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Quel dicembre poco prima di Natale a Bologna uscirono contemporaneamente vamos a matar e lo chiamavano trinità,
'vamos' era l'ennesimo riciclo del soggetto-format di Solinas, il cinico filocapitalista volta per volta olandese, danese, norvegese, svedese, finlandese, polacco, insomma biondo, e il rivoluzionario 'in presa di coscienza' i quali un pò sono nemici un pò sono amici, in mezzo alla solita rivoluzione;
Eisenstein (se si scrive così) girò que viva mexico che sarebbe stato un ultra-capolavoro e da L. in poi lo saccheggiarono,
ma che differenza tra le stupende immagini del fim del genio assoluto del cinema e questi accattoni del cinema;
C. oramai aveva veramente stancato, quando c'era da curare il film e fare la persona seria lo tirò via e realizzò django che al tempo suo non ebbe nemmeno successo, e adesso per l'ennesima volta c'erano Nero e Milian a fare le stesse cose viste e riviste,
il signor Franco Nero dopo django anziché interpretare Django 2 ultimo atto se ne andò in inghilterra a fare quella schifezza di camelot e sperava di diventare una star internazionale, si mise con la sig.na Vanessa Redgrave ed ebbero addirittura un figlio, e tutto per niente, dovette mestamente rientrare in Italia e mettersi a fare boiate politiche come un tranquillo posto in camporella e dropout e quel ch'è peggio (per lei) gli inglesi spedirono in esilio anche la malcapitata e un pò spiritata Vanessa;
ero appassionato di western-pomodoro fresco ma questo mi annoiò e non lo tornai nemmeno a rivedere, cosa che facevo sempre con i western italiani,
era veramente la solita storia, girata anche bene ma la solita storia;
ebbe successo ma hll&spencer sfondarono proprio a Bologna con trinità, e qualcosina doveva sapere anche C. perchè a un certo punto, senza alcuna ragione, Tomas fa un rutto, imitando hill nella posada che fa il ruttone (nella versione per l'america è un ben più accettabile ruttino, sempre volgarissimi gli italiani),
non pareva nemmeno più un western, mezzo drammatico, mezzo comico, senza quei momenti tipici del western,
i western italiani erano drammatici non comici ma nel dramma erano spiritosi, questa era la formula, mentre la nuova formula di trinità era la pagliacciata più impudente e insoppotabil.... django che dice 'a me piace la conversazione a voi no? eh sì state per morire' 'vado bene per tombstone devo consegnare questa bara a un cliente' e giù la raffica di colpii,
anche gli ambienti i costumi non sembravano più quelli ... che tristezza...
rimaneva la musica il genio ...di Morricone non di C.,
e Palance 'un grande attore finito sulle bancarelle' scrisse Kezich, 'vieni fuori ...(ah non ricordo il nome del personaggio) ...ho visto marshall e dove c'è lui ci sei anche tu' dice Franco e 'xxx e io ce la siamo vista brutta a cuba, xxx era rimasto impigliato a un chiodo ... già a proposito come hai fatto a liberarti?' 'è stato marshall' 'come? marshall è riuscito a staccare il chiodo?' 'no' risponde Palance 'è riuscito a staccare la mano' e mostra il moncherino e giù uno sganassone a Nero;
l'essenza del western italiano era in queste battute, in questi dialoghi, che mi mandavono in estasi 'luca con che cosa ti sei esaltato stavolta' mi chiedeva la mia cara sorellina;
prima o poi doveva finire, ... e anch'io finii le medie...e dovetti iniziare lo scientifico e cercare di diventare almeno un pò adulto, e non li rimpiango nemmeno, non erano seri.
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