ad uno ossessivo dell'immagine shock per farlo, aberrando l'arte cinematografica?
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