mrbuzzino
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lunedì 11 luglio 2011
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b-movie riuscito a metà
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Nonno, ex-poliziotto, con roulotte e tutta la famiglia al seguito compreso la neonata nipotina, si incaponisce a percorrere una viuzza in mezzo al deserto in una zona segnalata sulla cartina come "luogo di esperimenti nucleari" (sic!) e, alle rimostranze dei familiari, si arrabbia pure, accelerando come un pazzo e finendo inevitabilmente per sfasciare l'auto e bloccando così la famiglia in mezzo al deserto.
Se si riesce a superare indenni questo inizio oltre il limite dell'assurdo ed a sorvolare su qualche sublime battuta ("...questo posto ha qualcosa che non va... Lo sento"), il film fornisce anche qualche buon momento: il fortino-roulotte finisce sotto l'assedio di un'altra famiglia, tutt'altro che bene intenzionata, e ne scaturirà una lotta senza quartiere.
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Nonno, ex-poliziotto, con roulotte e tutta la famiglia al seguito compreso la neonata nipotina, si incaponisce a percorrere una viuzza in mezzo al deserto in una zona segnalata sulla cartina come "luogo di esperimenti nucleari" (sic!) e, alle rimostranze dei familiari, si arrabbia pure, accelerando come un pazzo e finendo inevitabilmente per sfasciare l'auto e bloccando così la famiglia in mezzo al deserto.
Se si riesce a superare indenni questo inizio oltre il limite dell'assurdo ed a sorvolare su qualche sublime battuta ("...questo posto ha qualcosa che non va... Lo sento"), il film fornisce anche qualche buon momento: il fortino-roulotte finisce sotto l'assedio di un'altra famiglia, tutt'altro che bene intenzionata, e ne scaturirà una lotta senza quartiere. Riuscita la prima parte, dove Craven rende claustrofobico anche uno spazio aperto come il deserto; i cattivi lasciano il segno, almeno finché rimangono nell'ombra; lo splatter è nella giusta dose (forse c'è qualche taglio venuto non troppo bene).
Buon finale, ma un po' telefonato: il bravo padre di famiglia che si trasforma in belva infuriata infierendo sulla vittima non è così scioccante come forse voleva essere nelle intenzioni di Craven. Cioè, vorrei vedere voi come reagireste, a caldo, se vi ammazzassero la moglie e vi rapissero la figlia per mangiarsela! Troppe cose poco riuscite per meritare la sufficienza. Doppiaggio italiano imbarazzante.
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emanuelemarchetto
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mercoledì 19 aprile 2017
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beauty and beast
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La famiglia Carter in viaggio col camper prende una scorciatoia in mezzo al deserto: diventeranno preda un una famiglia di cannibali, deformi e regrediti a livello primitivo a causa di esperimenti nucleari.
Al suo secondo horror Craven mette nuovamente a confronto due nuclei familiari: da una parte abbiamo i Carter, che si presentano come borghesi e reazionari, e lo possiamo evincere dalle esternazioni razziste del capofamiglia, ex poliziotto in pensione; dall'altra parte abbiamo una famiglia di ex minatori, quindi proletari, che rispondono al solo istinto di cibarsi e far progredire la specie.
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La famiglia Carter in viaggio col camper prende una scorciatoia in mezzo al deserto: diventeranno preda un una famiglia di cannibali, deformi e regrediti a livello primitivo a causa di esperimenti nucleari.
Al suo secondo horror Craven mette nuovamente a confronto due nuclei familiari: da una parte abbiamo i Carter, che si presentano come borghesi e reazionari, e lo possiamo evincere dalle esternazioni razziste del capofamiglia, ex poliziotto in pensione; dall'altra parte abbiamo una famiglia di ex minatori, quindi proletari, che rispondono al solo istinto di cibarsi e far progredire la specie.
La famiglia Carter possiede due cani, chiamati Beauty e Beast: il primo, percepito il pericolo appena giunti nel deserto, scappa dal camper. Sarà così Beauty la prima vittima, ritrovata cadavere il giorno dopo. Assieme a lei muore anche la parte razionale della famiglia, la quale di lì a poco dovrà abbandonare le proprie convenzioni sociali per lasciar spazio alla parte più animalesca e irrazionale, rappresentata in questo caso da Beast. Questa metafora racchiude il senso ultimo del film: l'America è stata fondata col sangue e la repressione, e ancora oggi nasconde le sue bestialità dietro una facciata civile, pronta a crollare quando è in gioco la propria supremazia. Il regista, infatti, sottolinea le similitudini delle due famiglie, entrambe, per esempio, sono di stampo patriarcale, ma troveranno un briciolo di speranza in una figura femminile, come il personaggio di Ruby, selvaggia che cerca la civilizzazione e cova istinti materni.
Lo stile di Craven migliora leggermente dal film precedente, ma rimane ancora piuttosto grezzo, nonostante un ritmo che già lascia intuire una grande abilità del regista, anche montatore. Il film ha anche il merito di aver creato un'icona del cinema horror: Plutone, interpretato da Michael Berryman, un grande caratterista, qui al suo terzo film, il primo in un ruolo di rilievo. Quest'attore divenne famoso per il suo particolare aspetto dovuto una rara malformazione genetica chiamata displasia ectodermica ipoidrotica.
In conclusione il film è un cult immortale, che nonostante la dura prova del tempo mantiene ancora oggi un affascinante senso di squallore, superato solo da Non aprite quella porta(1974) di Tobe Hooper.
Curiosità: Inizialmente si era programmato di realizzare una scena in cui la neonata veniva uccisa per essere mangiata ma gli attori minacciarono di abbandonare il set se quella scena fosse stata girata.
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faber
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domenica 2 dicembre 2007
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...ma ve ne prego, non la "critica sociale"!
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Per carità, il film si vede che è americano.
E per streotipare i personaggi come un canovaccio dell'atellana latina, più capaci, in questo periodo, degli americani non c'è nessuno (del resto il rapporto che questa potenza ha col retso del mondo, prevede l'identico esito, o ha le medesime ambizioni, proprio della Roma Antica, e il "terreno" è lo stesso). Ma non siamo qui a fare i sociologi, ed è meglio (e giusto, forse) parlare di cinema. Non amo ne le pellicole americane (a parte qualche mosca bianca), ne ancor meno quelle horror. Figuriamoci quelle splatter o "gore". Però, benchè il film sia in realtà agli albori di tanto pattume che oggi circola per le sale, ed in verità ne è un progenitore, devo riconoscere che se il cinema horror-americano si fosse fermato lì (anche se so che è impossibile), una volta tanto, in serate spensierate, e all'insegna dell'innocente distrazione, non l'avrei disdegnato.
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Per carità, il film si vede che è americano.
E per streotipare i personaggi come un canovaccio dell'atellana latina, più capaci, in questo periodo, degli americani non c'è nessuno (del resto il rapporto che questa potenza ha col retso del mondo, prevede l'identico esito, o ha le medesime ambizioni, proprio della Roma Antica, e il "terreno" è lo stesso). Ma non siamo qui a fare i sociologi, ed è meglio (e giusto, forse) parlare di cinema. Non amo ne le pellicole americane (a parte qualche mosca bianca), ne ancor meno quelle horror. Figuriamoci quelle splatter o "gore". Però, benchè il film sia in realtà agli albori di tanto pattume che oggi circola per le sale, ed in verità ne è un progenitore, devo riconoscere che se il cinema horror-americano si fosse fermato lì (anche se so che è impossibile), una volta tanto, in serate spensierate, e all'insegna dell'innocente distrazione, non l'avrei disdegnato. Purchè non lo si sia preso troppo sul serio e gli si sia riconosciuta soltanto una funzione catarchica, apotropaica, e tutti quei trattati freudiani, in merito. Ma per favore, nonostante io sia un sostenitore del film e lo giudichi riuscito sia artisticamente che, ormai, culturalmente, non azzardatevi, come sollecita la critica ufficiale di sopra, a trovargli una chiave di lettura sociale, 1) perchè ne travisereste la vera motivazione per cui tale genere è sorto e continua ad eistere,
2) perchè offendete sia il film, che chi la critica sociale si sforza davvero di farla, nei film.
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