felicity
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mercoledì 24 settembre 2025
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impresa titanica vedersela con un cult del genere
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Il nuovo Una pallottola spuntata, con tutti nuovi attori e una trama vagamente simile a quelle della serie originale di film, può far ridere qualcuno e altri no, ma non ci sono dubbi che non ha niente dello stile umoristico dei film di cui porta il titolo.
Qui tutti recitano, come si fa nei film comici, sottolineando le gag con toni ed espressioni comiche. Negli originali invece Leslie Nielsen e gli altri erano serissimi, per quasi tutto il tempo. E questo era esilarante.
Il film in sé non si può definire propriamente un remake, è più un legacy sequel, visto che mantiene qualche legame pretestuoso con il passato.
Una pallottola spuntata segue perfettamente i dettami del cinema nostalgico, quello che, all’interno di un franchise o di una proprietà intellettuale storica, inserisce anche una trama che parla di nostalgia per i vecchi tempi.
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Il nuovo Una pallottola spuntata, con tutti nuovi attori e una trama vagamente simile a quelle della serie originale di film, può far ridere qualcuno e altri no, ma non ci sono dubbi che non ha niente dello stile umoristico dei film di cui porta il titolo.
Qui tutti recitano, come si fa nei film comici, sottolineando le gag con toni ed espressioni comiche. Negli originali invece Leslie Nielsen e gli altri erano serissimi, per quasi tutto il tempo. E questo era esilarante.
Il film in sé non si può definire propriamente un remake, è più un legacy sequel, visto che mantiene qualche legame pretestuoso con il passato.
Una pallottola spuntata segue perfettamente i dettami del cinema nostalgico, quello che, all’interno di un franchise o di una proprietà intellettuale storica, inserisce anche una trama che parla di nostalgia per i vecchi tempi. C’è infatti il più classico dei cattivi moderni simil-Musk, che produce auto elettriche e ha sogni di potere, quindi la consueta visione della tecnologia come male assoluto, contrapposta al buon vecchio mondo antico analogico dei protagonisti. Il piano criminale gira tutto intorno al poter controllare le persone attraverso i loro smartphone e farle regredire, con un’associazione abbastanza elementare tra fruizione di contenuti via telefono e brain rot o condizionamento mentale.
In tutto questo, Liam Neeson dimostra di non avere propriamente un talento comico, di certo non come i tempi e le espressioni pazzesche di Nielsen. Anche quelle volte che gioca sul registro della serietà sembra non riuscire a essere mai veramente serio, e quando invece fa il simpatico è da mettersi le mani davanti agli occhi. E meglio non va a Pamela Anderson, sua spalla, sulla quale se non altro le aspettative erano ragionevolmente più basse. Al contrario l’unico che sembra aver capito tutto è Danny Huston, che interpreta il cattivo ed è un attore molto più completo dei due, nonostante abbia molte meno parti comiche.
Lo stile umoristico della saga originale è uno di quei piccoli miracoli artistici che, per quanto ci si possa andare vicini, risulta difficilmente imitabile.
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luca percival
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domenica 10 agosto 2025
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da boomer per boomer
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Non è un caso se la sala nella quale mi trovavo durante la visione, gremita da over 40, abbia riso a pieni polmoni dalla primissima scena sino all'ultima discutibile gag. Il revival, sequel o reboot (chiamiamolo come vogliamo, ma oserei dire sequel) del cult con Leslie Nielsen, è un prodotto standard e targhetizzato. Ed è un peccato, oltre che ad un oculata mossa per incassare al botteghino. È lampante soprattutto nei rarissimi spunti interessanti e ricercati, per esempio la scena con il figlio di O.J Simpson che evita di ringraziare e omaggiare il padre (passata in sordina) o la battuta su "cose elettriche" con riferimento ad un film con la Zeta Jones (anche quest'ultima non capita).
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Non è un caso se la sala nella quale mi trovavo durante la visione, gremita da over 40, abbia riso a pieni polmoni dalla primissima scena sino all'ultima discutibile gag. Il revival, sequel o reboot (chiamiamolo come vogliamo, ma oserei dire sequel) del cult con Leslie Nielsen, è un prodotto standard e targhetizzato. Ed è un peccato, oltre che ad un oculata mossa per incassare al botteghino. È lampante soprattutto nei rarissimi spunti interessanti e ricercati, per esempio la scena con il figlio di O.J Simpson che evita di ringraziare e omaggiare il padre (passata in sordina) o la battuta su "cose elettriche" con riferimento ad un film con la Zeta Jones (anche quest'ultima non capita). Le scene slapstick invece si susseguono avidamente nel film, impossessandosene e strappando la soddisfazione rumorosa della platea.. alla quale giustamente si riferisce. Bada bene, non ho 15 anni da un pezzo, ma ahimè non ne ho abbastanza per essermi fatto
coinvolgere. Battute sessuali di poca inventiva e una trama quanto mai tradotta per il pubblico generalista, completano il prodotto dimenticando la lucidità è l'originalità dei 3 film predecessori. Neeson funziona poco e niente, privo del carisma comico e mimico del grandissimo Nielsen. Film per boomer di Facebookiana ironia, che strappa qualche sorrisino negli omaggi alle pellicole originali ma senza davvero possedere l'intenzione
di farsi capire.
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