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Il film è tratto dal romanzo "il potere e la gloria" di G. Greene, un capolavoro letterario. In Messico la rivoluzione porta al potere la Massoneria, che assume come sempre la veste di unico vero amico del popolo, quello stesso popolo che non esita a fucilare. Leggo i commenti e le recensioni di questo film su questo sito e vedo che ciò che ispira i commenti è la stessa opposizione ideologica alla Chiesa che c'è nel film. Abbastanza ridicolo il commento di quel tale che si firma W. Veltroni: non capisco dove questo film non sia semplice, dato che le ambientazioni sono ridotte all'essenziale, così come la trama. La fotografia è stupefacente, uno dei più bei bianco-e-nero che abbia mai visto. I volti rimangono impressi ala pari di alcune inquadrature del film "Giovanna d'Arco" di Dreyer. Di' la verità, "Veltroni", ad indispettire è la cattolicità di Ford. E invece il morandini commenta che l'onestà viene concessa al prete e la corruzione all'ufficiale, mentre il prete è il primo a dire di sè di essere nulla, codardo, inutile, orgoglioso. Non abbiate paura di dire che non sopportate il cristianesimo, non nascondetevi almeno dietro a dei commenti cinematografici.
Rimangono memorabili alcune sequenze: l'entrata in chiesa del prete all'inizio del film, la cui ombra sul pavimento raffigura la croce, e il fatto che il popolo rinasca e viva tramite i sacramenti. I sacramenti sono l'unica realtà umano-divina in grado di permettere veramente almeno in nuce quel nuovo mondo che ogni rivoluzione vuole instaurare non riusciendoci mai e col prezzo di tanti morti e sofferenza.
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