L'idiota [2] |
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Un film di Akira Kurosawa.
Con Setsuko Hara, Masayuki Mori, Toshirô Mifune, Takashi Shimura, Chieko Higashiyama.
continua»
Titolo originale Hakuchi.
Drammatico,
durata 166 min.
- Giappone 1951.
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La solitudine del dolore umano
di ottiliaFeedback: 575 | altri commenti e recensioni di ottilia |
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venerdì 17 aprile 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Kurosawa rilegge Dostoewskji all'indomani della resa del Giappone.L'idiota è un giovane che è stato graziato pochi istanti prima della sua condanna a morte.Il trauma subito lo ha cambiato a tal punto da trasformarlo in un uomo che ama e rispetta la vita e il prossimo, chiunque esso sia.Desidera prendersi a cuore le sorti di una ex concubina,perchè legge nei suoi occhi un dolore infinito.Ma questo non sarà possibile.In una società sconvolta dalla cattiveria e dalla corruzione,le parole e le azioni di un uomo buono e giusto vengono giudicate alla stregua di idiozie.Kurosawa colloca il protagonista in un ambiente sociale gretto e meschino,inserito in una cornice naturale opprimente,perchè l'inverno a Hokkaido è molto lungo e la citta' è sepolta dalla neve.Il paesaggio ostile è il leit motiv di tutta la vicenda;i personaggi sono tesi,la recitazione talvolta è serrata,talvolta lascia spazio a lunghe pause dove la grande espressività degli sguardi rende inutile qualsiasi parola,perchè è il dolore straziante,quello che non si riesce neppure a raccontare,il grande protagonista del film.L'idiota e la concubina sono gli unici ad aver capito il vero significato del dolore umano,ma sono due voci fuori dal coro e pagheranno con la vita il coraggio di cambiare il corso degli eventi. Un film iperrealistico per la particolare collocazione storica ,per il raffinato studio della psicologia di ogni personaggio,per la teatralita'degna di una tragedia greca.Il coro appare nel finale,quando tutti, ad iniziare da un bambino,rimpiangono l'idiota come la persona che realmente era stata,buona,onesta e sensibile.Ma ormai è troppo tardi persino per il rimpianto:tutto è finito e la scena resta metaforicamente vuota. Kurosawa realizza un capolavoro che lascia lo spettatore attonito ed orfano di quel personaggio,l'idiota,che nessuno può fare a meno di amare.Ottilia.
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