Granchio Nero, così preso dal provare il suo punto di fondo – che in guerra non ci sono vincitori, perché l’arma più potente è quella che si ritorce anche contro chi la usa – si perde però tutti gli altri elementi che vanno a comporre una storia.
Berg non specifica mai chi sia in realtà il nemico. Forse un modo per dire che qui tutti diventano anche nemici di sé stessi, ma comunque qualcuno dietro a quei mirini c’è. E non abbiamo idea di chi sia.
Forse non l’hanno capito bene nemmeno i protagonisti. Combattono per questa fazione ma sembrano essere titubanti. Si fanno domande sul come e sul perché, non sanno nemmeno loro perché stanno rischiando le loro vite.
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Granchio Nero, così preso dal provare il suo punto di fondo – che in guerra non ci sono vincitori, perché l’arma più potente è quella che si ritorce anche contro chi la usa – si perde però tutti gli altri elementi che vanno a comporre una storia.
Berg non specifica mai chi sia in realtà il nemico. Forse un modo per dire che qui tutti diventano anche nemici di sé stessi, ma comunque qualcuno dietro a quei mirini c’è. E non abbiamo idea di chi sia.
Forse non l’hanno capito bene nemmeno i protagonisti. Combattono per questa fazione ma sembrano essere titubanti. Si fanno domande sul come e sul perché, non sanno nemmeno loro perché stanno rischiando le loro vite. Nonostante tutto, però, Granchio Nero riesce a coinvolgere. Un po’ perché è un film di guerra dove la guerra fa solo da contorno, un po’ perché vogliamo vedere se alla fine il ghiaccio cederà e manderà all’aria tutto.
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