imperior max
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sabato 6 settembre 2025
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una follia sanguinolenta dettata da perdite e da troppo amore.
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BRING HER BACK. (Il voto ? di 4,5/5)
Opera seconda degli australiani e gemelli Philippou dopo un ottimo Talk to Me. E per certi versi hanno anche alzato il tiro centrando il bersaglio.
Dopo il suicido del padre il diciasettenne Andy e la sua sorellastra ipovedente Piper vengono affidati dai servizi sociali alla psicologa ed eccentrica Laura. Arrivati a casa sua fanno la sua conoscenza insieme a quella di Oliver, un altro bambino affidato a lei, che soffre di mutismo. Laura racconta a loro di avere avuto una figlia, anch?essa cieca, morta purtroppo annegata nella piscina di casa. All?inizio sembrerebbe andare normalmente, ma piano piano i rapporti tra i quattro personaggi andranno sempre pi? esacerbandosi con sotterfugi, ambiguit?, zizzanie, comportamenti sempre pi? inquietanti e scabrosi fino a rivelazioni e conseguenze angoscianti e abominevoli.
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BRING HER BACK. (Il voto ? di 4,5/5)
Opera seconda degli australiani e gemelli Philippou dopo un ottimo Talk to Me. E per certi versi hanno anche alzato il tiro centrando il bersaglio.
Dopo il suicido del padre il diciasettenne Andy e la sua sorellastra ipovedente Piper vengono affidati dai servizi sociali alla psicologa ed eccentrica Laura. Arrivati a casa sua fanno la sua conoscenza insieme a quella di Oliver, un altro bambino affidato a lei, che soffre di mutismo. Laura racconta a loro di avere avuto una figlia, anch?essa cieca, morta purtroppo annegata nella piscina di casa. All?inizio sembrerebbe andare normalmente, ma piano piano i rapporti tra i quattro personaggi andranno sempre pi? esacerbandosi con sotterfugi, ambiguit?, zizzanie, comportamenti sempre pi? inquietanti e scabrosi fino a rivelazioni e conseguenze angoscianti e abominevoli. Di pi? ? meglio non svelare.
La regia dei nostri come in precedenza rimane bella serrata nei personaggi tra situazioni molto tese, disturbanti e sanguinolente con un montaggio che non perde mai di ritmo, neanche nelle scene oniriche del passato e in quelle in qualit? videocassetta dove il marciume ? ancor pi? accentuato. La differenza sta? in una messinscena pi? isolata nei personaggi e racchiusa tra quattro mura e nei punti di vista di Andy, Piper e Laura. Una fotografia pi? concentrata sui rossi e i gialli e sul marcio vhs, effetti speciali analogici ben fatti e una buona recitazione dei nostri, in particolare della nostra Sally Hawkins che interpreta una stronzissima Laura.
Si ritorna all?elaborazione del lutto che porta s? ad una follia distruttiva, ma in Bring Her Back si sfocia in un approccio molto pi? serpentino, machiavellico e ambiguo. Di quanto il troppo amore verso una persona cara porta a conseguenze e a scelte raccapriccianti. Come gi? citato la regia segue i quattro personaggi che sono scritti uno meglio dell?altro con tante cose da dire. Un Andy che soffre del peso delle responsabilit? da fratello maggiore e che condivide con Piper un trauma infantile legato alla perdita del padre che lo porter? a credere di essere non idoneo a prendersi cura di lei. Piper che da ipovedente ? costretta a fidarsi ?ciecamente? e diventa oggetto di un orrore che la circonda senza quasi mai percepirlo. Laura che ? afflitta dalla perdita della figlia e disposta letteralmente a vendere l?anima al diavolo per riaverla. Infine Oliver che mostrer? in un certo senso il fulcro di grandi mostruosit? viscerali, ma non pi? grandi di altre. Il tutto fino ad un finale non proprio lieto, ma con un flebile barlume di speranza.
Inutile dire che anche questo riprende di nuovo Lucio Fulci, ma anche Joe d?Amato in una chiave pi? intrinseca che dilania pi? l?anima che la carne. Forse non un capolavoro, ma di certo un grande film.
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tom cine
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mercoledì 27 agosto 2025
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un "vero" horror
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C’è un genere attraversato sempre da due argomenti, il rapporto degli esseri umani con la morte e l’elaborazione del lutto, sviluppati in tutte le maniere immaginabili: l’horror. Ed è peculiare ad esso la morale insita nelle sue storie: la morte deve essere accettata e il lutto deve essere elaborato, altrimenti le conseguenze saranno disastrose.
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C’è un genere attraversato sempre da due argomenti, il rapporto degli esseri umani con la morte e l’elaborazione del lutto, sviluppati in tutte le maniere immaginabili: l’horror. Ed è peculiare ad esso la morale insita nelle sue storie: la morte deve essere accettata e il lutto deve essere elaborato, altrimenti le conseguenze saranno disastrose. Nel genere horror, infatti, la mancata accettazione della morte di una persona cara, spinge i personaggi a compiere gesti che sovvertendo l’ordine prestabilito, li espongono a forze oscure oppure li spingono a dare il peggio di sé. Applicando questa regola, il film sviluppa la sua trama egregiamente, confermando il talento dei due registi, arricchendola con un ammirevole approfondimento psicologico dei personaggi: sono figure sfaccettate, verosimili e non prive di ambiguità.
I protagonisti del film sono due adolescenti, Piper e Andy, figli dello stesso padre ma nati da madri diverse. Quando il padre muore, rimangono orfani: Piper, che é ipovedente, viene affidata a Laura, una donna che ha appena perso tragicamente la figlia. Andy non vuole separarsi dalla sorella e ottiene il permesso per rimanerle accanto in attesa di compiere diciotto anni. I due vengono ospitati da Laura che vive in una villa isolata. L’ accoglienza è festosa, ma presto avvengono fatti enigmatici e inquietanti: nella villa c’è anche un ragazzino muto e dagli strani comportamenti, Oliver, mentre Laura comincia a denigrare Andy per allontanarlo da Piper. I due orfani scopriranno di essere finiti in un guaio orrendo: la donna intende mettere in atto un oscuro e macabro rituale per riavere con sé la figlia morta e il suo interesse per Piper non è casuale.
“Bring her back - Torna da me” è un film che, come il precedente “Talk to me”,racconta la storia di un personaggio che non riesce ad elaborare un lutto, ma Lucy (differentemente da Mia) è spietata ed è disposta a tutto pur di riavere sua figlia. Un personaggio così, se la sceneggiatura fosse stata mediocre, sarebbe diventato altalenante: avrebbe oscillato fra il patetico e il ridicolo. Invece, il film è sceneggiato benissimo e riesce, prima di dare il via alla sanguinaria e cruenta resa dei conti finale (supportata anche da un ottimo make-up che riserva veri e propri pugni nello stomaco), a costruire un crescendo di disagio e di tensione psicologica magistrale che si armonizza con le scene più spaventose e cruente della seconda parte. La sceneggiatura ci mette davanti a un folle personaggio femminile (ben incarnato da Sally Hawkins con quelle espressioni dolcissime e materne che sono fra gli elementi più inquietanti del film) che suscita sentimenti contrastanti perché compie cose orribili, ma la cui sofferenza è comprensibile e spesso tocca corde profonde. Non è da meno la controparte: il rapporto tra fratello e sorella riserva un piccolo colpo di scena che rivela qualche piega. Anche il personaggio apparentemente più in ombra, Oliver, risulta invece, efficacissimo e la sua sola presenza, quando è in scena, fa innalzare notevolmente la già pressante tensione. “Bring her back - Torna da me” riesce a coniugare il dramma con l’horror soprannaturale e l’atmosfera (malinconica) e che non tentenna quando deve colpire duro. Un vero horror che è anche un esempio di vero cinema.
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folgore94
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martedì 5 agosto 2025
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un rituale da far paura!
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Un ottimo film a mio parere ,regia notevole !!Dopo una prima parte introduttiva mi ha letteralamente incollato con alcune scene molto disturbanti.
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morena assunta moro
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domenica 6 luglio 2025
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film orrendo
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Mai visto un film più brutto.oorendo
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