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                La prima volta di Jennifer (titolo tradotto incomprensibilmente, visto l'originale "Rachel, Rachel", e peraltro in maniera terribilmente inappropriata, andando sostanzialmente a sminuire e a puntare su un solo tema un film che invece ne tratta infiniti) è uno di quei film che tutti dovrebbero guardare almeno una volta nella vita. Interpretato magistralmente, con una regia originale e visionaria, offre soprattutto una storia estremamente analitica che offre moltissimi spunti sul senso dell'amore, la religione, le condizioni sociali e gli obiettivi della vita. L'opera di Paul Newman si focalizza su un solo personaggio e lo scompone e analizza psicologicamente in ogni termine anche grazie ad un'eccellente sceneggiatura: Rachel/Jennifer in italiano, è una donna che ha vissuto un'adolescenza piatta e che ha conosciuto l'amore solo in età adulta; questa prima esperienza, che tuttavia si rivelerà una delusione, in realtà darà finalmente a Rachel l'imput di abbattere la prigione della sua vita, offrendole finalmente l'occasione di rifarsi al di fuori del piccolo paesino in cui si trova. Amica leale fino alla fine nonostante un grave screzio sarà la collega Calla. Meravigliose le scene di ricordi e sogni della protagonista.Al centro del successo del film sta indubbiamente l'interpretazione fuori dal comune di Joanne Woodward, una delle attrici più introspettive e camaleontiche mai viste (e, per soddisfare una curiosità, moglie di Paul Newman). Il lavoro di introspezione che l'attrice opera è a dir poco eccellente su tutti i fronti: dal fisico allo psicologico, l'immedesimazione è completa e totale, e con essa un'espressività talmente intensa da dare forza immane e completa comunicazione anche a lunghi silenzi. Ad accompagnare la protagonista è un'altrettanto meravigliosa Estelle Parsons nel ruolo di Calla: anche in questo caso l'attrice gioca la carta di una forte impostazione fisica che dipinge straordinariamente anche il mondo interiore di una donna repressa (forse anche sessualmente visto il breve bacio saffico che ha minato il rapporto con Rachel? o si era solo lasciata prendere la mano?) e illuminata solo dalla sua compagnia religiosa e dal lavoro di scuola, nonchè da animaletti e piante alle quali è molto affezionata. Di grande effetto la scena in cui consegna la lettera a Rachel e cerca goffamente di non farsi vedere.
 Quattro meritatissime candidature agli Oscar del 1969: Miglior Film, Miglior Attrice (Joanne Woodward), Miglior Attrice non Protagonoista (Estelle Parsons) e Miglior Sceneggiatura non originale.
 
 
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