Giuseppe Marotta
L’estate cinematografica, benché qua e là nevichi, è arrivata. Che stagione flaccida, grinzosa, di "riedizioni". I noleggiatori frugano in solaio, frugano in cantina, pigliano i vecchi film, li rispolverano, li rattoppano e li rimettono in circolazione. Immaginate fino a che punto si riempiono le tasche. Film che avevano già reso un mucchio di soldi, ricominciano a fruttare; e il biglietto sempre cinquecento lire costa. All’anima. E poi urliamo che gli attori guadagnano troppo, ci scandalizziamo per i quaranta milioni, o magari ottanta, che un De Sica e una Lollobrigida esigono per figurare in Pane, amore e litania. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (7226 caratteri spazi inclusi) su 1958