Wolfs soddisfa le aspettative. È un film da sabato sera spigliato e avvincente, di quelli che sono diventati tristemente rari.
È rincuorante vedere un regista che realizza un film umile e semplificato per un pubblico adulto. Tutto quello che ha dovuto fare è stato trovare due superstar mondiali per far arrivare il progetto al traguardo del finanziamento.
La sceneggiatura potrebbe trarre più vantaggio da questa peculiarità. Anche se non mancano frizzi spassosi e motteggi divertenti, gli scambi di battute tra Pitt e Clooney sembrano in parte materiale riciclato dall’universo di Ocean’s: una sorta di ripetitivo botta e risposta che scambia il ritmo per arguzia.
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Wolfs soddisfa le aspettative. È un film da sabato sera spigliato e avvincente, di quelli che sono diventati tristemente rari.
È rincuorante vedere un regista che realizza un film umile e semplificato per un pubblico adulto. Tutto quello che ha dovuto fare è stato trovare due superstar mondiali per far arrivare il progetto al traguardo del finanziamento.
La sceneggiatura potrebbe trarre più vantaggio da questa peculiarità. Anche se non mancano frizzi spassosi e motteggi divertenti, gli scambi di battute tra Pitt e Clooney sembrano in parte materiale riciclato dall’universo di Ocean’s: una sorta di ripetitivo botta e risposta che scambia il ritmo per arguzia.
Ci sono anche alcuni espedienti narrativi che stonano un po’ in una produzione altrimenti elegante e intelligente: uno, in particolare, riguarda una sala ricevimenti e un ballo nuziale croato. Può darsi che Watts si stia richiamando con affetto alle commedie scollacciate della sua giovinezza, ma per il resto Wolfs è troppo sofisticato per simili cliché. Wolfs infine presenta una New York che è allo stesso tempo riconoscibile e inedita.
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