Sono un grande estimatore di Massimo Dallamano, che considero un ottimo regista con uno stile molto personale. La sua narrazione è lenta ma approfondita e le inquadrature studiate a puntino. Ma in questo film non c'è traccia di tutto ciò. Il soggetto è assai banale, i personaggi stranamente poco approfonditi (cosa strana per un regista che ha sempre sviscerato a fondo la psicologia dei protagonisti del racconto) e solo in rare occasioni si può apprezzare il suo gusto per le inquadrature particolari. Ma Dallamano si rifarà presto e correggerà subito il tiro (forse conscio degli scarsi risultati di questa pellicola): due anni più tardi avrebbe diretto il grande capolavoro "Le Malizie di Venere", riscattando alla grande questo suo forse unico passo falso.
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