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talia
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sabato 26 aprile 2025
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arsa invito a riflettere
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Il film è una riflessione sulle scelte delle persone, spesso influenzate dalle esperienze vissute durante l’infanzia, e sull’importanza di essere consapevoli di ciò che ci porta a compierle.
La protagonista è giovane, ma consapevole di ciò che è diventata e delle ragioni che l’hanno portata a essere così. Consapevole, protegge il suo modo di essere, nonostante le tentazioni che inevitabilmente arrivano da persone estranee al suo mondo e alla sua essenza.
Le immagini dell’isola e del mare sono coinvolgenti, potenti, a tratti sconvolgenti. La bellezza della natura selvaggia, dell’essere soli con se stessi, avvolgono lo spettatore e lo invitano a riflettere.
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Il film è una riflessione sulle scelte delle persone, spesso influenzate dalle esperienze vissute durante l’infanzia, e sull’importanza di essere consapevoli di ciò che ci porta a compierle.
La protagonista è giovane, ma consapevole di ciò che è diventata e delle ragioni che l’hanno portata a essere così. Consapevole, protegge il suo modo di essere, nonostante le tentazioni che inevitabilmente arrivano da persone estranee al suo mondo e alla sua essenza.
Le immagini dell’isola e del mare sono coinvolgenti, potenti, a tratti sconvolgenti. La bellezza della natura selvaggia, dell’essere soli con se stessi, avvolgono lo spettatore e lo invitano a riflettere.
Consiglierei la visione del film ai ragazzi, soprattutto oggi, in un tempo in cui si vive sotto la pressione dei canoni dell'accetabile. Per ampliare gli orizzonti .
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jey pinna
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venerdì 25 aprile 2025
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formidabile
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Antonioni!! si rivede quel cinema di poesia e sospensione. Un film che ti porti a casa, in testa.
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diavolina
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domenica 20 aprile 2025
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stromboli e la poesia
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Arsa ? un film che non si guarda: si abita. ? un?esperienza sensoriale e spirituale, un rito iniziatico che ci ricorda che siamo creature d?acqua e fuoco, inquiete come l?isola che ci specchia.
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akai
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mercoledì 16 aprile 2025
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la forza della natura come nucleo primordiale
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Arsa è una giovane ragazza che vive sola in un isola. Trascorre le sue giornate osservando i turisti che arrivano sull'isola e raccogliendo i rifiuti spiaggiati sulla sua isola natale provenienti dalla non-curanza degli stessi turisti.
Nel tentativo di recuperare una bambola persa da una bambina, con la quale ha un contatto mosso dall'ingenuità e dalla curiosità che forse accumuna le due figure, scopre una statua sul fondo del Mare. Pian piano Arsa sempre più incuriosita dalla misteriosa figura sul fondale inizia ad andare "sempre più a fondo" cercando di colmare la distanza con qualcosa che improvvisamente sembra avere a che fare con il suo passato fin a quel momento celato nel film.
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Arsa è una giovane ragazza che vive sola in un isola. Trascorre le sue giornate osservando i turisti che arrivano sull'isola e raccogliendo i rifiuti spiaggiati sulla sua isola natale provenienti dalla non-curanza degli stessi turisti.
Nel tentativo di recuperare una bambola persa da una bambina, con la quale ha un contatto mosso dall'ingenuità e dalla curiosità che forse accumuna le due figure, scopre una statua sul fondo del Mare. Pian piano Arsa sempre più incuriosita dalla misteriosa figura sul fondale inizia ad andare "sempre più a fondo" cercando di colmare la distanza con qualcosa che improvvisamente sembra avere a che fare con il suo passato fin a quel momento celato nel film. Un giorno tre ragazzi arrivano sull'Isola, casualmente incontrano Arsa, che appare schiva e diffidente, per chiederle informazioni e uno dei tre Andrea s'invaghisce della bellezza selvatica e dell'alimentazione di mistero che governano Arsa. L'incontro tra i due genere una frattura che tenta di condizionare la vita fino a quel momento scandita dalla protagonista.
I Masbedo dirigono un film visivamente d'impatto, le riprese sott'acqua, dei corpi spiaggiati dei turisti persi in una natura quasi incontaminata, cosi come quelle del canneto e dei meravigliosi ambienti che governano l'isola ne esaltano lo splendore e la purezza in un modo che raramente si vede al cinema. Le musiche avvolgono lo spettatore sin dall'inizio inizio e si intervallano perfettamente con i momenti di solitudine di Arsa creando un clima etereo e mistico nella cornice meravigliosa raccontata da una fotografia sapiente. Nonostante questo con l'arrivo dei ragazzi sull'isola ci si aspetta una rottura di questa stasi per poterne realmente apprezzare l'importanza, che la sceneggiatura non approfondisce a dovere. Per poter esplorare qualsiasi concetto bisognerebbe rendere i conflitti tra tutte le funzioni estremi al punto tale che diventino un manifesto di quello che c'è in gioco e che se perso ne esalta la sua importanza. Gli esseri umani sono gli unici essere che sbagliando imparano e crescono è un film dovrebbe avere il dovere di esplorare l'animo umano.
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cardclau
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martedì 15 aprile 2025
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il regista non deve mai fare psicoanalisi
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Il film Arsa di Masbedo è un film piuttosto acerbo. Ma vediamo innanzitutto le cose che mi sono piaciute. Arsa (Gala Martinucci) è una giovane donna che ha scelto la libertà alla condivisione (che potrebbe richiedere un prezzo piuttosto salato), che vive nella riserva di Stromboli, immersa in una splendida natura (sebbene il vulcano non si lascia mai scorgere). Si occupa in particolare di raccogliere le abbondanti tracce di un turismo che si ritiene più consapevole, ma che non lo è. Nella sua vita c’è di mezzo un mostro agitato dal padre, ma che a conti fatti mi ha fatto pensare al Colombre di Dino Buzzati. Ho conosciuto Masbedo alla proiezione del film al Multiastra di Padova, il 14 aprile.
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Il film Arsa di Masbedo è un film piuttosto acerbo. Ma vediamo innanzitutto le cose che mi sono piaciute. Arsa (Gala Martinucci) è una giovane donna che ha scelto la libertà alla condivisione (che potrebbe richiedere un prezzo piuttosto salato), che vive nella riserva di Stromboli, immersa in una splendida natura (sebbene il vulcano non si lascia mai scorgere). Si occupa in particolare di raccogliere le abbondanti tracce di un turismo che si ritiene più consapevole, ma che non lo è. Nella sua vita c’è di mezzo un mostro agitato dal padre, ma che a conti fatti mi ha fatto pensare al Colombre di Dino Buzzati. Ho conosciuto Masbedo alla proiezione del film al Multiastra di Padova, il 14 aprile. Ne ho tratto l’impressione che tanto il personaggio è logorroico, che ami sbrodolarsi addosso, quanto il film è intriso di una miriade di significati e significanti, tipici di colui che ha fatto una indigestione di psicoanalisi (o di psicologia anlitica) senza averla mai veramente digerita. Ove l’inconscio non emerge mai, perchè già “tutto si sa”. Questo però gli dà il patentino di superiorità sui profani. Dice correttamente “l’artista deve fare dei tentativi, esplorare delle terre sconosciute”, ma la comunicazione è essenziale, perché o si è dei geni (che anticipano i tempi) o si è nel bisogno, narcisistico, di emergere. Particolarmente le figure dei giovani maschi sono inconcludenti, pensando che una “scopata” possa risolvere la complessità della relazione, e che il desiderio si limiti a questo. Anche la “festa di compleanno” risulta una brutta copia dell’ultimo dell’anno, dove è d’obbligo divertirsi.
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