eugenio
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domenica 13 marzo 2022
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la sottile linea rossa
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Pixar è sempre sinonimo di vivacità, dinamismo, apparente sollazzo per un pubblico più giovane ma grande attenzione ai temi esistenziali. Ed in effetti, l’ultimo film della casa di produzione cinematografica, Red di Domee Shi pare toccare tutti i succitati argomenti, lasciando prevalere, tuttavia, una forte connotazione femminista che permea l’ora e mezza della pellicola.
A cominciare dalla protagonista, l’adolescente Meilin della Toronto del 2002, in turbillon emotivo nella difficile fase della pubertà e continuare con l’apparentemente asettico confronto con la madre Ming, amministratrice del piccolo tempio familiare. Tra i due il rapporto vige nella classica autarchia cinese ovvero: ottima condotta scolastica, attenzione alla famiglia e cura dell’impresa.
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Pixar è sempre sinonimo di vivacità, dinamismo, apparente sollazzo per un pubblico più giovane ma grande attenzione ai temi esistenziali. Ed in effetti, l’ultimo film della casa di produzione cinematografica, Red di Domee Shi pare toccare tutti i succitati argomenti, lasciando prevalere, tuttavia, una forte connotazione femminista che permea l’ora e mezza della pellicola.
A cominciare dalla protagonista, l’adolescente Meilin della Toronto del 2002, in turbillon emotivo nella difficile fase della pubertà e continuare con l’apparentemente asettico confronto con la madre Ming, amministratrice del piccolo tempio familiare. Tra i due il rapporto vige nella classica autarchia cinese ovvero: ottima condotta scolastica, attenzione alla famiglia e cura dell’impresa. Eppure c’è qualcosa che non va: Meilin è infatti travolta da una tempesta (anche ormonale) che la spinge a mutare il suo aspetto nella figura di un enorme Panda Rosso, con tanta ilarità e preoccupazione al tempo stesso, delle amiche del cuore. Una “tradizione” di famiglia in realtà che tutti i membri a cominciare dalla iper-protettiva madre e ancor prima dalla nonna, sono riusciti a confinare dentro un ciondolo, proprio per mascherare il loro comportamento in società, al prezzo tuttavia di una repressione totale della componente istintuale di cui il panda è evidente metafora.
Riuscirà Meilin a opporsi al “volere” familiare e riuscire in tal modo ad affrontare con impegno e ardore il periodo di transizione, quella linea che Conrad definiva d’ombra, valicandola e oltrepassandola verso la necessaria maturità?
Red, rosso è un film che esplode di vivacità, di passione, come il colore ricorda osando persino citare qualcosa apparentemente non Disney, con riferimenti alle mestruazioni e agli assorbenti passando addirittura per una scena di "risveglio dei sensi" esilarante e nemmeno pruriginosa per i più piccoli che guarda con sprezzo a una nuova Pixar, quella che nel 1995 aveva rivoluzionato la cinematografia con Toy Story, liberando trasversalmente la naturalezza dell’esser donna oggi. Come in Encanto, sessantesimo lungometraggio Disney, anche in Red troviamo il peso delle aspettative, il confronto generazionale, il gemellaggio culturale, lì a distanza con il Sudamerica, qui in una fusione totale tra Occidente e Asia eppure la matrice, il tema apparentemente non originale, racconta con l’espediente della magia e della evidente metamorfosi verso un lato oscuro che occorre imparare e saper accettare, il cambiamento della società nella successiva rivoluzione delle tradizioni. E della presa di coscienza di se. E non è un caso che a porre le basi di Red, ci sia una giovanissima artista, Domee Shi, coetanea di Meilin (e in parte suo alter-ego) già story artist dai tempi di Inside Out, il capolavoro Disney sulla natura delle nostre emozioni, permeando di biografismo, il processo naturale di crescita e lo sviluppo del corpo umano.
Troviamo quindi, l’occidentalizzazione della società orientale le cui nuove generazioni sono cresciute a ritmo di tormentoni della boy band (qui gli angelicati 4town) dove trova posto un Tamagotchi (siamo nel 2002), fondendo quindi due culture antitetiche con il calore umano di un racconto di formazione. Il tutto, nonostante un inizio apparentemente esile, frutto di una gestione dei tempi filmici perfetta e di una colonna sonora molto divertita di Ludwig Göransson, nel segno distintivo della Disney ovvero dolcezza, commozione, attenzione ai sentimenti e soprattutto naturale interrogativo rivolto direttamente al pubblico sull’energia e timore di questo lato oscuro che occorre imparare a sapere gestire per vivere meglio. Soprattutto con noi stessi.
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fabrizio friuli
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lunedì 14 marzo 2022
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quanto è dura la preadolescenza
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La protagonista del film è una giovane ragazzina cinese di nome Meilin che frequenta la scuola con il gruppo di amiche fidate ed è costantemente spronata dalla madre a dare sempre il meglio di sé, risultando essere apprensivamente assillante, e le cose prendono una piega piuttosto brutta quando scopre che la giovane protagonista si trasforma in un gigantesco panda rosso , quando è molto agitata . Nonostante al principio fosse convinta che questa trasformazione sia un maleficio nel corso della vicenda impara ad apprezzare questa dote incredibile e decide perfino di tenerla con sé.
Il lungometraggio animato della Pixar purtroppo non vanta un ' animazione di elevata qualità , esattamente come il lungometraggio animato che lo ha preceduto ( Luca ) , anzi , quell' animazione ricorda una serie per bambini russa , ed ecco il problema principale del film, ed anche alcuni elementi che appartengono al film rendono Red un film che a stento riesce a rasentare la sufficienza, per esempio, la madre apprensiva è un personaggio eccessivamente visto nelle pellicole , per giunta , quando la protagonista inizia ad assumere un atteggiamento " ribelle " diventa più o meno come Merida , la protagonista del lungometraggio della Pixar Ribelle- The Brave e quando Meilin e sua madre si affrontano, entrambe sotto le sembianze di due Panda Rossi , è come vedere la lotta tra Elinor e l' orso Mor'du, e questa componente , potrebbe corrispondere ad una seconda analogia con la pellicola citata in precedenza, però, è matematicamente ovvio che Red è assolutamente inferiore a Ribelle - The Brave.
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La protagonista del film è una giovane ragazzina cinese di nome Meilin che frequenta la scuola con il gruppo di amiche fidate ed è costantemente spronata dalla madre a dare sempre il meglio di sé, risultando essere apprensivamente assillante, e le cose prendono una piega piuttosto brutta quando scopre che la giovane protagonista si trasforma in un gigantesco panda rosso , quando è molto agitata . Nonostante al principio fosse convinta che questa trasformazione sia un maleficio nel corso della vicenda impara ad apprezzare questa dote incredibile e decide perfino di tenerla con sé.
Il lungometraggio animato della Pixar purtroppo non vanta un ' animazione di elevata qualità , esattamente come il lungometraggio animato che lo ha preceduto ( Luca ) , anzi , quell' animazione ricorda una serie per bambini russa , ed ecco il problema principale del film, ed anche alcuni elementi che appartengono al film rendono Red un film che a stento riesce a rasentare la sufficienza, per esempio, la madre apprensiva è un personaggio eccessivamente visto nelle pellicole , per giunta , quando la protagonista inizia ad assumere un atteggiamento " ribelle " diventa più o meno come Merida , la protagonista del lungometraggio della Pixar Ribelle- The Brave e quando Meilin e sua madre si affrontano, entrambe sotto le sembianze di due Panda Rossi , è come vedere la lotta tra Elinor e l' orso Mor'du, e questa componente , potrebbe corrispondere ad una seconda analogia con la pellicola citata in precedenza, però, è matematicamente ovvio che Red è assolutamente inferiore a Ribelle - The Brave. Inoltre, quando viene introdotto nella prima scena l' onore e la famiglia, è possibile ricordare la pellicola disney Mulan , ma visto che in entrambi i film ci sono delle famiglie cinesi , è un dettaglio trascurabile . La scena migliore del film è quella in cui la madre crede che sua figlia si sia imbattuta per la prima volta nel ciclo mestruale , quando invece lei ( Meilin ) ha scoperto per la prima volta la trasformazione. Magari i dialoghi sono sufficienti, i personaggi sono accettabili , ma non di più , e nel complesso, il film potrebbe anche piacere ed essere apprezzato maggiormente, ed è assolutamente legittimo, ma non merita di essere sopravvalutato, perché, in un certo senso potrebbe rammentare le commedie adolescenziali, ma hanno saputo dare una giusta rappresentazione dei pre adolescenti del periodo in cui si svolge la storia ( nell' anno 2002 ). Per quanto riguarda la conclusione del film , è possibile notare che la madre cambia in meglio ( proprio come la regina Elinor , il già citato personaggio di Ribelle - The Brave ) e Meilin sfrutta il suo dono per attirare un maggior numero di visitatori nel tempio di famiglia e riesce a bilanciare i suoi doveri e lo svago ( che rimane una componente importante).
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mattomarinaio
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domenica 20 marzo 2022
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ottime intenzioni, modesto risultato
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Finalmente un film animato che approfondisce un argomento talvolta solo sfiorato, ovvero quello delle problematiche della preadolescenza. Con simpatia, leggerezza e tanta cura nei dettagli, il film affronta il tema della crescita, dell’accettazione dei propri gusti, l’affermazione e l’esternazione de lato più intimo di noi stessi. Nonostante una superficie tutta al femminile, Red è adatto a tutti i generi e orientamenti. La protagonista di 13 anni si muove come noi tutti in una società che consiglia la repressione dei nostri istinti, ma seguendo la sua disavventura scopriamo insieme a lei quanto sia naturale e normale liberare il proprio “io” selvaggio per raggiungere la piena consapevolezza di sé.
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Finalmente un film animato che approfondisce un argomento talvolta solo sfiorato, ovvero quello delle problematiche della preadolescenza. Con simpatia, leggerezza e tanta cura nei dettagli, il film affronta il tema della crescita, dell’accettazione dei propri gusti, l’affermazione e l’esternazione de lato più intimo di noi stessi. Nonostante una superficie tutta al femminile, Red è adatto a tutti i generi e orientamenti. La protagonista di 13 anni si muove come noi tutti in una società che consiglia la repressione dei nostri istinti, ma seguendo la sua disavventura scopriamo insieme a lei quanto sia naturale e normale liberare il proprio “io” selvaggio per raggiungere la piena consapevolezza di sé.
Purtroppo nella realizzazione di un film può capitare che ci sia una grande differenza tra le intenzioni e il risultato. il film infatti è piacevole, originale, a tratti emozionante, ma presenta un difetto enorme che ne compromette il valore. Il personaggio della madre della protagonista è troppo estremo e grottesco per permettere al pubblico di identificarsi. La sue azioni sono aggressive a tal punto da praticare un vero sabotaggio alla vita sociale della figlia, danneggiando ogni segnale di indipendenza, provocandole disagio ed estremo imbarazzo. Se l’adolescenza arriva per tutti, non è detto che tutti abbiano un rapporto così altamente conflittuale e traumatizzante con i genitori, e questo potrebbe limitare o annullare molti tentativi di immedesimazione. Anche nel finale, seppur commovente e ricco di significati, non mancano i momenti “cringe” e calate di stile, soprattutto durante lo scontro fisico con la madre, in cui si passa da uno stile metaforico e raffinato ad uno più didascalico e dozzinale. Per questo motivo non entra tra i film Pixar più riusciti. Peccato.
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