anna rosa
|
martedì 22 ottobre 2024
|
una storiellina semplice, ...
|
|
|
|
... che non ha nulla di storicamente credibile, che riesce comunque abbastanza godibile per la bellissima fotografia.
|
|
[+] lascia un commento a anna rosa »
[ - ] lascia un commento a anna rosa »
|
|
d'accordo? |
|
uppercut2
|
giovedì 19 settembre 2024
|
noioso, manicheo, ingrato
|
|
|
|
Ho trovatoGloria! che vorrebbe renderci edotti sulle donne musiciste negli orfanatrofi italiani tra Quattro e Seicento (tra cui le collaboratrici di Antonio Vivaldi) un film noioso, manicheo e ingrato.
Noioso, perché l’ora e 45 minuti che occupa scorrono a fatica tra trama e dialoghi esigui. Dominano le smorfie, i pettegolezzi e i gorgheggi di educande che in un collegio veneziano dell’Ottocento attendono la visita del nuovo papa Pio VII e preparano un concerto in suo onore.
Manicheo, perché le ragazze e la servetta che le capeggia vengono uniformemente dipinte come geni incompresi e sessualmente discriminati ante litteram: grazie a loro trionferà il concerto dalle arie innovative e vagamente pop.
[+]
Ho trovatoGloria! che vorrebbe renderci edotti sulle donne musiciste negli orfanatrofi italiani tra Quattro e Seicento (tra cui le collaboratrici di Antonio Vivaldi) un film noioso, manicheo e ingrato.
Noioso, perché l’ora e 45 minuti che occupa scorrono a fatica tra trama e dialoghi esigui. Dominano le smorfie, i pettegolezzi e i gorgheggi di educande che in un collegio veneziano dell’Ottocento attendono la visita del nuovo papa Pio VII e preparano un concerto in suo onore.
Manicheo, perché le ragazze e la servetta che le capeggia vengono uniformemente dipinte come geni incompresi e sessualmente discriminati ante litteram: grazie a loro trionferà il concerto dalle arie innovative e vagamente pop. Negativi, invece, tutti gli adulti, tra cui spicca il brutto, scorbutico e pure gay maestro Perlina, guarda caso unico prete sulla scena.
Ingrato, perché a metà Settecento, a creare ritmi geniali in anticipo di due secoli fu proprio un prete, Vivaldi, cui si deve anche l’avvio alla musica di decine di orfane dell’Ospedale della Pietà di Venezia. Questa è storia che chiunque può leggere. Lascio il resto alle elucubrazioni di chi quella storia vorrebbe riscrivere con esili tracce e un femminismo rancoroso.
Uscito ad aprile, diretto da Margherita Vicario “figlia d’arte” del regista Francesco Vicario, il film al 12 maggio aveva incassato 485.139 euro a fronte dei 450mila assegnati dal Ministero della Cultura e svariate somme erogate da altri enti pubblici. Morale: ciascuno è libero di esprimere le idee che vuole, ma pure il contribuente dovrebbe essere lasciato finalmente libero di decidere se finanziarle o meno.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a uppercut2 »
[ - ] lascia un commento a uppercut2 »
|
|
d'accordo? |
|
uppercut
|
mercoledì 18 settembre 2024
|
al genio che io sono
|
|
|
|
Margherita Vicario ci racconta di una straordinaria compositrice, capace di creare opere mai udite. E a chi si affida per la scrittura di simile musiche? A Margherita Vicario, c'est facile... La premessa è imbarazzante ma ancor più il suo non-sviluppo. L'idea narrativa è così sottile da consumarsi tutta nelle prime due scene. Un vecchio prete spietato, incapace e pure gay (è incredibile come l'omofobia passi sdoganata se di contro si celebra l'istanza femminista...) riceve un incarico che evidentemente mai riuscirà a sostenere. Dall'altra c'è al suo servizio una cenerentola che dal niente sa crearti un concertone. Secondo voi come finirà? Il risultato è un videoclippone defatigante dove l'unico maschio ammesso al gineceo è un povero Elio appesantito dalle proprie sopracciglia, costretto a inneggiare il proprio entusiastico "Gloria!" all'inarrivabile arte musicale della regista (!).
[+]
Margherita Vicario ci racconta di una straordinaria compositrice, capace di creare opere mai udite. E a chi si affida per la scrittura di simile musiche? A Margherita Vicario, c'est facile... La premessa è imbarazzante ma ancor più il suo non-sviluppo. L'idea narrativa è così sottile da consumarsi tutta nelle prime due scene. Un vecchio prete spietato, incapace e pure gay (è incredibile come l'omofobia passi sdoganata se di contro si celebra l'istanza femminista...) riceve un incarico che evidentemente mai riuscirà a sostenere. Dall'altra c'è al suo servizio una cenerentola che dal niente sa crearti un concertone. Secondo voi come finirà? Il risultato è un videoclippone defatigante dove l'unico maschio ammesso al gineceo è un povero Elio appesantito dalle proprie sopracciglia, costretto a inneggiare il proprio entusiastico "Gloria!" all'inarrivabile arte musicale della regista (!). Un film tutto ideologico dove i comportamenti sembrano di marziani che parlano e si muovono come qualchedun' altro ha deciso, fregandosene di ogni senso logico, storico, psicologico, emotivo... Peccato per la fotografia, unica componente apprezzabile del film, seppure ingabbiata in scene, contesti, rimandi pittorici manieristici e ripetitivi. A metà o si spegne o si va avanti 30X, giusto per leggere alla fine una dedica struggente: "Alle straordinarie musiciste che io in primis fui".
[-]
|
|
[+] lascia un commento a uppercut »
[ - ] lascia un commento a uppercut »
|
|
d'accordo? |
|
vivaelleon
|
martedì 17 settembre 2024
|
allucinante
|
|
|
|
Una caz.zata micidiale. Inconcepibile - ma forse nemmeno troppo, vista la assoluta political correctness del filmino - che lo si possa definire un capolavoro. Banale, scontato fin dalle prime scene, grondante di un anacronismo che pretende di essere intenzionale e ricercato e invece è solo stupido, figlio di ignoranza e approssimazione oltre che della frenesia di pagare l'obbligatoria marchetta ai moderne zeiten. Un prete tardo settecentesco con il codino e la faccia di Paolo Rossi? ma per piacere. Che dice messa in italiano? ma per piacere! Delle adolescenti orfanelle illetterate che si comportano come incallite e consapevolissime femministe in piena Restaurazione, e parlano della de Stael come se fosse una pop star? ma per piacere!!! e vogliamo parlare delle "musiche"? no, per pietà.
[+]
Una caz.zata micidiale. Inconcepibile - ma forse nemmeno troppo, vista la assoluta political correctness del filmino - che lo si possa definire un capolavoro. Banale, scontato fin dalle prime scene, grondante di un anacronismo che pretende di essere intenzionale e ricercato e invece è solo stupido, figlio di ignoranza e approssimazione oltre che della frenesia di pagare l'obbligatoria marchetta ai moderne zeiten. Un prete tardo settecentesco con il codino e la faccia di Paolo Rossi? ma per piacere. Che dice messa in italiano? ma per piacere! Delle adolescenti orfanelle illetterate che si comportano come incallite e consapevolissime femministe in piena Restaurazione, e parlano della de Stael come se fosse una pop star? ma per piacere!!! e vogliamo parlare delle "musiche"? no, per pietà. Vogliamo parlare della scena del concerto finale, che vorrebbe essere dirompente e rivoluzionaria e invece è solo tremendamente patetica e sciatta? una orrenda brutta citazione della messa di James Brown nei Blues Brothers... Film inutile e incredibilmente brutto, e dunque - manco a dirlo - foraggiato a piene mani da contributi pubblici.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vivaelleon »
[ - ] lascia un commento a vivaelleon »
|
|
d'accordo? |
|
wothan
|
martedì 17 settembre 2024
|
«pour un coup d’essais, c’est un coup de maitre!»
|
|
|
|
«Pour un coup d’essais, c’est un coup de maitre!» Sarà la rinascita del cinema italiano? Finalmente un film con alti contenuti fotografici, molto bene diretto e con una storia accattivante e degli attori che fano vivere la storia. Paolo Rossi è incredibile nel suo ruolo di prete musicista regista decaduto e in male di ispirazione. La fotografia e i piani sono semplicemente fantastici. Luce e colori, dettagli, “enchainements”. Una grande poesia! Già da sé, il film respira. Si passa da un quadro all’alto con naturalezza e una grande spontaneità. I Paesaggi della laguna sono straordinari. La poesia, la musica e gli intrighi son onnipresenti. Un bellissimo film con un messaggio finale non indifferente.
[+]
«Pour un coup d’essais, c’est un coup de maitre!» Sarà la rinascita del cinema italiano? Finalmente un film con alti contenuti fotografici, molto bene diretto e con una storia accattivante e degli attori che fano vivere la storia. Paolo Rossi è incredibile nel suo ruolo di prete musicista regista decaduto e in male di ispirazione. La fotografia e i piani sono semplicemente fantastici. Luce e colori, dettagli, “enchainements”. Una grande poesia! Già da sé, il film respira. Si passa da un quadro all’alto con naturalezza e una grande spontaneità. I Paesaggi della laguna sono straordinari. La poesia, la musica e gli intrighi son onnipresenti. Un bellissimo film con un messaggio finale non indifferente. Finalmente une bel film italiano.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a wothan »
[ - ] lascia un commento a wothan »
|
|
d'accordo? |
|
sergio dal maso
|
mercoledì 21 agosto 2024
|
uno splendido inno pop alla femminilità
|
|
|
|
“Prendere il cielo con le mani in aria, con i piedi a terra e le mani in aria!” Margherita Vicario – Aria!
Nell’aia di un istituto religioso, sotto lo sguardo severo delle suore, serve e domestiche svolgono i lavori quotidiani. Tra oche e galline che razzolano nel cortile, lavano i panni, li stendono, preparano il pranzo, qualcuna ricama. Dalle stanze del piano superiore arriva un ritmo cadenzato di giovani coriste che vocalizzano per scaldare la voce.
Una giovane serva “ascolta” i lavori nella corte, li osserva, come a guidarli con lo sguardo. Stacco.
Al coro si unisce il rumore ritmato della ramazza che spazza la paglia.
[+]
“Prendere il cielo con le mani in aria, con i piedi a terra e le mani in aria!” Margherita Vicario – Aria!
Nell’aia di un istituto religioso, sotto lo sguardo severo delle suore, serve e domestiche svolgono i lavori quotidiani. Tra oche e galline che razzolano nel cortile, lavano i panni, li stendono, preparano il pranzo, qualcuna ricama. Dalle stanze del piano superiore arriva un ritmo cadenzato di giovani coriste che vocalizzano per scaldare la voce.
Una giovane serva “ascolta” i lavori nella corte, li osserva, come a guidarli con lo sguardo. Stacco.
Al coro si unisce il rumore ritmato della ramazza che spazza la paglia. Stacco. Si aggiungono i colpi secchi dei panni sbattuti. I suoni dei mestoli sulle pentole. Dei coltelli che affettano gli ortaggi. Stacco. Arriva la melodia dei violini. Tutto si fonde in un’armonia inebriante, da pelle d’oca.
Ci mette pochi minuti Gloria! a svelare la meraviglia di un’opera prima travolgente, tanto originale quanto audace. Il sorprendente esordio di Margherita Vicario ha una freschezza e un’originalità che non si vedevano da tempo nel cinema italiano. È uno spumeggiante inno pop alla femminilità, un gioioso e scanzonato manifesto femminista che racconta una storia antica – è ambientata nel Veneto di inizio 800 - nel modo più moderno possibile: fondendo in un unicum immagini e musica, mescolando generi cinematografici e musicali, arrangiamenti d’archi con sfumature elettroniche e jazz.
Siamo all’alba del 1800, vicino a Venezia. Il Sant’Ignazio è un collegio femminile dove le educande studiano per diventare orchestrali. L’intero istituto è in subbuglio per l’imminente visita di papa Pio VII, appena eletto pontefice proprio a Venezia. In particolare, Padre Perlina, l’arrogante e sgradevole maestro di Cappella, incaricato di comporre un concerto in onore del pontefice, è in crisi, non ha alcuna ispirazione creativa e non sa come uscirne. Potrebbe chiedere aiuto alle giovani allieve, in particolare Lucia, le cui capacità compositive sono evidenti, ma sono femmine, è impensabile assegnare loro un ruolo diverso dalla mera esecuzione di spartiti. Ma tutto sta per cambiare, c’è un’aria nuova, si avvertono gli echi della Rivoluzione francese, parole nuove come libertà, uguaglianza e fraternità. Il dispotico monsignore nemmeno può immaginare quello che sta per accadere.
Gloria!racconta l’amicizia salvifica di un gruppo di ragazze, inizialmente ostili e diffidenti le une delle altre, specialmente nei confronti della serva Teresa. Giovani donne che impareranno a capirsi e a volersi bene, restando unite nelle difficoltà. Proprio Teresa, la sguattera silenziosa e bistrattata da tutti, con le sue ammalianti melodie notturne e quei suoni mai sentiti prima, diventerà l’ispiratrice della loro nuova consapevolezza.
Se fuori dall’istituto gli eventi della Storia prefigurano rivoluzioni e cambiamenti sociali epocali, per le cinque amiche il riscatto deve nascere da loro stesse, da una rivoluzione interiore, per poi arrivare, con la musica, a un’emancipazione sociale. Nel microcosmo del Sant’Ignazio il motore della storia è rappresentato dall’arrivo del pianoforte, uno strumento nuovo, in quell’epoca quasi sconosciuto, e infatti viene subito avversato e nascosto nel sotterraneo. Le nuove sonorità composte al piano da Teresa nelle fughe notturne in cantina pian piano uniscono le cinque ragazze, diventano speranza, possibilità di creare. Finalmente hanno un sogno da opporre a quel potere patriarcale così gretto e meschino.
Non a caso le figure maschili principali, goffe e maldestre, sono state affidate a due comici, Paolo Rossi e Natalino Balasso, bravissimi per inciso. Come sono magnifiche le cinque attrici protagoniste, davvero formidabili a trasmettere quel sentimento di sorellanza che è il filo rosso che unisce la storia, dando vita a personaggi autentici in una narrazione corale.
Gloria! è un film da ascoltare prima che da guardare. Trasuda passione, gioia irriverente e libertà artistica, proprio come nel concerto finale, dissacrante e libero come un fiume in piena che straripa.
Margherita Vicario ha voluto omaggiare le musiciste e le compositrici dei secoli scorsi, ignorate e dimenticate, senza nemmeno la dignità di essere citate negli annali della storia della musica.
La poliedrica regista – è anche una cantautrice raffinata nonché attrice - ha cercato con le sue collaboratrici di ricreare minuziosamente le scenografie e i costumi dell’epoca, restituendo verità e credibilità alla storia raccontata. Solo per dire, i violini hanno le corde di budello come nell’Ottocento.
Pur essendo l’esordio dietro la macchina da presa, il film brilla di intuizioni e scelte azzeccatissime. Come le inquadrature in alcuni frangenti “pittoriche” o una fotografia misurata, dai toni pastello, perfetti nella loro naturalezza. E sempre con quella leggerezza profonda, mai banale, intrisa di ironia e allegria.
E poi c’è la musica di Teresa, Lucia, Bettina, Marietta e Prudenza. La musica che libera e unisce in un sogno di libertà cinque giovani donne, finalmente pronte a “prendersi il cielo con le mani in aria!”.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sergio dal maso »
[ - ] lascia un commento a sergio dal maso »
|
|
d'accordo? |
|
cardclau
|
mercoledì 22 maggio 2024
|
e la femminilità?
|
|
|
|
Il film Gloria di Margherita Vicario ci racconta una storia sul ruolo femminile nella Venezia all’inizio dell’800, scombussolata prima dai francesi di Napoleone, poi dagli austriaci, dove un gruppo di giovani donne, dell’orfanotrofio di Sant’Ignazio, talentuose esecutrici musicali, procedono nel diventare brillanti compositrici. Malgrado il maschilismo di Mons. Perlina che tenderebbe ad umiliarle, e a metterle sempre da parte (per non parlare della direttrice dell’istituto); ma che virile non è, ma un omosessuale mimetizzato (forse meno “minaccioso”), nella difficilissima parte di emulare un suo collega, il prete rosso, che più di mezzo secolo prima, aveva rivoluzionato la musica in Europa.
[+]
Il film Gloria di Margherita Vicario ci racconta una storia sul ruolo femminile nella Venezia all’inizio dell’800, scombussolata prima dai francesi di Napoleone, poi dagli austriaci, dove un gruppo di giovani donne, dell’orfanotrofio di Sant’Ignazio, talentuose esecutrici musicali, procedono nel diventare brillanti compositrici. Malgrado il maschilismo di Mons. Perlina che tenderebbe ad umiliarle, e a metterle sempre da parte (per non parlare della direttrice dell’istituto); ma che virile non è, ma un omosessuale mimetizzato (forse meno “minaccioso”), nella difficilissima parte di emulare un suo collega, il prete rosso, che più di mezzo secolo prima, aveva rivoluzionato la musica in Europa. Di Antonio Vivaldi possiamo godere di due versioni del Gloria, classico, all’inizio, arrangiato, alla fine del film. Ma Mons. Perlina è una schiappa, e ha diversi scheletri nell’armadio, lo si sconfigge facilmente: basta rinchiuderlo a chiave nella sagrestia. E il film finisce qua; sicuramente “political correct” il tema; ma non si azzarda di definire la femminilità. La storia zoppica di sdolcinature, e di macchiette. Inoltre prende in considerazione un argomento difficilissimo come la musica, cercando di impressionare lo spettatore con versioni jazzate, quindi con arrangiamenti moderni alla Mozart o Haydn, quindi con versioni post-moderne, rap, fino ad arrivare al simile africano, eccessivamente antistoriche, sebbene possano piacere. La musica è quella che ti muove gli affetti, dentro, indipendentemente dal tipo. La storia racconta che la musica è libertà: e questo è verissimo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cardclau »
[ - ] lascia un commento a cardclau »
|
|
d'accordo? |
|
angelo umana
|
mercoledì 24 aprile 2024
|
la musica nelle vene
|
|
|
|
Negli anni '30 una bambina di 7 anni non riusciva a star seduta a scuola, inquieta si alzava continuamente e si distraeva, volava coi pensieri e non seguiva le lezioni. Scoprirono i genitori chiamati a scuola e gli insegnanti che, lasciata sola in una stanza, lei si alzò, cominciò a muoversi su e giù ascoltando una musica immaginaria coi suoi piedi e col suo cuore. Nel 1981 (era nata nel 1926) dopo una carriera come ballerina, dopo aver aperto la sua accademia di danza e aver ricevuto tantissimi riconoscimenti, era la coreografa del musical “Cats”. Si chiamava Gillian Lynne.
Che c'entra mai questa storia con Gloria, opera prima della 36enne regista Margherita Vicario, cantautrice, attrice e musicista? Sono sue le musiche originali.
[+]
Negli anni '30 una bambina di 7 anni non riusciva a star seduta a scuola, inquieta si alzava continuamente e si distraeva, volava coi pensieri e non seguiva le lezioni. Scoprirono i genitori chiamati a scuola e gli insegnanti che, lasciata sola in una stanza, lei si alzò, cominciò a muoversi su e giù ascoltando una musica immaginaria coi suoi piedi e col suo cuore. Nel 1981 (era nata nel 1926) dopo una carriera come ballerina, dopo aver aperto la sua accademia di danza e aver ricevuto tantissimi riconoscimenti, era la coreografa del musical “Cats”. Si chiamava Gillian Lynne.
Che c'entra mai questa storia con Gloria, opera prima della 36enne regista Margherita Vicario, cantautrice, attrice e musicista? Sono sue le musiche originali. C'entra quanto a seguire le proprie passioni e sviluppare le proprie doti, farne un'arte o un mestiere per la vita: la Teresa protagonista (Galatéa Bellugi) che interpreta il film come servetta muta del parroco di Sant'Ignazio al Lido di Venezia, alla fine del 1700, ha la musica e il ritmo nel sangue, nelle sue occupazioni “sente”, immagina, che i rumori del collegio di orfanelle dove vive, che i suoni prodotti dalle loro opere quotidiane siano una musica guidata da un'orchestra spontanea.
Deve venire addirittura il papa Pio VII° in visita nell'isola, bisogna riceverlo con tutti gli onori, di ciò si preoccupa il parroco dell'istituto, maldestro e preoccupato con quel branco di diseredate (così vengono appellate) che sembrano non apprendere la musica come lui vorrebbe. Teresa scopre un pianoforte dove poter suonare, lo impara, comincia a parlare, guida le altre ragazze, qualcuna canta i suoi pensieri, visi che s'illuminano per la consapevolezza di valere doti ben maggiori di ciò che la vita ha assegnato loro fino a quel momento e che l'ambiente non si cura di riconoscere.
Del concerto ecclesiastico in onore del Papa si approprieranno esse stesse col pianoforte e gli archi, si rivela un concerto di musica varia, un rock ante-litteram molto gradito ai fedeli e alle ragazze stesse, si può dire una messa cantata, ma pagana, e meno noiosa di quelle tradizionali, poco importa che il Papa esterrefatto dichiari tutti scomunicati. La musica e il ritmo hanno regnato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a angelo umana »
[ - ] lascia un commento a angelo umana »
|
|
d'accordo? |
|
|
venerdì 19 aprile 2024
|
vergognosamente banale
|
|
|
|
Una storia che pur interessante è stata sviluppata in maniera banale,confusa nel modo, appiattita su tutto ciò che politicamente corretto, prevedibile. Pessima scrittura quindi,pessima regia(attori e modi inverosimili e non coerenti). Film pretenzioso è piu che altro INEMENDABILE. Un insulto agli amanti del cinema...
[+] del tutto d''accordo
(di vivaelleon)
[ - ] del tutto d''accordo
[+] del tutto d''accordo
(di vivaelleon)
[ - ] del tutto d''accordo
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
gabriella
|
lunedì 15 aprile 2024
|
musica ribelle
|
|
|
|
L'esordio alla regia di Margherita Vicario è uno spartito traboccante di energia pura, un mondo che trova la sua espressione nei suoni e nella sua creatività, nella forza incendiaria e incandescente della musica. Siamo in un istituto femminile , nei pressi di Venezia all'alba del 1800, un gruppo di ragazze perlopiù orfane ,vengono istruite a suonare dei componimenti musicali scritti da altri, sotto la guida di Perlina, sgradevole sacerdote e maestro di musica ( uno straripante e straniante Paolo Rossi), che non perde occasione per umiliare le giovani donne e che si trova a dover organizzare un concerto in onore della visita del novello papa Pio VII, Nell’istituto si trova anche Teresa, una ragazza apparentemente muta dedita a svolgere lavori di pulizia nello stesso, alla quale non è concesso di suonare, solo che nessuno lo sa, ma dentro di lei tutto è vibrante di musica, di ritmo, tutto si compone nei movimenti, nel rumore di un secchio svuotato, della scopa passata sul cortile, dello sbattere di panni stesi al sole, si creano note nella sua mente, libere , fresche e nuove.
[+]
L'esordio alla regia di Margherita Vicario è uno spartito traboccante di energia pura, un mondo che trova la sua espressione nei suoni e nella sua creatività, nella forza incendiaria e incandescente della musica. Siamo in un istituto femminile , nei pressi di Venezia all'alba del 1800, un gruppo di ragazze perlopiù orfane ,vengono istruite a suonare dei componimenti musicali scritti da altri, sotto la guida di Perlina, sgradevole sacerdote e maestro di musica ( uno straripante e straniante Paolo Rossi), che non perde occasione per umiliare le giovani donne e che si trova a dover organizzare un concerto in onore della visita del novello papa Pio VII, Nell’istituto si trova anche Teresa, una ragazza apparentemente muta dedita a svolgere lavori di pulizia nello stesso, alla quale non è concesso di suonare, solo che nessuno lo sa, ma dentro di lei tutto è vibrante di musica, di ritmo, tutto si compone nei movimenti, nel rumore di un secchio svuotato, della scopa passata sul cortile, dello sbattere di panni stesi al sole, si creano note nella sua mente, libere , fresche e nuove. Sarà il dono di un pianoforte, che Perlina relega in cantina perché non lo sa apprezzare, lo strumento cardine che darà vita a un’emancipazione artistica che segnerà il punto di rottura tra il vecchio e il nuovo. Fuori ci sono gli echi della rivoluzione dell’ancient regime napoleonico, dentro le mura , un canto che vuole uscire, Teresa scopre lo strumento e inizia a suonarlo, la cantina diverrà il rifugio segreto delle ragazze che scopriranno il fascino del proibito, tra solfeggi audaci e provocatori, grazie alla ruspante Teresa che non ha nessun condizionamento musicale, tranne il suo orecchio e la sua visione.( come non pensare agli incontri notturni della setta dei poeti estinti in “L’attimo fuggente”) E’ un vento nuovo, di cambiamento, rivoluzionario, rompe gli schemi, esonda di passione e di ribellione, di desiderio di riscrivere le regole, perché delle regole se ne frega, sfida l’immobile rigidità di dogmi e costrizioni, cerca aria per respirare e ci riesce, scandendo il ritmo, sovvertendo l’ordine, per smarrirsi in una libertà visiva incontrollata e liberante che si sprigiona in un climax incalzante. Certo, ci sono delle incertezze, dei limiti narrativi, ma la qualità della colonna sonora salva dialoghi non sempre brillanti, la fotografia invece è elegante e raffinata, le inquadrature pittoriche anche ( L’illuminazione delle candele riporta a “ Barry Liindon” ,bravi gli interpreti , nessuno escluso, in particolare Galatea Bellugi i cui tratti del viso ricordano “ La dama con l’ermellino “ di Leonardo, capace di mantenere lo sguardo oltre il tempo di una sequenza, ma anche il cameo di Elio ( e le storie tese)e di Natalino Balasso .Un omaggio doveroso, occorre ricordarlo alle innumerevoli donne che nei secoli hanno fatto musica, composto, ma che la storia e l’uomo, hanno confinato in cantina come quel pianoforte. Per fortuna la Vicario l’ha trovato.
[-]
[+] ottima gabriella da ivan il matto
(di ivan il matto)
[ - ] ottima gabriella da ivan il matto
|
|
[+] lascia un commento a gabriella »
[ - ] lascia un commento a gabriella »
|
|
d'accordo? |
|
|