Nodo alla gola

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Un film di Alfred Hitchcock. Con James Stewart, Farley Granger, John Dall, Cedric Hardwicke, Constance Collier.
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Titolo originale Rope. Giallo, Ratings: Kids+13, durata 80 min. - USA 1948. MYMONETRO Nodo alla gola * * * 1/2 - valutazione media: 3,71 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

il movente è nella cassapanca Valutazione 4 stelle su cinque

di carloalberto


Feedback: 51015 | altri commenti e recensioni di carloalberto
domenica 6 settembre 2020

Lo stile e la tecnica, il famoso piano sequenza unico, mettono in ombra la sostanza, ossia la scrittura di questo film, notevole sia per la sovrapposizione di significati, che travalicano il genere giallo per la universalità dei temi toccati, sia per l’ambiguità del non detto, il movente inesplicato e nemmeno indagato dell’omicidio, che apre ad interpretazioni non convenzionali, che mutando la prospettiva dal già accaduto a ciò che stava per accadere, mettono in luce un contesto inaspettato, ovvero la chiusura mentale della società civile dell’America degli anni ’50.
Dalla dialettica tra i due assassini ed il vecchio professore, il compassato, detective per caso, James Stewart, emerge l’influenza che a suo tempo il cattivo carismatico maestro ha esercitato con le sue teorie sui suoi giovani studenti, paragonata implicitamente al travisamento del superomismo nicciano da parte del nazismo. L’interrogativo che si pone il professore sulla origine del male, se sia inscritto nel DNA oppure dipenda dalle esperienze della vita, resta drammaticamente, nel monologo finale, senza risposta.
Nell’antefatto al dramma, l’assassinio del giovane amico dei due, che compare nella scena iniziale nell’atto d’essere strangolato, per finire subito occultato in una cassapanca, si celano le passioni che hanno originato la tragedia. Tutto ruota intorno a quella cassapanca-sepolcro, addobbata come buffet per gli ospiti, il padre e la fidanzata della vittima. E’ un rito funebre, con tanto di candelabri accesi sui lati del baule, paradossalmente tramutato, segno di estrema irrisione e odio degli assassini, in festicciola tra amici, con la consumazione del paté di fegato come simbolo dell’agnello sacrificale, l’innocente che giace nella cassa. Il movente, come il cadavere, sono al centro dell’attenzione, eppure nascosti.
Nulla ci dice Hitchcock sulle ragioni dell’omicidio. Gli autori del crimine lo giustificano, parlando tra di loro, come l’esito imprevisto e non voluto di una violenta discussione, in cui l’amico li avrebbe offesi, ma i due calzano guanti in pelle per non lasciare impronte, poco prima che arrivasse l’amico hanno mandato la governante a comprare il paté, e, dalla ricostruzione a posteriori del delitto fatta dal professore, la dinamica è quella di un omicidio premeditato. Il motivo del gesto è attribuibile forse alla follia del più forte tra i due, deciso a dimostrare coi fatti le teorie del suo vecchio professore sull’omicidio come manifestazione della superiorità degli uomini eletti sul resto del mondo. Ma questa sembra essere piuttosto una ulteriore scusa, un alibi intellettuale per coprire verità indicibili. Del resto non è quello che accade sempre, nella vita di tutti i giorni e nella storia, che le belle idee e le ideologie servano ad ammantare di nobili intenti i più atroci misfatti, compiuti per turpi e indicibili interessi?
Il vero movente è da ricercare nel profilo psicologico dei due omicidi e nel loro rapporto. Uno è volitivo, cinico, spavaldo, razionale, dominatore, virile, l’altro è sensibile, debole, emotivo, soggiogato dal suo compagno, che ammira e teme al tempo stesso. Negli anni cinquanta l’omosessualità in America era ancora un tabù, vissuta come una colpa e una vergogna da nascondere, semmai, come in questo caso, dietro l’apparenza di una convivenza occasionale tra due ex compagni di collegio. I due amici-amanti, rampolli dell’alta borghesia perbenista e bigotta, hanno ucciso per conservare la propria rispettabilità, la posizione sociale, i privilegi della casta, le carriere promettenti, minacciate dalle rivelazioni che soltanto un loro compagno di collegio avrebbe potuto fare sulla vera natura del loro menage conoscendone gli inizi.

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