Famosa |
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Un film di Alessandra Mortelliti.
Con Jacopo Piroli, Adamo Dionisi, Gioia Spaziani, Matteo Paolillo.
continua»
Drammatico,
durata 89 min.
- Italia 2019.
- Europictures
uscita lunedì 13 luglio 2020.
MYMONETRO
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La danza dei fotogrammidi Giovanni GrecoFeedback: 0 |
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lunedì 31 agosto 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film è ben orchestrato, narrato con misura e con sapienza, con la giusta compresenza di elementi eterogenei che concorrono a organizzare una miscela che non annoia mai. I temi toccati (la diversità nelle sue mille declinazioni, dall'omosessualità all'esclusione) sono raccontati con delicatezza, con occhio e mano vigile, con una cura che si direbbe femminile se la parola non suonasse retorica. Il precedente teatrale di questa scrittura risuona molto lontanamente e se lo fa accade quando la regista mostra la sua capacità indubbia di dirigere gli attori (soprattutto i più giovani e alla prima esperienza), di costruire rapporti credibili tra i personaggi, di mettere in scena situazioni autentiche senza compiacimento e senza sottolineature inverosimili. L'uso della macchina da presa sempre a spalla a questo proposito conferisce ulteriore necessità alla pregnanza dei momenti che si susseguono con grande coerenza (in fondo questo è un Bildungsroman in forma cinematografica). Fino al finale che restituisce un senso di sospensione a un plot che potrebbe sembrare biecamente tragico e disperato solo ad uno sguardo superficiale e disattento e che invece lascia aperte diverse alternative a seconda dell'interpretazione che si attribuisce alle potenzialità salvifiche e liberatorie della danza, quella danza che resta il motore vero dell'azione dall'inizio alla fine e il centro delle motivazioni del protagonista. La danza che torna fino alla fine si configura dunque come ciò che attiva il dipanarsi ritmico del montaggio stesso a suon di musica: una musica che è esterna ed interna ai vari personaggi che danzano ognuno al sua coreografia più o meno intonata e composta e che muove significativamente la realtà nel suo essere allo stesso tempo immobile e contraddittoria, ripetitiva e sempre differente, morta eppure viva come ogni passo di una coreografia.
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