luciano sibio
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sabato 18 novembre 2023
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ottimo film in alcuni casi anche poetico
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Ottimo film in alcuni casi anche poetico con riferimento alle ambientazioni e quando si sofferma nelle descrizioni. Geniale inoltre è il ricorso narrativo al mostro che capovolge i contenuti tradizionali del film trhiller/horror. Il mostro infatti è l'anima stessa della protagonista vittima che si ribella alle violenze subite, una sorta di angelo custode sterminatore e le vittime sono le persecutrici stesse. Tutto il film si basa sui sensi di colpa che animano la protagonista che ovviamente si attarda colpevolmente in una sorta di egoistica protezione del mostro.
Il brillante finale chiarifica il dualismo e pone fine alla conflittualità interna determinando una sorta di liberazione nella protagonista che così assurge a un ruolo autenticamente eroico in cui il senso di giustizia e umanità alla fine prevale su quello egoistico della vendetta .
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Ottimo film in alcuni casi anche poetico con riferimento alle ambientazioni e quando si sofferma nelle descrizioni. Geniale inoltre è il ricorso narrativo al mostro che capovolge i contenuti tradizionali del film trhiller/horror. Il mostro infatti è l'anima stessa della protagonista vittima che si ribella alle violenze subite, una sorta di angelo custode sterminatore e le vittime sono le persecutrici stesse. Tutto il film si basa sui sensi di colpa che animano la protagonista che ovviamente si attarda colpevolmente in una sorta di egoistica protezione del mostro.
Il brillante finale chiarifica il dualismo e pone fine alla conflittualità interna determinando una sorta di liberazione nella protagonista che così assurge a un ruolo autenticamente eroico in cui il senso di giustizia e umanità alla fine prevale su quello egoistico della vendetta .Il finale è brillante perchè crea un piccola pausa nello spettatore che insieme alla protagonista vive il pesante dramma interiore fatto di emarginazione dovuto alla grassezza fisica, pausa che potrebbe anche far figurare allo spettatore un'opposta reazione liberatrice da parte di Sara,la protagonista.
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montefalcone antonio
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venerdì 28 luglio 2023
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un revenge movie sul tema del body shaming
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La regista Carlota Pereda parte dalla sua omonima pellicola (un cortometraggio di successo, vincitore del premio Goya nel 2019), per firmare questo lungometraggio di genere sul tema del disagio interiore e della sofferenza psichica di sentirsi bersaglio di continui insulti e crudeltà a causa del proprio corpo.
Coinvolgente horror psicologico di denuncia sociale (contro il bullismo, il body shaming e in generale contro la mancanza di empatia e sensibilità di un mondo sempre più disumano e violento).
Il film possiede un’interessante forza visiva e ha una buona messinscena, alcune sequenze molto riuscite ed efficaci (la scena della piscina) e un’atmosfera opprimente.
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La regista Carlota Pereda parte dalla sua omonima pellicola (un cortometraggio di successo, vincitore del premio Goya nel 2019), per firmare questo lungometraggio di genere sul tema del disagio interiore e della sofferenza psichica di sentirsi bersaglio di continui insulti e crudeltà a causa del proprio corpo.
Coinvolgente horror psicologico di denuncia sociale (contro il bullismo, il body shaming e in generale contro la mancanza di empatia e sensibilità di un mondo sempre più disumano e violento).
Il film possiede un’interessante forza visiva e ha una buona messinscena, alcune sequenze molto riuscite ed efficaci (la scena della piscina) e un’atmosfera opprimente.
La scrittura della sceneggiatura però traccia ritratti minimi senza cercare approfondimenti all’interno di un racconto e di argomenti che offrivano molteplici sfumature e aspetti da analizzare.
Eccezionale comunque la performance dell’attrice Laura Galan nell’esprimere sia il disagio di una ragazza obesa, vittima di emarginazione, umiliazioni e derisioni; sia le contraddizioni emozionali di una lotta tutta interiore basata su vendetta e rettitudine.
Al netto di una scrittura che necessitava di maggiore profondità e di scelte più decise in stile e narrazione, quest’opera rimane comunque un discreto ritratto di chi soffre un disagio portato alle sue estreme conseguenze. Ma anche un valido messaggio educativo nell’invitare a combattere ogni tipo di discriminazione fisica e psichica. Voto: 6.75
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imperior max
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lunedì 24 luglio 2023
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anti-barbie, ma perchè è meglio!
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Dalla locandina e dal trailer sembrava un revenge movie, ma è soltanto la punta dell’iceberg. Un’adolescente obesa, vessata e bullizzata dalle coetanee, incompresa dai genitori, insicura e chiusa in se stessa; dopo l’ennesima umiliazione da parte di tre ragazze in riva a un fiume assiste al loro stesso rapimento per mano di uno sconosciuto. Di lì può scegliere se denunciare tutto alle autorità oppure fregarsene e godersi la vendetta.
Girato benissimo con una tensione già presente dalle prime sequenze che si alza sempre di più ogni minuto che passa, a volte smorzato da momenti ironici o da dialoghi tra comprimari, fino ad un finale sanguinolento, violento e sorprendente. I personaggi sono tutti caratterizzati il giusto, tutti in una zona di grigio che non toccano mai il bianco o il nero, persino il rapitore che ha un rapporto molto particolare con la protagonista tra complicità, compassione e provvidenza patologica.
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Dalla locandina e dal trailer sembrava un revenge movie, ma è soltanto la punta dell’iceberg. Un’adolescente obesa, vessata e bullizzata dalle coetanee, incompresa dai genitori, insicura e chiusa in se stessa; dopo l’ennesima umiliazione da parte di tre ragazze in riva a un fiume assiste al loro stesso rapimento per mano di uno sconosciuto. Di lì può scegliere se denunciare tutto alle autorità oppure fregarsene e godersi la vendetta.
Girato benissimo con una tensione già presente dalle prime sequenze che si alza sempre di più ogni minuto che passa, a volte smorzato da momenti ironici o da dialoghi tra comprimari, fino ad un finale sanguinolento, violento e sorprendente. I personaggi sono tutti caratterizzati il giusto, tutti in una zona di grigio che non toccano mai il bianco o il nero, persino il rapitore che ha un rapporto molto particolare con la protagonista tra complicità, compassione e provvidenza patologica. L’attrice protagonista che interpreta Sara è bravissima, perfettamente in parte, per nulla attraente, per nulla piacente, fa’ pena, fa’ piangere, mette ansia, angoscia e in condizioni di non voler essere nei suoi panni. Eppure nasconde una femminilità che tirerà fuori con una forza impressionante.
Per me è l’antiBarbie per eccellenza perché senza didascalie, senza retoriche, senza morali ripetute fino al vomito, senza pipponi, melassature, scene piagnone e colori rosa eccessivi, ma con tante immagini, dialoghi giusti, dettagli efficaci, il coraggio di non voler piacere per forza ed una comunissima protagonista ; riesce ad essere molto più femminista questo film che Greta Gerwig in dieci lungometraggi.
Quasi quasi, preferirei andare a prendere una bella coppa dalla macelleria di Sara, in culo la Mattel!
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