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Fulci dirige un thriller di stampo argentiano (cosa che all'epoca era assai diffusa; il tipico titolo 'animalesco' ne è una prova) non del tutto riuscito: da un lato la struttura gialla si confonde con facili virtosismi di stile, dall'altro la soluzione dell'enigma è davvero forzata e tirata via per le gambe. Si ricerca una logica e una razionalità che vorrebbero essere di sostegno al meccanismo giallo-poliziesco dell'intreccio ma l'occasione è mancata: Fulci appare indeciso sulla strada da percorrere e, per rimediare, fa assaggiare allo spettatore un pò di tutto (da dettagli horror-onirici a ricercate e minuziose spiegazioni scientifiche). Non che il risultato sia sgradevole però, tirando le somme, si ha la sensazione di aver assisito a uno spettacolo dubbio, incompleto e anche povero di suspense. Per fortuna rimangono gli ottimi elementi di confezione: la musica convincente di Morricone, alcuni (riusciti) flash di talento visivo e buone interpretazioni. Se l'impostazione fosse stata per intero quella di un horror,il film avrebbe sicuramente potuto esternare al meglio le sue qualità interrotte.
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