felicity
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giovedì 13 febbraio 2025
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il cinema ? la nostra vita
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Nonostante la brillantezza della messa in scena e la varietà dei registri narrativi, Hit Man - Killer per caso evoca una sensazione di già visto che il sottotesto metalinguistico dello script cavalca consapevolmente, fagocitando il discorso tanto caro al regista americano sulla perdita dell'identità: l'analisi sull'inconoscibilità dell'uomo resta infatti limitata alla superficie del racconto, malgrado le citazioni roboanti, ma un po' troppo didascaliche di Freud, Kant e Nietzsche promettessero uno sguardo più contrastato.
Non chiedevamo certo un trattato filosofico a una commedia degli equivoci volutamente spensierata come questa, in cui l’autore si confronta brillantemente con un genere mainstream e un pubblico molto variegato; tuttavia, da Richard Linklater ci si aspetterebbe una sintesi tra la leggerezza dei toni e la capacità di approfondire un soggetto ricchissimo di implicazioni, sicuramente non scelto a caso.
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Nonostante la brillantezza della messa in scena e la varietà dei registri narrativi, Hit Man - Killer per caso evoca una sensazione di già visto che il sottotesto metalinguistico dello script cavalca consapevolmente, fagocitando il discorso tanto caro al regista americano sulla perdita dell'identità: l'analisi sull'inconoscibilità dell'uomo resta infatti limitata alla superficie del racconto, malgrado le citazioni roboanti, ma un po' troppo didascaliche di Freud, Kant e Nietzsche promettessero uno sguardo più contrastato.
Non chiedevamo certo un trattato filosofico a una commedia degli equivoci volutamente spensierata come questa, in cui l’autore si confronta brillantemente con un genere mainstream e un pubblico molto variegato; tuttavia, da Richard Linklater ci si aspetterebbe una sintesi tra la leggerezza dei toni e la capacità di approfondire un soggetto ricchissimo di implicazioni, sicuramente non scelto a caso. Invece, è solo un esempio di grande entertainment.
Hit Man è anche un film che parla proprio di come si reciti nella vita di tutti i giorni, che mostra al pubblico come funzioni l’immedesimazione di un attore professionista, che conseguenze abbia e attraverso quali tecniche si diventi un altro. In ultima analisi, come fare qualcosa per finta abbia conseguenze reali e alla fine addirittura diventi la realtà.
E quando i due protagonisti dovranno fingere una conversazione, improvvisandola per non farsi beccare da chi li sta ascoltando, in una delle scene più divertenti, stiamo vedendo come si dirige un film, cioè stiamo vedendo due persone che recitano e che mettono in scena qualcosa che non sta accadendo realmente, a beneficio di un pubblico che ascolta. Il cinema è la nostra vita.
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rebecca imerovic
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venerdì 13 dicembre 2024
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il dilemma dell''identit
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Cosa può andare storto quando un solitario e impacciato professore di filosofia viene ingaggiato dalla polizia di New Orleans per impersonare un pericoloso sicario sotto copertura? È questa la premessa del film di Richard Linklater, che racconta come il protagonista, Gary Johnson, passa per una serie di coincidenze da essere un consulente informatico a tempo perso ad un finto killer. Finalmente il protagonista sente di avere uno scopo, di assicurare i criminali alla giustizia, ma soprattutto sente di essere veramente portato ad impersonare il suo spietato alter ego, Ron. Tutto fila liscio finché non si innamora di una sua sospettata che tenta disperatamente di liberarsi del marito violento, e qui la trama si complica.
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Cosa può andare storto quando un solitario e impacciato professore di filosofia viene ingaggiato dalla polizia di New Orleans per impersonare un pericoloso sicario sotto copertura? È questa la premessa del film di Richard Linklater, che racconta come il protagonista, Gary Johnson, passa per una serie di coincidenze da essere un consulente informatico a tempo perso ad un finto killer. Finalmente il protagonista sente di avere uno scopo, di assicurare i criminali alla giustizia, ma soprattutto sente di essere veramente portato ad impersonare il suo spietato alter ego, Ron. Tutto fila liscio finché non si innamora di una sua sospettata che tenta disperatamente di liberarsi del marito violento, e qui la trama si complica. Glenn Powell potrebbe far credere di essere un supereroe solo togliendosi gli occhiali, e sarebbe comunque più credibile di Clark Kent. La trama gioca con i cliché dei classici film sui killer, divertendosi a sovvertire le loro convenzioni utilizzando un approccio meta-cinematografico, attraverso una magnifica scena che omaggia i film principali che hanno trattato questo tema. La ricetta per il successo del film è data dunque dall’ottima interpretazione dell’attore protagonista, in questo caso anche co-sceneggiatore, inserita in una commedia dark che gioca con temi scottanti con grande intelligenza in modo apparentemente leggero e incosciente.
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dana scully
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mercoledì 25 settembre 2024
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una bella sorpresa
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Finalmente un film divertentissimo ma non sciocco (anzi...), ritmo veloce, scrittura eccellente e più che ottime le performance di attori e regista ... Tutti i cliché possibili sono stati evitati come la peste, il risultato è fresco e frizzante, il concetto di identità... beh, io lo riassumerei - in maniera che più amatoriale non si può - nel 'fake it till you make it' ... E vogliamo parlare dei due gatti del protagonista, appena accennati, ma i cui nomi - Es ed Ego - la dicono tutta ...? Ogni scena non proseguirà mai come vi aspettereste. Straconsigliato.
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edmund
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martedì 24 settembre 2024
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boh!
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Adesso non è che uno vuole per forza darsi arie da intellettuale. I film leggeri ci piacciono soprattutto quando il genere commedia è trattato con gusto e garbo. Tuttavia, non si riesce a capire tutto questo entusiasmo per il film in questione. Secondo me la "critica" di certi professionisti del settore risente molto del tono dell'umore dell'alzata mattutina. Oltretutto, il sottotesto etico e morale (ammesso che ci sia o che uno voglia trovarlo per forza in una commedia) mi risulta piuttosto discutibile
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jonnylogan
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mercoledì 10 luglio 2024
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la solitudine dell''assassino
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Dopo aver impersonato Jake "Hangman" Seresin in Top Gun: Maverick (id.
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Dopo aver impersonato Jake "Hangman" Seresin in Top Gun: Maverick (id.; 2022) e poco prima di arrivare in sala con la rivisitazione in chiave moderna di Molto rumore per nulla, in Tutti tranne te (Anyone But You.; 2023). Il trentaseienne Glen Powell offre una nuova eccellente prova da protagonista al servizio del nuovo film firmato dal regista Richard Linklater, al quale si affianca anche nel ruolo di sceneggiatore di una dramedy basata su un articolo del giornalista di nera Skip Hollandsworth e apparso sulle pagine della rivista Texas Monthly diversi anni or sono.
Hollandsworth, che aveva già collaborato con Linklater alla sceneggiatura di Bernie (id.; 2011), sempre creato basandosi su un proprio articolo, offre ai due sceneggiatori l'opportunità per immergersi in una vicenda tanto curiosa quanto passibile di differenti chiavi di lettura:
"La verità è oggettiva, o forse tutto è modificabile a seconda delle esperienze di chi osserva?"
A vedere cosa avviene nella vita di un mite docente di college. Single dopo una relazione conclusasi con un tradimento subito. Appassionato di Friedrich Nietzsche, Carl Jung e Bird Watching, la risposta propenderebbe per una realtà che vari con l'esperienza.
Tralasciando cosa spinga il professor Johnson a diventare un abile mentitore con le sembianze di un sicario che ogni volta assume fattezze diverse, a seconda del proprio interlocutore, la commedia diretta da Linklater diventa un perfetto meccanismo a incastro che sa strappare sorrisi, riflessioni e un intreccio noir impreziosito dalla bravura di un Powell che catalizza con i propri cambi di registro interpretativo, l’attenzione degli spettatori. Riuscendo a spostarsi dall’essere il professor Johnson al sicario innamorato di una potenziale cliente: la trentaduenne Adria Arjona recentemente apparsa nel poco riuscito cinecomics diretto da Daniel Espinosa: Morbius (id.; 2022).
Passando quindi, per sua stessa ammissione, da essere un "signor nessuno", o almeno "uno come tanti altri". A trasformarsi in un uomo che rappresenta nell'immaginario collettivo un ruolo ideale (il killer) alimentato dallo sfruttamento mediatico che ne hanno fatto TV, cinema e letteratura.
Ed è proprio questo del quale s'avvale lo studioso professor Johnson quando impersona
"il killer giusto per ciascun cliente"
Dandone una personale versione mutuata dall'immaginario collettivo.
Si sorride e riflette arrivando a fine film senza imbattersi in buchi di trama o temporali. Con una trama capace d'intrecciare e concludere sia il lato romantico, sia quello esistenziale del protagonista. Pellicola da vedere perché come detto capace di rappresentare il giusto mix narrativo fra differenti generi e menzione decisamente meritata per un Glen Powell perfetto sia per rappresentare l'antieroe della porta accanto sia un fascinoso killer e amante.
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[+] divertente mix di esitenzialismo e romanticismo
(di antonio montefalcone)
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marco giovanni fontana
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sabato 6 luglio 2024
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la predica dell''ipocrisia
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Molti film fanno trionfare il calcolo cinico e criminale, ma sono loschi, drammatici e "fanno pensare" (es.: Non e` un Paese per vecchi, Crimini e Misfatti, match Point ...).
Questo film regge poco come giallo (quasi incredibile che sia ispirato ad un fatto vero) se non per un'ipotetica disarmante (e` proprio il caso di dirlo) ingenuita` della Polizia Americana, dove la morte misteriosa ed inspiegabile di un Poliziotto galvanizzato dal proprio "lavoro volontario" (in realta` e` stato sospeso) sembrerebbe quasi ignorata a favore del "Uomo di successo del momento".
Ma la cosa fastidiosa, ridicola e negativa e` che il regista sembra credere alla "predica dell'ipocrisia" del Prefessore-killer, dove si illude il pubblico che sia effettivamente possibile, attraverso la finzione, crearsi una nuova identita` e con questa mettere a tacere i fantasmi e nascondere gli angoli bui del passato.
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silvia arzola
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lunedì 1 luglio 2024
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ferocia progressista
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Posto che generalmente apprezzo i film di Linklater, quest'ultimo mi ha annoiato e irritato moltissimo. Apre con tanto di citazioni di Nietzsche (all'americana, quindi banalizzate da far pietà) che dovrebebro essere preludio a una pellicola compatta solo nell'estetica e nella 'tenuta' del protagonista e quanto mai confusa nei registri, a meno che il registro 'sciocchrello' sia un registro. Dissumulata sotto la suddetta cadenza sciocherella alligna una visione spietata e aproblematica, travestita operetta. Leggo qual e là grandi prestiti intellettuali per giustificare un'operazione superficiale incapace di tradursi anche esteticamente in commedia nera.
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Posto che generalmente apprezzo i film di Linklater, quest'ultimo mi ha annoiato e irritato moltissimo. Apre con tanto di citazioni di Nietzsche (all'americana, quindi banalizzate da far pietà) che dovrebebro essere preludio a una pellicola compatta solo nell'estetica e nella 'tenuta' del protagonista e quanto mai confusa nei registri, a meno che il registro 'sciocchrello' sia un registro. Dissumulata sotto la suddetta cadenza sciocherella alligna una visione spietata e aproblematica, travestita operetta. Leggo qual e là grandi prestiti intellettuali per giustificare un'operazione superficiale incapace di tradursi anche esteticamente in commedia nera. Il sogno borghese americano che si edifica come sempre su crimini taciuti viene qui sbandierato e 'giustificato' da una patina di facile progressismo. Ridateci Altman.
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gianni2222
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domenica 30 giugno 2024
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troppo prevedibile, monotono con un solo guizzo
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La prima ora abbondante passa con uno schema ripetitivo: qualcuno cerca un killer, Glen Powell si traveste da killer (baffi e barbe finte si sprecano) si fa assoldare e incastra l'incauto. Dopo sei o sette volte non se ne può più di questa recitazione sorniona e ammiccante. Ci si domanda come facciano a crederlo un killer professionista con questa faccia! Naturalmente va a letto con una cliente e non la incastra. Finalmente qui c'è un guizzo nella sceneggiatura: il cadavere, la tentata estorsione, un altro cadavere. Lo spettatore si aspetta che adesso succeda davvero qualcosa di inaspettato. Macchè: i due si sposano e fanno due bei bambini. Un film assolutamente inutile.
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athos
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domenica 30 giugno 2024
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un film estivo
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Un film carino da arena estiva. Tratto da una storia vera la trama si sviluppa con ironia seguende le peripezie di un professore di filosofia che come lavoro part time fa da trappola a persone che cercano un killer. La vicenda prende una piega sentimentale fino al piccolo colpo di scena finale. Le recensioni dei vari siti sembrano esageratamente ottimistiche.
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