L'odore della notte |
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Un film di Claudio Caligari.
Con Valerio Mastandrea, Alessia Fugardi, Giorgio Tirabassi, Eva Vanicek.
continua»
Drammatico,
durata 100 min.
- Italia 1998.
- Cat People
uscita lunedì 20 novembre 2023.
MYMONETRO
L'odore della notte
valutazione media:
3,69
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Roberto Nepoti
La Repubblica
È un film controcorrente L'odore della notte di Claudio Caligari: sia rispetto al nostro cinema in generale, sia più in particolare, rispetto al genere in cui si inscrive. Il soggetto è ispirato a episodi che occuparono le cronache tra la fine degli anni Settanta e l'inizio del decennio successivo; allorché una gang delle borgate romane tentò di scalare il cielo dei ricchi compiendo rapine sanguinose ai danni della grossa borghesia. Guidati da Remo Guerra (Valerio Mastandrea), poliziotto dalla doppia vita, i rapinatori compiono una escalation che dapprima sembrava favorita dalla fortuna poi, via via, li porta a mirare troppo in alto. Ai palazzi del potere politico, dove circolano valigie gonfie di mazzette e i piccoli delinquenti si bruciano le ali. L'odore della notte è un film per buona parte riuscito, ma necessita di qualche istruzione per l'uso. Se non si coglie subito la coloritura ironica che Caligari ha voluto dare all'intera vicenda (a partire dalla voce narrante di Remo, che parla un linguaggio retorico con tutta l'enfasi dell'incolto), si può restarne spiazzati. Poi, che il regista italiano abbia voluto fare il contrario di un noir d'azione secondo le regole appare evidente: soprattutto nell'episodio in cui Little Tony fa un cammeo come vittima di una rapina, ed è costretto a cantare Cuore matto, sotto la minaccia della pistola, o in quello dove Francesca d'Aloja impietosisce i feroci banditi. A tutto questo si aggiunga il filo rosso meta-cinematografico che traversa il film, citando il primo western della storia del cinema o Martin Scorsese, usando mezzi stranianti come il fermo-fotogramma e lo split-screen, lo schermo diviso alla De Palma, o giocando lucidamente con i codici del genere. Un po' diluito e ripetitivo nella seconda parte, il film di Caligari è più insolito e coraggioso di quanto si potesse aspettare. E Mastandrea, che in chiusura spara al pubblico come il pistolero della Grande rapina al treno di Porter, interpreta bene l'anarchismo e le vaghe motivazioni politiche del suo eroe negativo.
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