francesca meneghetti
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domenica 19 maggio 2024
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il monaco e la pistola, sarebbe stato meglio
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C’era una volta in Bhutan è il titolo italiano, che richiama il mitico C’era una volta in America (traduzione letterale di Once Upon a Time in America), ma sarebbe stato meglio restare aderenti al titolo originale, The Monk and the Gun, perché esso ci riporta al nucleo misterioso del film: perché un Lama vuole procurarsi dei fucili per il giorno della luna piena, che coincide con il giorno delle prime elezioni della storia del Bhutan? In realtà non sono le vere elezioni, ma una simulazione, una prova di democrazia, intesa in senso occidentale, e divenuta modello egemone in tutto il mondo. La storia delle elezioni simulate, in cui si insegna in modo elementare alla popolazione a compiere delle scelte rispondenti al proprio pensiero e al proprio sentimento, anche entrando in conflitto con chi la pensa diversamente, pur venendo qui mitizzata, ha un fondamento storico.
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C’era una volta in Bhutan è il titolo italiano, che richiama il mitico C’era una volta in America (traduzione letterale di Once Upon a Time in America), ma sarebbe stato meglio restare aderenti al titolo originale, The Monk and the Gun, perché esso ci riporta al nucleo misterioso del film: perché un Lama vuole procurarsi dei fucili per il giorno della luna piena, che coincide con il giorno delle prime elezioni della storia del Bhutan? In realtà non sono le vere elezioni, ma una simulazione, una prova di democrazia, intesa in senso occidentale, e divenuta modello egemone in tutto il mondo. La storia delle elezioni simulate, in cui si insegna in modo elementare alla popolazione a compiere delle scelte rispondenti al proprio pensiero e al proprio sentimento, anche entrando in conflitto con chi la pensa diversamente, pur venendo qui mitizzata, ha un fondamento storico. Infatti la monarchia del Bhutan ha deciso ed effettuato un passaggio dolce e indolore alla costituzionalità nel triennio 20062008. Nel 2006 si ambienta appunto il film, che mostra l’azione di educazione politica intrapresa dal governo, con l’aiuto di funzionari statali inviati in tutti i villaggi nella fattispecie a Ura (ai piedi della catena himalaiana, in un pianoro quasi alpino) a spiegare, alla maniera illuministica, le modalità e i vantaggi di un sistema elettorale. Anche se In uno di essi un Lama decide di dotarsi di due fucili, ma ne basterà uno, per “mettere le cose a posto”... Nella realtà, nel Bhutan si sono formati due partiti, uno democratico, mentre l’altro è il Bhutan Peace and Prosperity Party. Nelle elezioni simulate del film sono tre, corrispondenti ai colori di Mondrian: giallo (tradizione), rosso (progresso industriale), blu (libertà e uguaglianza). Ma, pur trattandosi di una “finta”, già con essa si innescano delle criticità: conservazione vs. modernizzazione, difesa delle tradizioni pacifiche delle comunità del Paese (di cultura buddista) vs globalizzazione e tecnologia, ma, soprattutto, contrapposizione possibile tra politica e felicità (ques’ultima evocata anche dal paesaggio: si pensi al campo fiorito della fine), Il film è stato scelto per rappresentare il Bhutan nella categoria miglior film internazionale ai Premi Oscar 2024 ed è interessante come prodotto artistico di un’area emergente, in questo caso asiatica. Il regista, Pawo Choyining Dorji è nato a Darjeeling, in India, essendo figlio di un diplomatico. Si è formato sia negli Stati Uniti (che nel film vengono evocati come esempio di civiltà occidentale) e in Buthan, dove ha seguito degli studi buddisti. Quindi può essere considerato un esempio di cross generation, in cui si sono incontrate la cultura della globalizzazione e quella delle radici etniche. Questo gli consente un distacco ironico rispetto a entrambi, tanto che il racconto rispetta i canoni di una commedia, ma non gli impedisce di esternare una scelta umanitaria e pacifista (sancita anche dall’inquadratura di un arcobaleno), facendo prevalere il culto della vita, sia pure espresso da un gigantesco fallo rosso scolpito nel legno e infiocchettato, alla follia dei conflitti e delle guerre.
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the adrenalin addict
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venerdì 1 novembre 2024
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meglio il cuore della ragione
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Misurare le parole, il denaro non compra i cuori, meglio donare che guadagnare, eseguire gli ordini senza discutere, le bugie vengono sempre a galla (tranne quelle "buone" che Dio perdona), il rito come fonte di salvezza che libera, accoglienza e gratitudine verso tutti nelle celebrazioni (anche verso il nemico), umiliazione davanti a Dio, la felicità non è modernizzazione (ma equilibrio con Dio e col mondo), la famiglia vale più di un diritto, saper attendere con pazienza la spiegazione che non si trova, rispettare la tradizione...sono solo alcuni degli insegnamenti che questo film ci regala. Anzi...è il buddhismo che ce li offre su un piatto d'argento. Un film di attualità fortemente educativo verso i giovani, e soprattutto verso gli adulti che spesso rimangono accecati dalla logica affaristica.
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Misurare le parole, il denaro non compra i cuori, meglio donare che guadagnare, eseguire gli ordini senza discutere, le bugie vengono sempre a galla (tranne quelle "buone" che Dio perdona), il rito come fonte di salvezza che libera, accoglienza e gratitudine verso tutti nelle celebrazioni (anche verso il nemico), umiliazione davanti a Dio, la felicità non è modernizzazione (ma equilibrio con Dio e col mondo), la famiglia vale più di un diritto, saper attendere con pazienza la spiegazione che non si trova, rispettare la tradizione...sono solo alcuni degli insegnamenti che questo film ci regala. Anzi...è il buddhismo che ce li offre su un piatto d'argento. Un film di attualità fortemente educativo verso i giovani, e soprattutto verso gli adulti che spesso rimangono accecati dalla logica affaristica. Un film che tutti dovrebbero vedere, che sa mescolare l'ironico al drammatico, che avvicina i popoli e le religioni (il cristianesimo e il buddhismo), dove a farne le spese, almeno per una volta, sono gli occidentali. Un America che rimane "sconfitta" sul piano del cuore. Un paese, il Buthan, dove il popolo vota per il suo re al posto della democrazia. Spunti interessanti che ci fanno conoscere alcune tradizioni orientali molto coinvolgenti come gli stupa, costruzioni fatte apposta per seppellire la morte e convertirla in speranza. Forse...è il film più bello che abbia mai visto!
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