Shirley: in corsa per la Casa Bianca sembra un biopic dal formato scolastico, che avanza per aforismi, rinunciando all'incisività che, tra l'altro, ha contraddistinto le scelte della deputata, dimostrando lungimiranza, ardore e passione per un credo politico sorretto dagli ideali e scevro dalla smania di potere.
Se poi Regina King ce la mette tutta a dare la giusta tridimensionalità alla sceneggiatura, differenziando gli umori in base agli eventi, sarà invece l'intera struttura che rinuncia a distinguersi, finendo per dissipare il calore e il trasporto cercato in un film biografico che non sposta né arricchisce, ma anzi prosegue la sua narrazione lineare, come se fosse una sorta di documentario.
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Shirley: in corsa per la Casa Bianca sembra un biopic dal formato scolastico, che avanza per aforismi, rinunciando all'incisività che, tra l'altro, ha contraddistinto le scelte della deputata, dimostrando lungimiranza, ardore e passione per un credo politico sorretto dagli ideali e scevro dalla smania di potere.
Se poi Regina King ce la mette tutta a dare la giusta tridimensionalità alla sceneggiatura, differenziando gli umori in base agli eventi, sarà invece l'intera struttura che rinuncia a distinguersi, finendo per dissipare il calore e il trasporto cercato in un film biografico che non sposta né arricchisce, ma anzi prosegue la sua narrazione lineare, come se fosse una sorta di documentario.
In sintesi il film non riesce a coinvolgere come dovrebbe, perdendo la potenza dietro una messa in scena troppo artificiale, bloccata in un'estetica e in una narrazione didascalica.
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