Un funerale recitato in tedesco seguito da una serie di campi larghi a riprendere da più prospettive le ampie distese rurali della Pennsylvania, il tutto accompagnato dalle poetiche musiche di Maurice Jarre. Non basta molto per capire di trovarsi davanti ad un gran film.
Un bambino (Lukas Haas) è testimone oculare dell’omicidio di un poliziotto. Ad occuparsi del caso sarà l’ inglese John Book (Harrison Ford), sbirro abile e altezzoso che rimasto ferito dopo uno scontro a fuoco col colpevole, il collega corrotto James McFinn (Danny Glover) , troverà rifugio presso la campagna Amish*. La madre del piccolo testimone, la vedova Rachel (Kelly McGillis) lo aiuterà a scoprire un mondo pacifico ed estraniato, talvolta deriso, un culto intransigente ma affascinante.
La trama del film di Peter Weir (L’ attimo Fuggente) a qualcuno ricorderà sicuramente un po’ Pocahontas un po’ Balla coi Lupi (1991), uscito a pochi anni di distanza. E’ piuttosto usuale infatti, nella filmografia dell’ australiano, il tema del microcosmo di un singolo protagonista e l’ ineguatezza di quest’ ultimo dinnanzi allo sporco e corrotto macrocosmo che non è altro che la vita reale. Il capolavoro The Truman Show (1997) né è un esempio lampante.
Il miglior Harrison Ford ci regala un poliziotto prima quasi presuntuoso, poi stupìto, ponderato e rinvigorito dalla “cura Amish”, cultura sicuramente arretrata ma anche fresca e sobria. Kelly McGillis è bravissima nell’ interpretazione di una donna spaventata, inerme davanti alla triade (immortalata nell’ immagine soprastante) di uomini corrotti e armati, portatori di violenza in una terra prima di allora immacolata. Il bambino, testimone della peggior violenza non può che osservare un susseguirsi di reazioni-azioni per lui inspiegabili con aria catartica e impotente.
L’amore che scaturirà nella pellicola è di quelli clandestini, impossibili. Simbolica l’ immagine del balletto inscenato tra i due interrotta dalla voce di rimproverò della comunità cui fa parte Rachel, costretta a tornare sui propri passi per non essere bandita e allontanata. A John succede lo stesso col suo mondo, rappresentato dal dipartimento del quale anch’egli ha infranto regole non scritte. Entrambi insubordinanti delle rispettive realtà, uniti nel sentimento ma irrimediabilmente lontani, i due debbono fare i conti prima con le rispettive e severe realtà, dopo uno dei baci più carichi di passione che si siano mai visti, saranno sposati solo nel prendere una sofferente decisione unanime e razionale.
Regia perfetta manco a dirlo, musiche adatte e funzionali, si soffre un po’ la lentezza dello svolgimento romantico della seconda parte ma si supera tranquillamente.
Vincitore di due premi oscar: montaggio e sceneggiatura. Qualche primo piano anche per un giovane e sconosciuto Viggo Mortensen.
Voto 8
Danko188
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