ting tung, titano del kung-fu
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giovedì 3 febbraio 2005
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uno dei migliori trash italiani
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Girato nel '73, anno che vide la scomparsa ma anche l'apice del successo di Bruce Lee, nonchè il mio anno di nascita, questo film è un piccolo capolavoro del genere marzial-parodistico-caciarone, ed è praticamente l'unico girato in Italia.
Lo spettatora deve entrare in un'ottica in cui in Italia TUTTI sono cinesi, sebbene chiaramente siciliani e romani, e in cui gli stereotipi da teatrino di borgata relativi al mondo delle arti marziali (urloni gratuiti e colpi di taglio della mano) sono praticamente un sottofondo costante.
Franco detto "Fico d'India" lascia la Sicilia e il suo maestro don Vito (il "mandarino di Sicilia"), per andare a Roma ("Ah...la capitale...della CINA!", come Franco dice, ammirato) e incontrare il maestro Con Chi Lai (un fantastico e truccatissimo Gianni Agus), allo scopo di impratichirsi di una tecnica segreta, "la mano di travertino".
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Girato nel '73, anno che vide la scomparsa ma anche l'apice del successo di Bruce Lee, nonchè il mio anno di nascita, questo film è un piccolo capolavoro del genere marzial-parodistico-caciarone, ed è praticamente l'unico girato in Italia.
Lo spettatora deve entrare in un'ottica in cui in Italia TUTTI sono cinesi, sebbene chiaramente siciliani e romani, e in cui gli stereotipi da teatrino di borgata relativi al mondo delle arti marziali (urloni gratuiti e colpi di taglio della mano) sono praticamente un sottofondo costante.
Franco detto "Fico d'India" lascia la Sicilia e il suo maestro don Vito (il "mandarino di Sicilia"), per andare a Roma ("Ah...la capitale...della CINA!", come Franco dice, ammirato) e incontrare il maestro Con Chi Lai (un fantastico e truccatissimo Gianni Agus), allo scopo di impratichirsi di una tecnica segreta, "la mano di travertino". Tutto questo per vincere un concorso per un impiego statale indetto dal comune di Roma, il cui vincitore dovrà superare gli avversari in un torneo di kung-fu (altro che il solito concorso statale con domande, quiz, eccetera!).
Per farla breve e non rovinare il piacere di vedersi il film, basti aggiungere che "Ku Fu" è una sequela di gag grottesche, con un umorismo quasi esclusivamente basato su urla e colpi di pseudo kung-fu, oltre che sui ridicoli "nomi parlanti": il maestro della scuola avversaria di Con Chi Lai si chiama Lho Kon Te, il padre della futura fidanzata di Franco è Nuto Kekor, la cui unica interazione col mondo è dare testate a tutto e tutti, i tre cattivoni assoldati da Lho Kon Te (oltretutto i più spettacolari e squallidi urlatori del film) sono Ki Kaka Mai, Tutti Li Tui e Va A Fa'...e così via!
Nel corso del film, con un allenamento del tutto simile a quello del film di Hong Kong "Con una mano ti rompo, con due piedi ti spezzo" (vi garantisco che esiste davvero!), Franco acquisirà più o meno la tecnica della "mano di travertino", ma per il torneo ci saranno ancora molti ostacoli....
Per tutti i fanatici dei film ultrasquallidi, è un vero "must".
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dandy
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lunedì 17 marzo 2014
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l'urlo di franco terrorizza anche i romani.
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Insolita parodia del kung fu movie,che fa del tutto a meno degli asiatici e trasporta personaggi e vicende tipiche dei film di Bruce Lee nella Roma contemporanea,coi protagonisti nostrani agghindati alla bell'e meglio come maestri e allievi cinesi di inizio '900.Cicero si concentra soprattutto sulla fisicità di Franchi e su elementari giochetti fonetici sul cinese(immancabili i nomi ridicoli:Kon Chi-Lay,Lho Con-Te,Nuto Kekor,ecc...).Limita la comicità verbale e i pochi scontri di arti marziali sono assai debitori delle scazzottate di Bud Spencer e Terence Hill.Siamo a un livello da 5a elementare,eppure la risata scappa più di una volta,e l'idiozia dell'insieme è contagiosa.
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Insolita parodia del kung fu movie,che fa del tutto a meno degli asiatici e trasporta personaggi e vicende tipiche dei film di Bruce Lee nella Roma contemporanea,coi protagonisti nostrani agghindati alla bell'e meglio come maestri e allievi cinesi di inizio '900.Cicero si concentra soprattutto sulla fisicità di Franchi e su elementari giochetti fonetici sul cinese(immancabili i nomi ridicoli:Kon Chi-Lay,Lho Con-Te,Nuto Kekor,ecc...).Limita la comicità verbale e i pochi scontri di arti marziali sono assai debitori delle scazzottate di Bud Spencer e Terence Hill.Siamo a un livello da 5a elementare,eppure la risata scappa più di una volta,e l'idiozia dell'insieme è contagiosa.Simpatico il tormentone dell'automobilista nevrotico,con sorpresina nel finale.Jimmy il Fenomeno è il cameriere che rovescia sempre i piatti,ma sebbene il suo tremore sia usato per una volta in senso coerente,non è granchè.Forse Cicero intendeva dare una lettura tra le righe della difficoltà dei meridionali ad adattarsi nella capitale(il posto da "padrone di Roma" è un lavoro da vigile urbano)ma è soltanto una mia opinione.L'ideale per rilassarsi.
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