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sabato 16 marzo 2019
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ottima recensione
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Grazie di questa recensione, riassume perfettamente quello che ho pensato anch'io vedendo il film. Fa piacere sapere di non esser l'unica.
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alessandro villa
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giovedì 14 marzo 2019
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delusione totale
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Sono un lettore di diabilik da sempre (e per sempre intendo veramente tante decine di anni, avendone 60). In qualche occasione, mi sono chiesto perchè continuare a leggerlo, perchè, alla fine, Diabolik ha sempre la meglio e Ginko perde. Ma non sono mai riuscito a smettere di leggerlo, perchè in ogni racconto ci sono semrpre nuovi spunti, nuove idee. Spesso, in modo +/- evidente, vengono trattati argomenti importanti, sui quali il fumetto porta il lettore a fare riflessioni di grande significato. Inoltre, l' ho sempre trovato avvincente, piacevole. Insomma, un fumetto irrinunciabile, sul quale ho solo parole di grande apprezzamento.
Sul film "diabolik sono io", solo valutazioni negative: una storia irreale priva di significato; spezzoni di storia di come il fumetto è nato, di come è stato sviluppato, di quale era il lavoro dietro alla sua pubblicazione, tutti temi di grande interesse che avrebbero potuto essere approfonditi e invece sono stati toccati superficialmente,
Insomma una grande delusione.
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Sono un lettore di diabilik da sempre (e per sempre intendo veramente tante decine di anni, avendone 60). In qualche occasione, mi sono chiesto perchè continuare a leggerlo, perchè, alla fine, Diabolik ha sempre la meglio e Ginko perde. Ma non sono mai riuscito a smettere di leggerlo, perchè in ogni racconto ci sono semrpre nuovi spunti, nuove idee. Spesso, in modo +/- evidente, vengono trattati argomenti importanti, sui quali il fumetto porta il lettore a fare riflessioni di grande significato. Inoltre, l' ho sempre trovato avvincente, piacevole. Insomma, un fumetto irrinunciabile, sul quale ho solo parole di grande apprezzamento.
Sul film "diabolik sono io", solo valutazioni negative: una storia irreale priva di significato; spezzoni di storia di come il fumetto è nato, di come è stato sviluppato, di quale era il lavoro dietro alla sua pubblicazione, tutti temi di grande interesse che avrebbero potuto essere approfonditi e invece sono stati toccati superficialmente,
Insomma una grande delusione. Concludo dicendo che, uscendo dal cinema, ho chiesto pareri a altre 2 coppie e le ho trovati perplessi, disattesi nelle loro aspettative
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martedì 12 marzo 2019
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zarcone
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Non è vero che i suoi disegni non videro mai la luce. Il primo numero uscì con i disegni di Zarcone nel 1962, mentre fu ridisegnato da Marchesi nel 1964.
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abele poli
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lunedì 11 marzo 2019
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sorprendente
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Carissime Angela e Luciana Giussani non mi aspettavo un documentario così sorprendente, anzi chiamarlo documentario mi sembra riduttivo. Il film sulla vostra creatura è, fin dai titoli, un vero atto d’amore, che si sviluppa su tre livelli narrativi che dialogano fra di loro. Del fumetto Diabolik conoscevo veramente poco, ma la sensazione di un racconto appassionato è la percezione più immediata. Pur parlando di un fumetto popolare penso che il regista ci abbia condotto in un universo che non riguarda la nostalgia, ma piuttosto il lato dimenticato della nostra vita quando da adolescenti guardavamo il mondo con occhi leggeri. Zarcone, l’attore Luciano Scarpa, vaga in una città che sembra l’isola che non c’ è.
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Carissime Angela e Luciana Giussani non mi aspettavo un documentario così sorprendente, anzi chiamarlo documentario mi sembra riduttivo. Il film sulla vostra creatura è, fin dai titoli, un vero atto d’amore, che si sviluppa su tre livelli narrativi che dialogano fra di loro. Del fumetto Diabolik conoscevo veramente poco, ma la sensazione di un racconto appassionato è la percezione più immediata. Pur parlando di un fumetto popolare penso che il regista ci abbia condotto in un universo che non riguarda la nostalgia, ma piuttosto il lato dimenticato della nostra vita quando da adolescenti guardavamo il mondo con occhi leggeri. Zarcone, l’attore Luciano Scarpa, vaga in una città che sembra l’isola che non c’ è. Una città dove ci si può perdere ma anche capire chi siamo. Si parla di fumetti per parlare di noi e la sensazione che rimane alla fine è quella di aver capito che cosa provavamo da ragazzini quando nelle nostre camerette leggevamo avidamente quei fumetti, qualsiasi fumetto. Lasciandomi andare in quel flusso di parole e immagini mi sono sentito leggero, appagato, capendo solo oggi il senso di quello che allora ci sembrava solo un modo per sfuggire alla vita reale. Grazie al regista Soldi e a voi mai dimenticate sorelle Giussani.
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