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Opus - Venera la tua stella è un mash-up ben amalgamato: la giusta dose di riferimenti a The Menu, una strizzatina d’occhio a Midsommar e gli intuibili plot twist che, assomigliandosi un po’ tutti, compongono gli horror scadenti degli ultimi anni.
In questa, anche elegante, accozzaglia di elementi il film non spicca di certo per la sua imprevedibilità.
È un film di accenni: l’accenno all’adorazione del divo e a tutte le conseguenze che ne derivano, l’accenno al fanatismo religioso e alla setta, l’accenno a una satira sui media.
Con accenni e rifacimenti evidenti a prodotti già esistenti si può fare un film?
Ovviamente sì, ma il risultato è che lo stesso non supera il semplice obiettivo di intrattenere e, se vogliamo, divertire lo spettatore per poco più di un’ora e mezza.
Per avere l'ambizione di fare della satira e del commento sui media, lo star system, il giornalismo, e ventisei altre cose, purtroppo non basta essere cool e avere John Malkovich che canta delle bizzarre canzoni originali: bisogna essere capaci di farlo e avere qualcosa di non scontato da dire.
Opus è divertente e accattivante e ha la fortuna di avere come protagonista la magica Ayo Edebiri, ma si sfalda appena deve dimostrare della sostanza.
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