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giovedì 25 aprile 2024
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commedia sovrannaturale
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Tra le pellicole che il regista francese René Clair diresse negli Stati Uniti, un buon numero, tra cui questo film, furono commedie caratterizzate dal fatto di contemplare elementi fantastici o sovrannaturali.
Benché quest’opera sia tra le più famose di questo genere, in realtà la pellicola in sé non è particolarmente ben riuscita e soprattutto non è sufficientemente brillante e divertente. La sceneggiatura si giova di un bel soggetto, ma non riesce a svilupparlo al meglio, disegnando una storia senza spunti particolari; i dialoghi sono piatti e non riescono mai a divertire o appassionare. L’elemento sovrannaturale, seppur sia maneggiato sapientemente da Clair, tuttavia non riesce ad avere un impatto realmente dirompente sulla storia, che viceversa ne risulta poco arricchita.
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Tra le pellicole che il regista francese René Clair diresse negli Stati Uniti, un buon numero, tra cui questo film, furono commedie caratterizzate dal fatto di contemplare elementi fantastici o sovrannaturali.
Benché quest’opera sia tra le più famose di questo genere, in realtà la pellicola in sé non è particolarmente ben riuscita e soprattutto non è sufficientemente brillante e divertente. La sceneggiatura si giova di un bel soggetto, ma non riesce a svilupparlo al meglio, disegnando una storia senza spunti particolari; i dialoghi sono piatti e non riescono mai a divertire o appassionare. L’elemento sovrannaturale, seppur sia maneggiato sapientemente da Clair, tuttavia non riesce ad avere un impatto realmente dirompente sulla storia, che viceversa ne risulta poco arricchita. Si percepisce un’assidua ricerca di creare situazioni imbarazzanti e divertenti, che però non dà i frutti sperati.
Clair si cura di mantenere un buon ritmo narrativo, che consente alla pellicola di non appesantirsi troppo e non stancare; in questo è di aiuto la durata saggiamente contenuta.
Il punto di forza del film è costituito dal cast, nel quale spiccano i due protagonisti Fredric March e la bellissima Veronica Lake. March non offre una delle sue migliori interpretazioni; il grande attore è infatti costretto in una parte brillante che non è perfettamente nelle sue corde, ed è così autore di una performance troppo ingessata per una commedia. Al contrario la Lake è perfetta nella parte della bella ed accattivante strega, tanto che con la sua affascinante presenza ruba la scena a tutti, imponendosi come attrazione principale dell’opera.
Nel resto del cast si ricordano Susan Hayward, ancora non affermata come stella di prima grandezza, e Cecil Kellaway.
La pellicola ispirò una specie di remake italiano, “Mia moglie è una strega” con Renato Pozzetto ed Eleonora Giorgi.
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tomek
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sabato 5 luglio 2008
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la canzone del matrimonio
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All'epoca dei puritani un'immaginaria corte cittadina condanna al rogo padre e figlia accusati di stregoneria. Uno dei "giudici" riceve in cambio dalla strega una maledizione sulla dinastia che potrà essere sciolta solo ad una condizione.
Per la trama può bastare. E' una storia romantica il cui racconto potrebbe essere riassunto nel motto: "chi disprezza compra!".
I protagonisti sono due attori di primo livello: Fredric March, versatile e appassionante, e Veronica Lake, statica e lineare.
La commedia è semplice, attenta nei ritmi per fare cogliere la fantasia del racconto.
La scena più esilarante è al matrimonio quando la cantante intona una canzone ogni qual volta si crea un piccolo imprevisto.
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All'epoca dei puritani un'immaginaria corte cittadina condanna al rogo padre e figlia accusati di stregoneria. Uno dei "giudici" riceve in cambio dalla strega una maledizione sulla dinastia che potrà essere sciolta solo ad una condizione.
Per la trama può bastare. E' una storia romantica il cui racconto potrebbe essere riassunto nel motto: "chi disprezza compra!".
I protagonisti sono due attori di primo livello: Fredric March, versatile e appassionante, e Veronica Lake, statica e lineare.
La commedia è semplice, attenta nei ritmi per fare cogliere la fantasia del racconto.
La scena più esilarante è al matrimonio quando la cantante intona una canzone ogni qual volta si crea un piccolo imprevisto.
Non ci sono molte sperimentazioni nelle inquadrature, Clair sembra più attento a dare spazio a "effetti fotografici" che assomigliano per intendersi ai più attuali effetti speciali.
Lavorare in quel periodo in America per un regista francese non era semplice ma nonostante tutto i risultati sono piacevoli.
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