eugenio
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giovedì 18 aprile 2024
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road movie tra le colline dell’appenino
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Di storie così ne abbiamo viste a decine: un road movie con protagonisti due fratelli assai diversi, uno: Rocco (Fabio De Luigi) timido contadino remissivo, l'altro Guido (Stefano Accorsi) esuberante manager di crociere che alla morte del padre (Alessandro Haber) cinico e assai acido, si trovano a adempiere alle sue volontà: spargere le ceneri sulla tomba della ex moglie a Cervia.
In sella a due ciclomotori: un Ciao e un Califfone della Malaguti, i due impareranno ad apprezzare le reciproche diversità e a colmare il rispettivo vuoto interiore.
Siamo in Romagna, terra cara a Fabio de Luigi qui in veste di regista che imbastisce un remake di un film tedesco, nostalgicamente avvinto a quegli anni '80, ripresi anche musicalmente, con una successione di eventi, figlie di un viaggio "lento pede", rappresentati con stile e garbo.
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Di storie così ne abbiamo viste a decine: un road movie con protagonisti due fratelli assai diversi, uno: Rocco (Fabio De Luigi) timido contadino remissivo, l'altro Guido (Stefano Accorsi) esuberante manager di crociere che alla morte del padre (Alessandro Haber) cinico e assai acido, si trovano a adempiere alle sue volontà: spargere le ceneri sulla tomba della ex moglie a Cervia.
In sella a due ciclomotori: un Ciao e un Califfone della Malaguti, i due impareranno ad apprezzare le reciproche diversità e a colmare il rispettivo vuoto interiore.
Siamo in Romagna, terra cara a Fabio de Luigi qui in veste di regista che imbastisce un remake di un film tedesco, nostalgicamente avvinto a quegli anni '80, ripresi anche musicalmente, con una successione di eventi, figlie di un viaggio "lento pede", rappresentati con stile e garbo. Il merito sta nell'alchimia del duetto, nel loro costante allontanamento e riavvicinamento, che tra una partita di ping pong da tavolo, un allucinogeno rave-party, e tante abbuffate in trattorie, con sfondo le dolci colline dell'Appenino, condurrà i due a ritrovare l'orizzonte conosciuto della loro anima, adombrata o illusoriamente spaccona e scapestrata.
Tutto qua, eppure il film emoziona e intrattiene, nella sua veste delicata, nelle due ore che scorrono via piacevoli ad affrontare ricordi, identità, sentimenti, ma soprattutto quel senso di responsabilità necessariamente fondamentale ma non apodittico. Perchè in fondo, l'arma della vita è l'ironia con cui affrontare in leggerezza, pesi e costrizioni, figli di una dinamica odierna non sempre comprensibile.
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jonnylogan
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venerdì 24 gennaio 2025
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veloce come un piaggio
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Una commedia on the road per bagnare l'incontro fra due fratelli profondamente differenti fra loro. L'uno (Guido) preciso sul lavoro, ma altrettanto leggero nei rapporti famigliari. L'altro (Rocco) più accondiscendente a iniziare dal legame che da sempre lo ha tenuto legato a un padre - padrone.
Il viaggio in direzione Cervia su due motorini costruiti e più volte riparati dal padre, fatto con lo scopo di esaudire le ultime volontà di quest’ultimo, desideroso che le proprie ceneri siano depositate sulla tomba della moglie, fa muovere i due lungo le strade secondarie che uniscono Lombardia ed Emilia.
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Una commedia on the road per bagnare l'incontro fra due fratelli profondamente differenti fra loro. L'uno (Guido) preciso sul lavoro, ma altrettanto leggero nei rapporti famigliari. L'altro (Rocco) più accondiscendente a iniziare dal legame che da sempre lo ha tenuto legato a un padre - padrone.
Il viaggio in direzione Cervia su due motorini costruiti e più volte riparati dal padre, fatto con lo scopo di esaudire le ultime volontà di quest’ultimo, desideroso che le proprie ceneri siano depositate sulla tomba della moglie, fa muovere i due lungo le strade secondarie che uniscono Lombardia ed Emilia. Facendogli attraversare ogni genere di disavventura: dalla partecipazione a un Rave, all'incontro/scontro con due ragazzi più giovani e desiderosi di menare le mani. Non aggiungendo alla fine nulla di nuovo che già non si fosse visto in altri film analoghi: da Tre uomini e una Gamba (id.; 1997) sino al più recente L’ultima settimana di settembre (id.; 2024) diretto da Gianni De Blasi.
Il tutto con lo scopo, nemmeno troppo nascosto, di fare sorridere, ma soprattutto riflettere, a suon di buoni sentimenti, con battute svuotate da astio e cinismo e che avrebbero potuto facilmente fare virare la pellicola su terreni fin troppo impervi. De Luigi però sa usare e bene il mezzo cinematografico riuscendo a confezionare uno spaccato reale di una famiglia come se ne vedono ogni giorno. Sfruttando appieno la presenza di un opposto, il fratello Guido, che è interpretato in maniera puntuale da Stefano Accorsi al quale l'attore Felsineo aggiunge una ridda di tic e idiosincrasie e con il quale De Luigi crea per la prima volta un duetto fin da subito affiatato e sull'asse che da Sant'Arcangelo va in direzione di Bologna.
Le incomprensioni e le differenze fra i due fratelli rappresentano quindi la parte preponderante di questa terza commedia firmata da De Luigi; dopo Tiramisù (id.; 2016) e Tre di troppo (id.; 2023), e con una sceneggiatura firmata a quattro mani con Giovanni Bognetti che trae spunto dal film tedesco 25 km/h (id.; 2018) diretto da Markus Goller.
Alessandro Haber nel ruolo di Corrado, il padre burbero e scontroso, s'intravede solamente per pochi minuti iniziali, non lasciando particolari tracce all'interno di una narrazione che vede nella centralità del recupero del legame di fratellanza il significato finale di un film che purtroppo nonostante qualche buona trovata non si discosta troppo da altre pellicole che trattano l'incontro fra due persone per troppo tempo rimaste distanti.
Piacerà e molto agli amanti di un De Luigi differente dal solito. Distante dai suoi personaggi televisivi e dalla sua comicità dirompente e sopra le righe. Astenetevi se desiderate visionare qualche cosa di veramente originale.
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