andrea b
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domenica 14 novembre 2010
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ancora un grande cronemberg
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Nella clinica del dottor Raglan avvengono degli stranissimi fatti quando comincia da il via a una serie di strane ed orrende mutazioni derivate dalla mente malata dei suoi pazienti.Questo horror di Cronemberg si presenta come angosciante per poi diventare un vero incubo in cui si tuffa lo spettatore.Ci viene proposto dal regista il tema che lo caratterizzerà nel corso della sua carriera cinematografica:la mutazione.Si hanno qui i primi esempi di questo concetto molto controverso ma allo stesso tempo straordinariamente eccitante reso possibile dai mostri di questa pellicola.Grande interpretazione nella parte dottor Reglan di Oliver Reed che rende molto ambiguo il suo personaggio e una grande Samantha Eggar rispetta le aspettative.
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Nella clinica del dottor Raglan avvengono degli stranissimi fatti quando comincia da il via a una serie di strane ed orrende mutazioni derivate dalla mente malata dei suoi pazienti.Questo horror di Cronemberg si presenta come angosciante per poi diventare un vero incubo in cui si tuffa lo spettatore.Ci viene proposto dal regista il tema che lo caratterizzerà nel corso della sua carriera cinematografica:la mutazione.Si hanno qui i primi esempi di questo concetto molto controverso ma allo stesso tempo straordinariamente eccitante reso possibile dai mostri di questa pellicola.Grande interpretazione nella parte dottor Reglan di Oliver Reed che rende molto ambiguo il suo personaggio e una grande Samantha Eggar rispetta le aspettative.Una formidabile colonna sonora tiene alto il ritmo della narrazione.
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fedeleto
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venerdì 29 luglio 2011
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cronenberg,una genialita' malefica
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Dopo il demone sotto la pelle e rabid (escludendo fast company),Cronenberg torna al tema del contagio girando senza dubbio il suo capolavoro.Uno psicologo attua un sistema innovativo nella sua clinica ove i pazienti provano ad espellere le loro frustrazioni attraverso le ferite sul corpo,peccato che una donna partorisca esseri deformi che vanno in giro ad uccidere le persone che le hanno fatto del male.Il marito tentera' di fermarla ,anche perche' c'e' in gioco la vita della loro figlia.L'incredibile ed il fantastico nel cinema di cronenberg diventa reale e talvolta quasi palpabile.Da oscar la scena raccapricciante del parto,ma del restosi sa' a volte i capolavori esistono.
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shiningeyes
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martedì 28 maggio 2013
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valido seppur troppo scarno
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Horror di Croneberg, asciutto e abbastanza scarno, ma di grosso impatto orrorifico e pieno di tensione; posso già dire che farebbe le scarpe a tutti gli horror dei giorni nostri.
La trama non è complessa ma ben articolata, merito di una sceneggiatura che punta bene sull'essenzialità e non va troppo per il banale. La trama racconta dei strani esperimenti di uno psicologo/santone che, sembrerebbe far mutare corpo ai suoi pazienti tramite forti pressioni psicologiche sulle loro menti, in particolar modo è interessante la sperimentazione effettuata su Nola Carvert, che però, si rivela una mossa assai pericolosa...
Croneberg mette in mostra la sua visione malata sulla correlazione tra mente e corpo, sempre spiegata tramite trasformazioni corporee terrificanti, e nonostante si parli di una messa a fuoco acerba in “Brood”, già possiamo rimanere schifati e al contempo rapiti dall'originalità di questo autore.
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Horror di Croneberg, asciutto e abbastanza scarno, ma di grosso impatto orrorifico e pieno di tensione; posso già dire che farebbe le scarpe a tutti gli horror dei giorni nostri.
La trama non è complessa ma ben articolata, merito di una sceneggiatura che punta bene sull'essenzialità e non va troppo per il banale. La trama racconta dei strani esperimenti di uno psicologo/santone che, sembrerebbe far mutare corpo ai suoi pazienti tramite forti pressioni psicologiche sulle loro menti, in particolar modo è interessante la sperimentazione effettuata su Nola Carvert, che però, si rivela una mossa assai pericolosa...
Croneberg mette in mostra la sua visione malata sulla correlazione tra mente e corpo, sempre spiegata tramite trasformazioni corporee terrificanti, e nonostante si parli di una messa a fuoco acerba in “Brood”, già possiamo rimanere schifati e al contempo rapiti dall'originalità di questo autore.
“Brood” ai tempi era abbastanza sconvolgente e inusuale, fonte di divisione tra i cinefili; io dico che chi osa a fare film del genere, merita perlomeno stima. Peccato per pochezza dei mezzi tecnici che ne inificiano la visione, ma è il basso profilo è caratteristica di Croneberg, ed in certi casi, ci può stare.
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carloalberto
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domenica 25 aprile 2021
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l''irreversibile mutazione dell''umano
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La poetica allucinata di Cronemberg, tradotta nel suo specifico linguaggio filmico che non lascia nulla alla fantasia dello spettatore, ma concretizza nell’orrore di immagini eloquenti gli incubi del regista, si manifesta chiaramente già in questa pellicola del ’79, che, sebbene sia una delle sue prime opere, già contiene in nuce le tematiche fondamentali dell’autore ed è già girata nello stile unico di Cronemberg.
Il corpo, luogo privilegiato di sperimentazione e di metamorfosi ributtanti, sulla scia del suo Il demone sotto la pelle del ’75 e come accadrà in Videodrome dell’83 e nel La mosca dell’86, si trasforma, sotto gli occhi stupiti della protagonista, tra la meraviglia orgogliosa del suo essere madre ed il ribrezzo consapevole di appartenere oramai ad un’altra specie.
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La poetica allucinata di Cronemberg, tradotta nel suo specifico linguaggio filmico che non lascia nulla alla fantasia dello spettatore, ma concretizza nell’orrore di immagini eloquenti gli incubi del regista, si manifesta chiaramente già in questa pellicola del ’79, che, sebbene sia una delle sue prime opere, già contiene in nuce le tematiche fondamentali dell’autore ed è già girata nello stile unico di Cronemberg.
Il corpo, luogo privilegiato di sperimentazione e di metamorfosi ributtanti, sulla scia del suo Il demone sotto la pelle del ’75 e come accadrà in Videodrome dell’83 e nel La mosca dell’86, si trasforma, sotto gli occhi stupiti della protagonista, tra la meraviglia orgogliosa del suo essere madre ed il ribrezzo consapevole di appartenere oramai ad un’altra specie. Artefice pentito è il nuovo demiurgo dei tempi moderni, lo psicanalista, incarnazione di una medicina che non si limita a curare riparando, ma costruisce nuove realtà oltrepassando i limiti naturali ed anzi prendendone il posto nella creazione di altre forme di vita, che mimano, nell’autogenesi, l’originale, denunciandone, al contempo, il difetto di fabbricazione, l’origine umana.
Creature mostruose da laboratorio ed incarnazione di desideri repressi, come quelle generatesi sul pianeta Solaris nell’omonimo film di Tarkovskij dai sogni dei nuovi colonizzatori dello spazio, destinate a popolare la terra come automi del male senza anima. L’uomo divenuto alieno ed estraneo a sé stesso, perché ha rinnegato il suo ruolo di semplice comparsa nella favola cosmica, si destina alla delusione dell’autore fallito che cerca invano di distruggere le sue opere maledette, come Oliver Reed tenterà disperatamente di fare sparando sui piccoli demoni nati dalla paziente cavia.
La scienza, metaforicamente sopraffatta dalle sue stesse invenzioni, decade scomparendo nella notte che cala, mentre i protagonisti fuggono superstiti verso l’illusoria salvezza; ma il seme è stato gettato e le trasformazioni che minano dall’interno l’umanità sono irreversibili e mostrano un futuro, ora già purtroppo presente, in cui qualcosa di altro si sostituisce all’umano e paradossalmente proveniente dalle sue stesse viscere malate, irrimediabilmente e fin dall’inizio segnate dalla tara primordiale di una psiche inadeguata e funesta.
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colo
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domenica 22 novembre 2015
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debole e sconclusionato
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Una donna con problemi mentali partorisce — si fa per dire — i figli della propria rabbia: bambini deformi che si attivano a comando per uccidere i personaggi non graditi alla suddetta. Senza la minima fatica, i bambini deformi — cinque anni d'età, pochi chilogrammi di peso e ancor meno centimetri di altezza — riescono a fare strage di adulti affrontandoli in duelli uno contro uno e servendosi di oggetti contundenti, quali, per esempio, martelli trovati sul banco di un'aula di scuola materna. In tutto ciò, il marito della donna si trascina da una scena all'altra recitando la parte del padre penitente alle prese con i problemi di una bambina ai limiti dell'apatia.
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Una donna con problemi mentali partorisce — si fa per dire — i figli della propria rabbia: bambini deformi che si attivano a comando per uccidere i personaggi non graditi alla suddetta. Senza la minima fatica, i bambini deformi — cinque anni d'età, pochi chilogrammi di peso e ancor meno centimetri di altezza — riescono a fare strage di adulti affrontandoli in duelli uno contro uno e servendosi di oggetti contundenti, quali, per esempio, martelli trovati sul banco di un'aula di scuola materna. In tutto ciò, il marito della donna si trascina da una scena all'altra recitando la parte del padre penitente alle prese con i problemi di una bambina ai limiti dell'apatia. Una trama sconclusionata che, zoppicando dal primo minuto all'ultimo, non spaventa e non inquieta. L'anno di uscita non può essere un'attenuante: esistono film horror anche più attempati, ma decisamente migliori — vedi, per restare nel tema "bambini cattivi", Rosemary's Baby. Secondo la mia personale opinione, se un film girato nel 2015 riproponesse la stessa identica trama, sarebbe subito cestinato e relegato nell'archivio dei film da "non guardare mai più."
Unica nota di merito: la buona prestazione dell'attore che interpreta il dottor Raglan.
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