Il <Dannato per mancanza di fiducia > è un libro del 1600 dello scerittore spagnolo Tirso de Molina. Ecco, io, povero spettatore, mi sento un dannato per eccesso di fiducia. Fiducia nei critici e negli amici che mi hanno spinto a vedere questo dannato film.
Dannato me e dannati tutti loro!
Stavolta non ricorrerò alla corazzata Potemkin. Non posso, però, nascondere lo stupore talmente profondo che ti istupidisce di fronte a un susseguirsi di facce orride (da far rimpiangere i primi piani di qualche film di Sergio Leone), di protagonisti ignoranti che parlano come filosofi esistenzialisti, di paesaggi apparentemente affascinanti ma di un grigiore monotono, di un pacifismo tardo e banale etc etc.
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Il <Dannato per mancanza di fiducia > è un libro del 1600 dello scerittore spagnolo Tirso de Molina. Ecco, io, povero spettatore, mi sento un dannato per eccesso di fiducia. Fiducia nei critici e negli amici che mi hanno spinto a vedere questo dannato film.
Dannato me e dannati tutti loro!
Stavolta non ricorrerò alla corazzata Potemkin. Non posso, però, nascondere lo stupore talmente profondo che ti istupidisce di fronte a un susseguirsi di facce orride (da far rimpiangere i primi piani di qualche film di Sergio Leone), di protagonisti ignoranti che parlano come filosofi esistenzialisti, di paesaggi apparentemente affascinanti ma di un grigiore monotono, di un pacifismo tardo e banale etc etc... Alla sensazione di smarrimento, si aggiunge il senso di colpa per essere così insensibile e ignorante da non capire la quintessenza di questa opera
Come, un manipolo di soldati sperduti in attesa di essere sterminati (negli States durante la guerra di Secessione) non ricorda il deserto dei Tartari?
Come, non leggi i reconditi significati antibellistici, il simbolismo di una realtà dura, violenta, amara?
Naufragando non dolcemente in questi interrogativi, il dannato spettatore s'assopisce. E con altri sei compagni di sala (non uno di più) in un luminoso sabato pomeriggio corre a casa a vedere la finale di Champions. Con una certezza: il mondo del cinema si divide fra critici superintelligenti e pubblico pagante banalmente ottuso di fronte a dei film banalini di coda!
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