Divano di Famiglia |
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Un film di Niklas Larsson.
Con Ewan McGregor, Rhys Ifans, Taylor Russell, Lara Flynn Boyle.
continua»
Titolo originale Mother, Couch.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 96 min.
- USA, Danimarca, Svezia 2023.
- Academy Two
uscita giovedì 29 agosto 2024.
MYMONETRO
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Mamma, alzati dal divano
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Il formato è panoramico, i colori pastello, la materia oscura e vagamente limacciosa. Chi ha visto più di cinque film nella vita capisce che siamo in zona "Psycho" appena la mamma del titolo originale ("Mother, Couch"), che poi è la grandissima Ellen Burstyn, appare seduta su un divano con una vistosa parrucca biondo platino. Naturalmente inquadrata di spalle.
Era tutto molto semplice, cercavamo un divano. Il sangue sarebbe sgorgato più tardi, riassume cortese una didascalia in apertura. Il sangue e il divertimento, perché in questo esordio americano di un regista venuto dalla Svezia, quasi interamente ambientato in un gigantesco negozio di mobili, l'azione si fonde a dialoghi così brillanti e gonfi di non detto che per sostenerli occorreva un cast formidabile.
Ed ecco Ewan McGregor nei panni del figlio ammodino e un po' guastafeste, l'unico con la cravatta, l'unico che tenta in tutti i modi di ragionare con quella mamma tiranna decisa a non alzarsi più dal divano.
Ecco l'impagabile Rhys Ifans (era il coinquilino con maschera e pinne in "Notting Hill"), che con la madre preferisce scherzare ma solo quando non è occupato a flirtare con Bella, la giovane padrona di quel negozio -mondo (Taylor Russell, seduttrice del tipo angelico, il più pericoloso). Ecco Lara Flynn Boyle, sorella bionda e di pessimo umore dei primi due, completare questo gruppo famigliare molto sui generis che in 24ore affronterà conflitti, segreti e fantasmi di una vita intera.
Naturalmente la famiglia che si autodivora è uno dei sottogeneri più frequentati dal cinema dai tempi del sonoro. Ma Larssen, che adatta un romanzo del connazionale Jerker Virdborg, ha almeno due grandi meriti. Uno: schiva ogni deriva letteraria o teatrale elevando a set quasi metafisico gli spazi iperrealistici di quella pseudo -Ikea in cui volendo si può anche restare a dormire, tanto c'è tutto. Due: distribuisce a meraviglia pesi e ruoli narrativi facendo della soave Bella la prima spettatrice dello show prodotto da quella madre degenere, come si sarebbe detto una volta, e dai suoi tre figli. Con testacoda e salti di registro che rifondano il concetto stesso di tragicomico. Ma anche un po' di confusione, e qualche ambizione di troppo, verso il finale, quando rivalità fraterne, grovigli edipici, padri introvabili, affetti fatti a fette (doppio cameo per un F. Murray Abraham fuori controllo), sterzano in una dimensione imprevista e stridente. Poco importa comunque. Nella lunga galleria di mamme terribili del cinema torna, a 91 anni, Ellen Burstyn. Con il suo sorriso più affilato.
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