albert
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mercoledì 23 luglio 2025
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ahi ahi america
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Ispirato alla storia dell'organizzazione terroristica neonazista The Order, il film è basato sul saggio del 1989 "The silent Brotherhood" di Kevin Flynn e Gary Gerhardt. Nel 1983 un agente dell'FBI è il solo a notare un filo comune in una serie di rapine ed esplosioni di ordigni e vuole dimostrare che questi eventi non sono opera di qualche criminale comune, ma di un gruppo di estremisti di destra, col dichiarato obiettivo di muovere guerra al governo degli Stati Uniti. Kurzel dirige un film di un'attualità sconcertante, visto che al potere degli Stati Uniti vi è proprio chi ha concesso la grazia ai promotori dei tragici fatti di Capitol Hill.
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Ispirato alla storia dell'organizzazione terroristica neonazista The Order, il film è basato sul saggio del 1989 "The silent Brotherhood" di Kevin Flynn e Gary Gerhardt. Nel 1983 un agente dell'FBI è il solo a notare un filo comune in una serie di rapine ed esplosioni di ordigni e vuole dimostrare che questi eventi non sono opera di qualche criminale comune, ma di un gruppo di estremisti di destra, col dichiarato obiettivo di muovere guerra al governo degli Stati Uniti. Kurzel dirige un film di un'attualità sconcertante, visto che al potere degli Stati Uniti vi è proprio chi ha concesso la grazia ai promotori dei tragici fatti di Capitol Hill. Il difetto principale di quest'opera è di essere rimasto troppo ancorato ad una sceneggiatura convenzionale, dove a fronteggiarsi, come in un confronto tra il bene e il male, sono un agente dell'FBI e il leader di questa organizzazione filonazista. Il regista vuole evidenziare come, alla base di un comportamento così immorale, non vi sia la passione per una qualche causa, ma il soddisfacimento del proprio superego, che non tiene in considerazione gli altri. Ad interpretare con discreta efficacia questo leader vi è Nicholas Hoult, che il regista ha scelto, per mettere ancora più in contrasto l'aspetto da bravo ragazzo con le azioni disumane che compie. L'agente è interpretato da un Jude Law piuttosto ispirato, che evidenzia tutte le difficoltà esistenziali che si trascina dal passato. Significativa risulta anche l'uccisione dell'ebreo che rispondeva in modo molto diretto alle domande degli ascoltatori su questioni razziali. Kurzel non dimostra ancora quelle doti di regia che lo rendano indistinguibile. Note positive per la fitografia.
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edmund
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domenica 10 agosto 2025
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l''inferno siamo noi
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"...Perseguiamo gli stessi obiettivi. Tra dieci anni avremo dei rappresentanti sia al congresso che al senato. Così si fa il cambiamento; ma il progresso richiede tempo..."
Basterebbe questo stralcio del dialogo tra Bob Mathews e il reverendo Richard Butler per esprimere tutta la terrificante realtà che viviamo attualmente.Il “progresso” nominato dal reverendo oggi è rappresentato da trump e da un Kennedy no vax ministro della salute.
Il film ci scaraventa di nuovo nei "fantastici" anni ’80 e nessuno poteva immaginare che oggi effettivamente un miscela esplosiva di radicalisti ariani e novax assortiti sarebbero arrivati a governare niente di meno che gli stati uniti d’america? O meglio suona davvero strano che con tutta l’intelligence che si ritrovano questi americani non abbiano potuto prevedere l’invasione del campidoglio.
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"...Perseguiamo gli stessi obiettivi. Tra dieci anni avremo dei rappresentanti sia al congresso che al senato. Così si fa il cambiamento; ma il progresso richiede tempo..."
Basterebbe questo stralcio del dialogo tra Bob Mathews e il reverendo Richard Butler per esprimere tutta la terrificante realtà che viviamo attualmente.Il “progresso” nominato dal reverendo oggi è rappresentato da trump e da un Kennedy no vax ministro della salute.
Il film ci scaraventa di nuovo nei "fantastici" anni ’80 e nessuno poteva immaginare che oggi effettivamente un miscela esplosiva di radicalisti ariani e novax assortiti sarebbero arrivati a governare niente di meno che gli stati uniti d’america? O meglio suona davvero strano che con tutta l’intelligence che si ritrovano questi americani non abbiano potuto prevedere l’invasione del campidoglio. Ma come si fa a prevedere la surrealtà? Pareva talmente assurda una simile eventualità, un po’ come se si parlasse di un’invasione aliena sulla terra. Assolutamente insensato, impossibile, fantascientifico o fantapolitico scenario assolutamente distopico, si dirà. Tutta roba buona per girarci un film o per scriverci un romanzo. E invece non sono arrivati gli alieni al campidoglio ma fascisti e novax assortiti. È talmente assurdo ciò che è successo che non ci crediamo ancora. E facciamo persino fatica a chiamare eversore o terrorista o golpista uno come trump. E allora tutto va integrato, tutto va ricondotto alla “normalità” e la dissonanza cognitiva che una simile situazione ci crea va immediatamente ricomposta. Il conflitto tra ciò che è successo e la contemporanea incredulità di fronte all’assurdo deve essere sanato altrimenti come faremmo ad accettare la sola idea che un criminale è alla guida della più potente nazione del mondo? E sta lì seduto sulla sua poltrona a minacciare dazi o a togliere finanziamenti alla ricerca sui vaccini spalleggiato da un altro rinomato sciroccato no-vax messo a capo del ministero della salute. Fantascienza, distopia, assurdità. E invece è tutto vero. E non si sta nemmeno parlando semplicemente di un film come medium capace di decodificare i messaggi di questa “età contemporanea di transizione”. Di transizione verso le democrature in stile putiniano? Il film si ispira ad una storia vera. Non la storia di uno sparuto gruppo di razzisti bianchi insoddisfatti della vita, ma questo è il “documentario filmico” di quanto sia fragile l’umanità, forse. Disposta com’è immediatamente ad aggredire il suo prossimo alla prima crisi finanziaria, almeno percepita. O forse è il “male” che è sistemico. Questo sistema economico deve essere davvero criminogeno se cresce in seno tipi come trump e permette loro di acquisire ricchezza e potere e a dispetto di qualsiasi logica o giustizia. Dagli anni ’80 ad oggi non si è fatto nulla per evitare questa catastrofe eppure gli indizi dell’orrore futuro c’erano già tutti. Siamo andati incontro a ciò che è avvenuto totalmente impotenti come se fosse un destino ineluttabile o una tragica fatalità. Sapevano, sapevamo che sarebbe successo prima o poi.Era inevitabile?Come un classico “evento raro a bassissima probabilità, e altissimo potenziale di danno?”.
Allora forse la verità nuda e cruda è che davvero “l’inferno è qui…l’inferno siamo noi”. E stiamo qui oggi a trattare con i vari satana di turno e sottostiamo ai loro ricatti. È tutto normale. È così che deve andare. Questa è la real politik bellezza mia. Anzi questa è la realtà e tu non puoi farci proprio un bel niente. Niente! Molto credibili gli attori principali.
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figliounico
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giovedì 29 maggio 2025
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un film coraggioso
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Raro esempio di cinema denuncia realizzato negli States e soltanto per questo andrebbe visto. Prodotto non dagli studios, ovviamente, ma da pochi temerari idealisti, tra cui anche il regista, Justin Kurzel, ed il protagonista, Jude Law. Si potrebbe definire un biopic, ma anomalo in quanto contaminato da elemento tipici del thriller politico e del noir poliziesco. Il plot si incentra su vicende realmente accadute negli anni ottanta, ossia la fondazione di una organizzazione terroristica di razzisti ad opera di Robert Jay Mathews, personaggio realmente esistito, e sulle sue gesta ma vissute tuttavia dalla prospettiva del classico protagonista dei polar, ovvero il detective, in questo caso del Federal Bureau, abbandonato da moglie e figli per aver dedicato loro poche attenzioni e tutto il tempo, come sempre accade in questi film, al suo amato odiato lavoro.
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Raro esempio di cinema denuncia realizzato negli States e soltanto per questo andrebbe visto. Prodotto non dagli studios, ovviamente, ma da pochi temerari idealisti, tra cui anche il regista, Justin Kurzel, ed il protagonista, Jude Law. Si potrebbe definire un biopic, ma anomalo in quanto contaminato da elemento tipici del thriller politico e del noir poliziesco. Il plot si incentra su vicende realmente accadute negli anni ottanta, ossia la fondazione di una organizzazione terroristica di razzisti ad opera di Robert Jay Mathews, personaggio realmente esistito, e sulle sue gesta ma vissute tuttavia dalla prospettiva del classico protagonista dei polar, ovvero il detective, in questo caso del Federal Bureau, abbandonato da moglie e figli per aver dedicato loro poche attenzioni e tutto il tempo, come sempre accade in questi film, al suo amato odiato lavoro. Nel finale un accenno a cosa accadeva ai nostri giorni, appena ieri, il quasi colpo di stato del 2021 con la presa del Congresso degli Stati Uniti da parte dei seguaci dello stesso pensiero suprematista rende chiaro il messaggio politico del film ed il coraggio degli autori nel prendere posizione contro il potere attuale.
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felicity
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giovedì 29 maggio 2025
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attuale per tematiche e spunti di riflessione
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The Order si limita all’esposizione dei fatti e allo sviluppo di essi in forma cinematografica: un tenace agente dell'FBI, consumato dai propri demoni, e il magnetico leader di un'organizzazione di estrema destra si affrontano, tra rispetto e violenza, in una resa dei conti che non fa prigionieri.
In questo teso thriller tratto da una storia vera, emergono gli echi di un Paese lacerato, con i rigurgiti di un tempo a manifesto delle idiosincrasie odierne, in un film che è quanto mai contemporaneo pur a dispetto dell'ambientazione anni '80.
Un poliziesco diretto e senza fronzoli, secco e brutale, che preferisce mostrare e non nascondere, per un'idea di cinema che arriva scattante, rapida, ma non indolore, per aprire interrogativi su una società divisa e consumata dai fanatismi.
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The Order si limita all’esposizione dei fatti e allo sviluppo di essi in forma cinematografica: un tenace agente dell'FBI, consumato dai propri demoni, e il magnetico leader di un'organizzazione di estrema destra si affrontano, tra rispetto e violenza, in una resa dei conti che non fa prigionieri.
In questo teso thriller tratto da una storia vera, emergono gli echi di un Paese lacerato, con i rigurgiti di un tempo a manifesto delle idiosincrasie odierne, in un film che è quanto mai contemporaneo pur a dispetto dell'ambientazione anni '80.
Un poliziesco diretto e senza fronzoli, secco e brutale, che preferisce mostrare e non nascondere, per un'idea di cinema che arriva scattante, rapida, ma non indolore, per aprire interrogativi su una società divisa e consumata dai fanatismi.
Il film dialoga nevroticamente con l’oggi, assumendo con scioltezza un approccio ideologico/progressista teso a denunciare e a smascherare le derive della destra americana radicale e implacabile (neonazista, bianca, razzista e felice di esserlo), guardando a modelli alti, ma mirando a una salutare ricerca di intrattenimento. The Order vaga felicemente tra l’appeal innegabile dei propri attori, tra l’impegno mescolato allo smaccato genere, tra gioia della denuncia e gusto per l’intrattenimento.
Il risultato è un film compresso, tendenzialmente riuscito, incerto tra l’affidamento al canone e la rivendicazione di una strada altra. The Order promette quel che mantiene, sospeso nell’indefinibile scelta tra fragilità autoriali e certezze strutturate.
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